Author: | Luigi Barbetta | ISBN: | 9788822835123 |
Publisher: | Luigi Barbetta | Publication: | August 22, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Luigi Barbetta |
ISBN: | 9788822835123 |
Publisher: | Luigi Barbetta |
Publication: | August 22, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
L’utilizzo di un materiale non convenzionale, permette al docente di chitarra di poter integrare l’approccio a questa risorsa con l’ascolto delle opere di Debussy, che più di ogni altro compositore nella storia della musica ha utilizzato con successo la scala esatonale, nell’obiettivo di colmare la carenza di conoscenze che spesso si accumula nella didattica dello strumento, soprattutto nei confronti di repertori “non chitarristici” e che inficia, spesso e volentieri, la comprensione, fin da piccoli, di musica che non può e non deve mancare nei programmi di ascolto e di studio di qualsiasi istituzione scolastica.
Il contatto con un materiale così “definito”, riferendosi alla trasposizione limitata, costituisce un ottimo punto di partenza per l’improvvisazione e per la composizione: svincolato dal tonalismo e da punti di polarizzazione forti, lascia libertà e possibilità di appropriarsi o ri-appropriarsi di un linguaggio decisamente poco convenzionale.
Lo studio di questo brano, può presentare delle difficoltà di carattere musicale, ma esse rientrano nel campo dell’abitudine all’ascolto e sono superabili con la pratica.
L’input ritmico costante, permette di migliorare le abilità di tenuta esecutiva e concentrazione. Inoltre, suonare con qualche alterazione in più del solito, non può che portare ad un miglioramento della lettura e della conoscenza mnemonica della tastiera dello strumento.
L’utilizzo di un materiale non convenzionale, permette al docente di chitarra di poter integrare l’approccio a questa risorsa con l’ascolto delle opere di Debussy, che più di ogni altro compositore nella storia della musica ha utilizzato con successo la scala esatonale, nell’obiettivo di colmare la carenza di conoscenze che spesso si accumula nella didattica dello strumento, soprattutto nei confronti di repertori “non chitarristici” e che inficia, spesso e volentieri, la comprensione, fin da piccoli, di musica che non può e non deve mancare nei programmi di ascolto e di studio di qualsiasi istituzione scolastica.
Il contatto con un materiale così “definito”, riferendosi alla trasposizione limitata, costituisce un ottimo punto di partenza per l’improvvisazione e per la composizione: svincolato dal tonalismo e da punti di polarizzazione forti, lascia libertà e possibilità di appropriarsi o ri-appropriarsi di un linguaggio decisamente poco convenzionale.
Lo studio di questo brano, può presentare delle difficoltà di carattere musicale, ma esse rientrano nel campo dell’abitudine all’ascolto e sono superabili con la pratica.
L’input ritmico costante, permette di migliorare le abilità di tenuta esecutiva e concentrazione. Inoltre, suonare con qualche alterazione in più del solito, non può che portare ad un miglioramento della lettura e della conoscenza mnemonica della tastiera dello strumento.