Author: | Roberto Arlt | ISBN: | 9788861101210 |
Publisher: | Del Vecchio Editore | Publication: | October 10, 2014 |
Imprint: | Del Vecchio Editore | Language: | Italian |
Author: | Roberto Arlt |
ISBN: | 9788861101210 |
Publisher: | Del Vecchio Editore |
Publication: | October 10, 2014 |
Imprint: | Del Vecchio Editore |
Language: | Italian |
Scritte nel 1933 le "Acqueforti di Buenos Aires" raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l’attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l’arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro. Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo “sguardo dell’outsider”; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l’essenza più vera. Sofferenze, ottimismo, ricchezza e povertà, i profondi mutamenti dell’inizio del secolo, echi della cultura europea. La “vita dello spirito” di una popolazione cittadina che sente il terreno franare sotto i piedi e si aggrappa a una spensierata serietà che talvolta rischia di rendere la vita meno luminosa di come potrebbe essere, ma ancor più interessante da raccontare, perché quello che conta per lo scrittore è «stare nell’anima di tutti, assieme a tutti. Da qui la grande allegria: sapere di non essere solo».
Scritte nel 1933 le "Acqueforti di Buenos Aires" raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l’attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l’arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro. Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo “sguardo dell’outsider”; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l’essenza più vera. Sofferenze, ottimismo, ricchezza e povertà, i profondi mutamenti dell’inizio del secolo, echi della cultura europea. La “vita dello spirito” di una popolazione cittadina che sente il terreno franare sotto i piedi e si aggrappa a una spensierata serietà che talvolta rischia di rendere la vita meno luminosa di come potrebbe essere, ma ancor più interessante da raccontare, perché quello che conta per lo scrittore è «stare nell’anima di tutti, assieme a tutti. Da qui la grande allegria: sapere di non essere solo».