Author: | Lara Marongiu | ISBN: | 9786050381177 |
Publisher: | Lara Marongiu | Publication: | May 21, 2015 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Lara Marongiu |
ISBN: | 9786050381177 |
Publisher: | Lara Marongiu |
Publication: | May 21, 2015 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
La distopia o antiutopia viene descritta come una situazione contraria all’utopia, ciò che le contraddistingue è che se l’utopia si pretende come beato e irraggiungibile non luogo, l’antiutopia, di converso, è sempre già-qui-ora ed essa coincide con l’erezione del doppio sistema, della sua ombra disvelata nello specchio del tempo. L’antiutopia, che parla al passato di un futuro avvenire, di fatto, dunque, riguarda esplicitamente il presente. Utopia e distopia appaiono, a primo impatto due concetti opposti, che descrivono situazioni del tutto divergenti e assolutamente inconciliabili; una più attenta analisi dell’argomento, però, fa sorgere il dubbio sul fatto che le situazioni descritte da questi due concetti contengano aspetti simili, caratteristiche affini o che siano situazioni “immediatamente identiche” o ancora, che siano una il prosieguo dell’altra, se non la sua degenerazione. La società utopica che, ad esempio, ci viene presentata in Utopia di Thomas More può apparire una realtà perfetta, priva di contrasti, manchevole di malvagità e discriminazione, un mondo impeccabile sotto tutti i punti di vista che può, però, visto con gli occhi del presente disvelare una concretezza assolutamente distopica, tanto perfetta da diventare, paradossalmente, imperfetta. L’antiutopia, in questa chiave di lettura, incarna la dimostrazione dell’impossibilità di vedere realizzata una qualsiasi forma di utopia. Molti autori hanno descritto realtà prettamente distopiche, ponendo in risalto quelle che sono le caratteristiche primarie di un mondo che è il peggior mondo possibile; fortunatamente irrealizzabile. Da Shakespeare, in La Tempesta, che può essere analizzata sotto una luce distopica a Jonathan Swift con la sua opera Gulliver’s travels, per poi arrivare ad autori più recenti come Huxley, William Golding, Anthony Burgess; tutti autori di opere distopiche nelle quali si possono ritrovare gli elementi caratteristici dell’antiutopia: il controllo, il male come potenza assoluta, la cattiveria umana e la soppressione dell’individuo in quanto tale. George Orwell, con 1984 si colloca nettamente all’interno della tradizione della moderna scrittura utopica e antiutopica. È questo il testo che verrà analizzato.
La distopia o antiutopia viene descritta come una situazione contraria all’utopia, ciò che le contraddistingue è che se l’utopia si pretende come beato e irraggiungibile non luogo, l’antiutopia, di converso, è sempre già-qui-ora ed essa coincide con l’erezione del doppio sistema, della sua ombra disvelata nello specchio del tempo. L’antiutopia, che parla al passato di un futuro avvenire, di fatto, dunque, riguarda esplicitamente il presente. Utopia e distopia appaiono, a primo impatto due concetti opposti, che descrivono situazioni del tutto divergenti e assolutamente inconciliabili; una più attenta analisi dell’argomento, però, fa sorgere il dubbio sul fatto che le situazioni descritte da questi due concetti contengano aspetti simili, caratteristiche affini o che siano situazioni “immediatamente identiche” o ancora, che siano una il prosieguo dell’altra, se non la sua degenerazione. La società utopica che, ad esempio, ci viene presentata in Utopia di Thomas More può apparire una realtà perfetta, priva di contrasti, manchevole di malvagità e discriminazione, un mondo impeccabile sotto tutti i punti di vista che può, però, visto con gli occhi del presente disvelare una concretezza assolutamente distopica, tanto perfetta da diventare, paradossalmente, imperfetta. L’antiutopia, in questa chiave di lettura, incarna la dimostrazione dell’impossibilità di vedere realizzata una qualsiasi forma di utopia. Molti autori hanno descritto realtà prettamente distopiche, ponendo in risalto quelle che sono le caratteristiche primarie di un mondo che è il peggior mondo possibile; fortunatamente irrealizzabile. Da Shakespeare, in La Tempesta, che può essere analizzata sotto una luce distopica a Jonathan Swift con la sua opera Gulliver’s travels, per poi arrivare ad autori più recenti come Huxley, William Golding, Anthony Burgess; tutti autori di opere distopiche nelle quali si possono ritrovare gli elementi caratteristici dell’antiutopia: il controllo, il male come potenza assoluta, la cattiveria umana e la soppressione dell’individuo in quanto tale. George Orwell, con 1984 si colloca nettamente all’interno della tradizione della moderna scrittura utopica e antiutopica. È questo il testo che verrà analizzato.