Author: | Teresa Anna Rita De Salvatore | ISBN: | 9781522990000 |
Publisher: | Teresa Anna Rita De Salvatore | Publication: | January 16, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Teresa Anna Rita De Salvatore |
ISBN: | 9781522990000 |
Publisher: | Teresa Anna Rita De Salvatore |
Publication: | January 16, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Una storia tra il genere autobiografico e il memoir, che frantuma la vita interiore dell’autrice nella maggior parte dei personaggi femminili, in una serie di avvenimenti quasi tutti inventati, ma collocati in tempi reali e in luoghi conosciuti.
In essa, due storie parallele di vite diversamente problematiche, si intrecciano in modi imprevedibili e si sciolgono verso soluzioni indipendenti.
L’ Io narrante ne viene a conoscenza attraverso esperienze dirette e attraverso canali improbabili della cui origine non vuol parlare: “ … non mi inventerò un pozzo di Murakami per collegare i fatti.”
Diana, Rita e Rebecca sono tre donne vissute fin da bambine in un istituto religioso di assistenza, a Napoli. I traumi della loro infanzia difficile le porteranno a una vita fondamentalmente incoerente e incompiuta. Centrale la problematica religiosa in rapporto alla diffusione filosofica del marxismo ateo nel periodo della loro giovinezza.
Più giovani di loro, un bambino, Angelino, dall’intelligenza precoce e una ragazzina, Marika, separati da un’alluvione, a causa del quale lei perderà la memoria.
Eleonora, figlia di Marika, vivrà nell’ambiente del convento in cui erano cresciute Diana, Rita e Rebecca; via internet conoscerà Angelino, col quale nascerà una storia impossibile, attraverso un dialogo teologico-filosofico che appassionerà entrambi. Un Angelino paralitico ed ateo, vero protagonista di questa storia parallela.
Dei figli: Eleonora diventerà teologa; il figlio “chiaro” di Rebecca, barbone, recupererà verità esistenziali sconosciute; Anna, la figlia con la fibrosi cistica di Rita vivrà la sua lotta in dimensioni di splendore interiore.
In dissolvenza la figura dell’Io narrante, in coerenza con l’intento iniziale: “la mancanza, ma non è detto” di conio, nelle vite di cui narra.
Tutto è sorprendente, a cominciare dal titolo, in cui i sordi non sono persone non udenti e il lettore dovrà decidere se quelle vite si possono considerare monete coniate “oppure no”.
Una storia tra il genere autobiografico e il memoir, che frantuma la vita interiore dell’autrice nella maggior parte dei personaggi femminili, in una serie di avvenimenti quasi tutti inventati, ma collocati in tempi reali e in luoghi conosciuti.
In essa, due storie parallele di vite diversamente problematiche, si intrecciano in modi imprevedibili e si sciolgono verso soluzioni indipendenti.
L’ Io narrante ne viene a conoscenza attraverso esperienze dirette e attraverso canali improbabili della cui origine non vuol parlare: “ … non mi inventerò un pozzo di Murakami per collegare i fatti.”
Diana, Rita e Rebecca sono tre donne vissute fin da bambine in un istituto religioso di assistenza, a Napoli. I traumi della loro infanzia difficile le porteranno a una vita fondamentalmente incoerente e incompiuta. Centrale la problematica religiosa in rapporto alla diffusione filosofica del marxismo ateo nel periodo della loro giovinezza.
Più giovani di loro, un bambino, Angelino, dall’intelligenza precoce e una ragazzina, Marika, separati da un’alluvione, a causa del quale lei perderà la memoria.
Eleonora, figlia di Marika, vivrà nell’ambiente del convento in cui erano cresciute Diana, Rita e Rebecca; via internet conoscerà Angelino, col quale nascerà una storia impossibile, attraverso un dialogo teologico-filosofico che appassionerà entrambi. Un Angelino paralitico ed ateo, vero protagonista di questa storia parallela.
Dei figli: Eleonora diventerà teologa; il figlio “chiaro” di Rebecca, barbone, recupererà verità esistenziali sconosciute; Anna, la figlia con la fibrosi cistica di Rita vivrà la sua lotta in dimensioni di splendore interiore.
In dissolvenza la figura dell’Io narrante, in coerenza con l’intento iniziale: “la mancanza, ma non è detto” di conio, nelle vite di cui narra.
Tutto è sorprendente, a cominciare dal titolo, in cui i sordi non sono persone non udenti e il lettore dovrà decidere se quelle vite si possono considerare monete coniate “oppure no”.