Author: | Elena Pulcini | ISBN: | 9788893140942 |
Publisher: | Orthotes | Publication: | August 10, 2017 |
Imprint: | Orthotes | Language: | Italian |
Author: | Elena Pulcini |
ISBN: | 9788893140942 |
Publisher: | Orthotes |
Publication: | August 10, 2017 |
Imprint: | Orthotes |
Language: | Italian |
A partire dal mito del pomo della discordia, la bellezza di cui tratta il saggio di Elena Pulcini è quella intorno alla quale si innesca la competizione riferita da secoli al mondo femminile come una sua caratteristica. Perciò essa si intreccia con l’invidia, passione triste per eccellenza, unico vizio senza piacere. Attraverso letteratura, cinema e famosi serial televisivi, l’Autrice cerca di verificare se quest’idea sia davvero soltanto uno stereotipo. Sicuramente esso è corrispondente al senso di impotenza femminile prodotto dalla società nella sua storia. Così l'invidia si diffonde maggiormente tra le donne perché è una passione "democratica", cioè prospera solo tra eguali. E come la bellezza, ossessiva e competitiva, aumenta di valore nella società dello spettacolo, così cresce anche l’invidia. Ma una resistenza è sempre possibile: rivendicare l’unicità della propria storia e della propria identità, una specie di resistenza melvilliana à la Bartleby, col suo “preferirei di no”.
A partire dal mito del pomo della discordia, la bellezza di cui tratta il saggio di Elena Pulcini è quella intorno alla quale si innesca la competizione riferita da secoli al mondo femminile come una sua caratteristica. Perciò essa si intreccia con l’invidia, passione triste per eccellenza, unico vizio senza piacere. Attraverso letteratura, cinema e famosi serial televisivi, l’Autrice cerca di verificare se quest’idea sia davvero soltanto uno stereotipo. Sicuramente esso è corrispondente al senso di impotenza femminile prodotto dalla società nella sua storia. Così l'invidia si diffonde maggiormente tra le donne perché è una passione "democratica", cioè prospera solo tra eguali. E come la bellezza, ossessiva e competitiva, aumenta di valore nella società dello spettacolo, così cresce anche l’invidia. Ma una resistenza è sempre possibile: rivendicare l’unicità della propria storia e della propria identità, una specie di resistenza melvilliana à la Bartleby, col suo “preferirei di no”.