Corso base per analfabeti sentimentali

Fiction & Literature, Family Life, Romance
Cover of the book Corso base per analfabeti sentimentali by Rebecca Quasi, Rebecca Quasi
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Author: Rebecca Quasi ISBN: 9788826038896
Publisher: Rebecca Quasi Publication: March 14, 2017
Imprint: Language: Italian
Author: Rebecca Quasi
ISBN: 9788826038896
Publisher: Rebecca Quasi
Publication: March 14, 2017
Imprint:
Language: Italian

Per Isabella, anaffettiva militante, il lavoro di badante presso una malata di Alzheimer è il posto ideale: pare addirittura che la signora Paola apprezzi ore di lettura di Tolstoj in lingua originale e lunghe sedute di musica classica.
Potrebbe scivolare tutto in un perfetto e confortante immobilismo, se Isabella non captasse per caso una conversazione riguardante l'affascinante figlio della sua paziente...

"- Nonostante sia in una situazione molto critica – disse lui sedendosi nel bovindo di fronte a me (io ero alla scrivania e stavo scrivendo) – sono in debito con lei. Probabilmente finirà malissimo, ma se non succederà sarà solo merito suo -
- Non saprei... magari lei contrabbandava quel coso e finiva lì -
- Se il gioco gli riesce una volta non mollano... -
Continuò a guardarmi mentre rileggevo sottovoce quello che avevo tradotto.
- Se lei fosse una donna minimamente prevedibile le manderei dei fiori e le farei un regalo scontato, che so... una borsa di Prada o un gioiello... ma con lei, comprando una borsetta, non mi sdebiterei in nessun modo -
- Perché deve sdebitarsi, scusi? -
- Io sono molto prevedibile -
- Capisco -
- Mi aiuti, mi dica che cosa le farebbe piacere... -
- Niente davvero – mi sforzai di sorridere in modo da convincerlo.
- E' esasperante -
- Lo so. Me lo dice tutte le volte che ci parliamo -
Non so perché decisi di shoccarlo, forse volevo solo che si levasse di torno e la smettesse di volersi occupare di me e del mio benessere senza avere la minima idea di come fossi io e di che cosa costituisse realmente il mio benessere.
Lo guardai negli occhi. Mi piacevano molto i suoi occhi perché erano incredibilmente inespressivi eppure dentro vi guizzava sempre, per un attimo, quello che gli passava per la testa.
- Ci sarebbe una cosa... - insinuai.
- Sentiamo -
- Ho un po' bisogno di sesso -
Fu esattamente come nei cartoni animati, quando a un personaggio escono gli occhi dalle orbite attaccati a quelle ridicole molle.
L'avevo zittito."

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Per Isabella, anaffettiva militante, il lavoro di badante presso una malata di Alzheimer è il posto ideale: pare addirittura che la signora Paola apprezzi ore di lettura di Tolstoj in lingua originale e lunghe sedute di musica classica.
Potrebbe scivolare tutto in un perfetto e confortante immobilismo, se Isabella non captasse per caso una conversazione riguardante l'affascinante figlio della sua paziente...

"- Nonostante sia in una situazione molto critica – disse lui sedendosi nel bovindo di fronte a me (io ero alla scrivania e stavo scrivendo) – sono in debito con lei. Probabilmente finirà malissimo, ma se non succederà sarà solo merito suo -
- Non saprei... magari lei contrabbandava quel coso e finiva lì -
- Se il gioco gli riesce una volta non mollano... -
Continuò a guardarmi mentre rileggevo sottovoce quello che avevo tradotto.
- Se lei fosse una donna minimamente prevedibile le manderei dei fiori e le farei un regalo scontato, che so... una borsa di Prada o un gioiello... ma con lei, comprando una borsetta, non mi sdebiterei in nessun modo -
- Perché deve sdebitarsi, scusi? -
- Io sono molto prevedibile -
- Capisco -
- Mi aiuti, mi dica che cosa le farebbe piacere... -
- Niente davvero – mi sforzai di sorridere in modo da convincerlo.
- E' esasperante -
- Lo so. Me lo dice tutte le volte che ci parliamo -
Non so perché decisi di shoccarlo, forse volevo solo che si levasse di torno e la smettesse di volersi occupare di me e del mio benessere senza avere la minima idea di come fossi io e di che cosa costituisse realmente il mio benessere.
Lo guardai negli occhi. Mi piacevano molto i suoi occhi perché erano incredibilmente inespressivi eppure dentro vi guizzava sempre, per un attimo, quello che gli passava per la testa.
- Ci sarebbe una cosa... - insinuai.
- Sentiamo -
- Ho un po' bisogno di sesso -
Fu esattamente come nei cartoni animati, quando a un personaggio escono gli occhi dalle orbite attaccati a quelle ridicole molle.
L'avevo zittito."

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