Albino Alves da Cunha e Silva di Catanduva

Il manager

Biography & Memoir, Religious
Cover of the book Albino Alves da Cunha e Silva di Catanduva by Gaetano Passarelli, Graphe.it
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Author: Gaetano Passarelli ISBN: 9788893720380
Publisher: Graphe.it Publication: December 3, 2017
Imprint: Language: Italian
Author: Gaetano Passarelli
ISBN: 9788893720380
Publisher: Graphe.it
Publication: December 3, 2017
Imprint:
Language: Italian

Don Albino Alves da Cunha e Silva nacque il 22 settembre 1882 nella frazione di Codeçôso, Municipio di Celorico de Basto, in Portogallo. Terminati gli studi ginnasiali entrò in seminario. Mons. Manoel Baptista da Cunha, arcivescovo di Braga, lo ordinò sacerdote il 23 giugno 1905.
Nel 1910 scoppiata la rivoluzione in Portogallo e proclamata la Repubblica, don Albino, insieme con tanti altri sacerdoti e laici impegnati, fu perseguitato duramente, quindi condannato alla prigione e alla deportazione in Africa. Prima che si mettesse in atto la sentenza, tuttavia, con il permesso dell’arcivescovo, partì per il Brasile.
Mons. José Marcondes lo accolse nella nuova diocesi di São Carlos do Pinhal, nominandolo parroco di Barra Bonita, quindi il 26 aprile 1918 di Catanduva.
A Catanduva don Albino dispiegò tutte le sue capacità imprenditoriali raccogliendo fondi e lavorando per la costruzione della chiesa e dell’ospedale. Il 19 ottobre 1926 fondò l’Associazione di Beneficenza di Catanduva, che nel 1968 trasformò in Fondazione, per gestire la parte amministrativa. Costruì il Collegio di Nostra Signora del Calvario, un ospizio per gli anziani, il villaggio San Vincenzo, la casa del fanciullo «Sinharinha Netto», l’asilo Ortega-Giosué, il ginnasio mons. Lafayette, un santuario dedicato a Nostra Signora Aparecida e, per i Padri Dottrinari, sostenne la costruzione del seminario. Si impegnò per avere a Catanduva la Facoltà di Medicina (1969), il Collegio commerciale (1971), la Facoltà di Economia e Commercio (1972) e la Facoltà di Scienze Motorie (1973).
Morì il 19 settembre 1973, compianto da tutti come «padre dei poveri» e «vero fondatore» di Catanduva.
Don Albino fu un manager tutto proteso verso i fratelli, un sacerdote che non trascurò mai i suoi doveri pastorali. In tutta la sua vita ebbe come obiettivo: morire povero, senza debiti e senza peccati.

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Don Albino Alves da Cunha e Silva nacque il 22 settembre 1882 nella frazione di Codeçôso, Municipio di Celorico de Basto, in Portogallo. Terminati gli studi ginnasiali entrò in seminario. Mons. Manoel Baptista da Cunha, arcivescovo di Braga, lo ordinò sacerdote il 23 giugno 1905.
Nel 1910 scoppiata la rivoluzione in Portogallo e proclamata la Repubblica, don Albino, insieme con tanti altri sacerdoti e laici impegnati, fu perseguitato duramente, quindi condannato alla prigione e alla deportazione in Africa. Prima che si mettesse in atto la sentenza, tuttavia, con il permesso dell’arcivescovo, partì per il Brasile.
Mons. José Marcondes lo accolse nella nuova diocesi di São Carlos do Pinhal, nominandolo parroco di Barra Bonita, quindi il 26 aprile 1918 di Catanduva.
A Catanduva don Albino dispiegò tutte le sue capacità imprenditoriali raccogliendo fondi e lavorando per la costruzione della chiesa e dell’ospedale. Il 19 ottobre 1926 fondò l’Associazione di Beneficenza di Catanduva, che nel 1968 trasformò in Fondazione, per gestire la parte amministrativa. Costruì il Collegio di Nostra Signora del Calvario, un ospizio per gli anziani, il villaggio San Vincenzo, la casa del fanciullo «Sinharinha Netto», l’asilo Ortega-Giosué, il ginnasio mons. Lafayette, un santuario dedicato a Nostra Signora Aparecida e, per i Padri Dottrinari, sostenne la costruzione del seminario. Si impegnò per avere a Catanduva la Facoltà di Medicina (1969), il Collegio commerciale (1971), la Facoltà di Economia e Commercio (1972) e la Facoltà di Scienze Motorie (1973).
Morì il 19 settembre 1973, compianto da tutti come «padre dei poveri» e «vero fondatore» di Catanduva.
Don Albino fu un manager tutto proteso verso i fratelli, un sacerdote che non trascurò mai i suoi doveri pastorali. In tutta la sua vita ebbe come obiettivo: morire povero, senza debiti e senza peccati.

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