Author: | Giacomo Panizza, Goffredo Fofi | ISBN: | 9788810963081 |
Publisher: | EDB - Edizioni Dehoniane Bologna | Publication: | April 21, 2017 |
Imprint: | EDB - Edizioni Dehoniane Bologna | Language: | Italian |
Author: | Giacomo Panizza, Goffredo Fofi |
ISBN: | 9788810963081 |
Publisher: | EDB - Edizioni Dehoniane Bologna |
Publication: | April 21, 2017 |
Imprint: | EDB - Edizioni Dehoniane Bologna |
Language: | Italian |
In molti luoghi del nostro Paese la mentalità mafiosa si insinua nel modo di pensare comune. È la mentalità dei boss, delle donne di mafia e dei giovani in carriera nelle cosche, ma anche quella che si respira nelle relazioni, nelle parole e nei silenzi delle città. Piegate al raggiungimento degli scopi criminali dei clan, le regole «educative» criminali si impongono nelle comunità locali attraverso gli insegnamenti di cattivi maestri che agiscono il potere della forza, l’importanza di riprodurre modalità rigide e ripetitive di comportamenti sociali – come la riscossione del pizzo – mostrano che chi apprende, dopo essere stato messo alla prova, ottiene fiducia e fa carriera. L’educazione dei giovani criminali, allenati a collocare in secondo piano i sentimenti e l’amicizia, avviene sul campo, anche attraverso le condanne, pure feroci, di coloro che sbagliano, dimostrazioni lampanti che uno sparuto gruppo di persone riesce ad «ammaestrare» interi quartieri e intere città. Una vera e propria «pedagogia mafiosa» prodotta da questi cattivi insegnanti che si può contrastare solo con un’educazione alternativa.
In molti luoghi del nostro Paese la mentalità mafiosa si insinua nel modo di pensare comune. È la mentalità dei boss, delle donne di mafia e dei giovani in carriera nelle cosche, ma anche quella che si respira nelle relazioni, nelle parole e nei silenzi delle città. Piegate al raggiungimento degli scopi criminali dei clan, le regole «educative» criminali si impongono nelle comunità locali attraverso gli insegnamenti di cattivi maestri che agiscono il potere della forza, l’importanza di riprodurre modalità rigide e ripetitive di comportamenti sociali – come la riscossione del pizzo – mostrano che chi apprende, dopo essere stato messo alla prova, ottiene fiducia e fa carriera. L’educazione dei giovani criminali, allenati a collocare in secondo piano i sentimenti e l’amicizia, avviene sul campo, anche attraverso le condanne, pure feroci, di coloro che sbagliano, dimostrazioni lampanti che uno sparuto gruppo di persone riesce ad «ammaestrare» interi quartieri e intere città. Una vera e propria «pedagogia mafiosa» prodotta da questi cattivi insegnanti che si può contrastare solo con un’educazione alternativa.