Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro è l'autobiografia intellettuale di uno dei più autorevoli e ascoltati protagonisti della cultura europea. Giunto in Francia dalla Bulgaria agli inizi degli anni Sessanta, Tzvetan Todorov ha diffuso in Occidente le idee degli strutturalisti russi. Ma già allora, in un decennio caratterizzato dall'egemonia del segno, cercava l'essere umano che si nasconde dietro i segni e il linguaggio. In questo libro Todorov traccia un itinerario personale che illumina gli oggetti della sua riflessione letteraria e politica: da Raymond Aron a Edward Said, da Germaine Tillion a Primo Levi, da Mozart a Stendhal, da Beckett a Goethe, protagonista del profilo che chiude il volume. Non ignora gli aspetti più oscuri e ambigui della storia contemporanea, come nelle pagine dedicate a «Stalin visto da vicino», ad «Artisti e dittatori», ai limiti della giustizia o alla «memoria come rimedio al male». Senza mai puntare all'edificazione di un «sistema» (impresa improbabile per chi, come lui, è fuggito dai totalitarismi), ripercorre gli incontri con gli uomini e le donne, i libri e le testimonianze di vita che lo hanno condotto verso un umanesimo che si è scontrato con il male: un umanesimo che dunque non cede alla tentazione dell'ottimismo e neppure a quella del pessimismo. Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro è un libro ricco di cultura e di erudizione, di una straordinaria ampiezza di interessi e orizzonti, che sa parlare in modo diretto alla mente e al cuore.
Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro è l'autobiografia intellettuale di uno dei più autorevoli e ascoltati protagonisti della cultura europea. Giunto in Francia dalla Bulgaria agli inizi degli anni Sessanta, Tzvetan Todorov ha diffuso in Occidente le idee degli strutturalisti russi. Ma già allora, in un decennio caratterizzato dall'egemonia del segno, cercava l'essere umano che si nasconde dietro i segni e il linguaggio. In questo libro Todorov traccia un itinerario personale che illumina gli oggetti della sua riflessione letteraria e politica: da Raymond Aron a Edward Said, da Germaine Tillion a Primo Levi, da Mozart a Stendhal, da Beckett a Goethe, protagonista del profilo che chiude il volume. Non ignora gli aspetti più oscuri e ambigui della storia contemporanea, come nelle pagine dedicate a «Stalin visto da vicino», ad «Artisti e dittatori», ai limiti della giustizia o alla «memoria come rimedio al male». Senza mai puntare all'edificazione di un «sistema» (impresa improbabile per chi, come lui, è fuggito dai totalitarismi), ripercorre gli incontri con gli uomini e le donne, i libri e le testimonianze di vita che lo hanno condotto verso un umanesimo che si è scontrato con il male: un umanesimo che dunque non cede alla tentazione dell'ottimismo e neppure a quella del pessimismo. Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro è un libro ricco di cultura e di erudizione, di una straordinaria ampiezza di interessi e orizzonti, che sa parlare in modo diretto alla mente e al cuore.