Autobiografia di una Repubblica

Nonfiction, History, Ireland
Cover of the book Autobiografia di una Repubblica by Guido Crainz, Donzelli Editore
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Guido Crainz ISBN: 9788860366023
Publisher: Donzelli Editore Publication: July 11, 2012
Imprint: Donzelli Editore Language: Italian
Author: Guido Crainz
ISBN: 9788860366023
Publisher: Donzelli Editore
Publication: July 11, 2012
Imprint: Donzelli Editore
Language: Italian

Dove affonda le sue radici l’Italia di oggi? Viviamo in una fase di transizione, o si è delineato sotto i nostri occhi un approdo non effimero della vicenda repubblicana? E dove cercare le ragioni e le cause di questo approdo: in un astorico «carattere nazionale» o nel lungo confliggere di modi diversi di «essere italiani»? E più ancora, il consolidarsi della leadership di Silvio Berlusconi è il frutto di una eccezionale congiuntura o l’esito di quel lungo confliggere? Va attribuito solo alla crisi di un sistema politico, all’inadeguatezza delle altre proposte, alla potenza dei media, al fascino di un populismo di nuovo conio, o esprime culture e comportamenti che si sono largamente affermati in un lungo e contrastato processo? Guido Crainz cerca le risposte a queste e ad altre domande non in vizi plurisecolari del Paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall’eredità del fascismo, dalla nascita della «repubblica dei partiti» e dagli anni della guerra fredda. L’analisi si sofferma soprattutto sulla «grande trasformazione» che ha inizio negli anni del «miracolo» e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una «mutazione antropologica»destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti – di cui il ’68 è fragile e contraddittoria espressione – e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. «Mutazione antropologica» e crisi del «Palazzo» – per dirla con Pier Paolo Pasolini – vengono così a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l’esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica «Seconda Repubblica»: speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro. Non prese corpo allora un’alternativa credibile, capace di dare uno sbocco reale a tendenze ed energie pur presenti, di arginare le derive e di ravvivare responsabilità civili. Comprendere appieno questi processi e le loro conseguenze è condizione necessaria – sostiene Crainz – per misurarsi con un’Italia che è destinata a durare. Guido Crainz, nato a Udine, è docente di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato: Padania. Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne (1994, 2007); Storia del miracolo italiano (1997, 2003); Il paese mancato (2003); Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (2005); L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia (2007);ha curato inoltre il volume di Enzo Forcella, Millecinquecento lettori. Confessioni di un giornalista politico (2004) e, con Raoul Pupo e Silvia Salvatici, Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa(2008).

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Dove affonda le sue radici l’Italia di oggi? Viviamo in una fase di transizione, o si è delineato sotto i nostri occhi un approdo non effimero della vicenda repubblicana? E dove cercare le ragioni e le cause di questo approdo: in un astorico «carattere nazionale» o nel lungo confliggere di modi diversi di «essere italiani»? E più ancora, il consolidarsi della leadership di Silvio Berlusconi è il frutto di una eccezionale congiuntura o l’esito di quel lungo confliggere? Va attribuito solo alla crisi di un sistema politico, all’inadeguatezza delle altre proposte, alla potenza dei media, al fascino di un populismo di nuovo conio, o esprime culture e comportamenti che si sono largamente affermati in un lungo e contrastato processo? Guido Crainz cerca le risposte a queste e ad altre domande non in vizi plurisecolari del Paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall’eredità del fascismo, dalla nascita della «repubblica dei partiti» e dagli anni della guerra fredda. L’analisi si sofferma soprattutto sulla «grande trasformazione» che ha inizio negli anni del «miracolo» e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una «mutazione antropologica»destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti – di cui il ’68 è fragile e contraddittoria espressione – e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. «Mutazione antropologica» e crisi del «Palazzo» – per dirla con Pier Paolo Pasolini – vengono così a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l’esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica «Seconda Repubblica»: speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro. Non prese corpo allora un’alternativa credibile, capace di dare uno sbocco reale a tendenze ed energie pur presenti, di arginare le derive e di ravvivare responsabilità civili. Comprendere appieno questi processi e le loro conseguenze è condizione necessaria – sostiene Crainz – per misurarsi con un’Italia che è destinata a durare. Guido Crainz, nato a Udine, è docente di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato: Padania. Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne (1994, 2007); Storia del miracolo italiano (1997, 2003); Il paese mancato (2003); Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (2005); L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia (2007);ha curato inoltre il volume di Enzo Forcella, Millecinquecento lettori. Confessioni di un giornalista politico (2004) e, con Raoul Pupo e Silvia Salvatici, Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa(2008).

More books from Donzelli Editore

Cover of the book L'era della giovinezza by Guido Crainz
Cover of the book Deledda by Guido Crainz
Cover of the book Il paese reale by Guido Crainz
Cover of the book Al limite della docenza by Guido Crainz
Cover of the book La critica come critica della vita by Guido Crainz
Cover of the book Le mani su Machiavelli by Guido Crainz
Cover of the book Simone de Beauvoir by Guido Crainz
Cover of the book Badlands by Guido Crainz
Cover of the book Destra e sinistra by Guido Crainz
Cover of the book Berlusconi passato alla storia by Guido Crainz
Cover of the book Sulle orme del gambero by Guido Crainz
Cover of the book La pulce, la cerva e la vecchia scorticata by Guido Crainz
Cover of the book Le stelle, le strisce, la democrazia by Guido Crainz
Cover of the book Principessa pel di topo by Guido Crainz
Cover of the book Marcinelle, 1956 by Guido Crainz
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy