Author: | Eric-Emmanuel Schmitt | ISBN: | 9788866322368 |
Publisher: | Edizioni e/o | Publication: | September 5, 2012 |
Imprint: | Edizioni e/o | Language: | Italian |
Author: | Eric-Emmanuel Schmitt |
ISBN: | 9788866322368 |
Publisher: | Edizioni e/o |
Publication: | September 5, 2012 |
Imprint: | Edizioni e/o |
Language: | Italian |
Tutti sanno che in Cina le coppie non possono avere più di un figlio. Le autorità cinesi sono molto attente al controllo demografico, e chi trasgredisce incorre in severe sanzioni. Come fa allora la modesta signora Ming, addetta alle pulizie nella toilette per gli uomini del Grand Hotel di Yunhai, ad avere dieci figli? Il moderno e spregiudicato imprenditore francese, a Yunhai per affari, ritiene che la donna lo voglia prendere in giro. Si diverte a parlare con lei, ad ascoltare le storie che lei gli racconta sui suoi figli immaginari, e ne approfitta per praticare la lingua del luogo, il cantonese, ma di base è convinto che la donna sia una mitomane. Nel corso dei giorni, però, man mano che si dipanano le vicende dei figli inesistenti, l’uomo d’affari cambia parere. Le parole della signora Ming, farcite di precetti di Confucio, gli fanno apparire l’esistenza sotto un’altra ottica, lo spingono a indagare sui labili confini che dividono la verità dalla menzogna e lo portano, infine, a rivalutare la sua stessa vita e a considerare seriamente la possibilità di una paternità fino ad allora accuratamente evitata. Il magistrale stile di Schmitt ci conduce stavolta in Estremo Oriente, luogo misterioso in cui la memoria storica e culturale non è affidata come da noi a pietre e monumenti, ma si perpetua nel comportamento della gente comune e viene tramandata, sempre viva, da duemilaseicento anni di generazione in generazione.
Tutti sanno che in Cina le coppie non possono avere più di un figlio. Le autorità cinesi sono molto attente al controllo demografico, e chi trasgredisce incorre in severe sanzioni. Come fa allora la modesta signora Ming, addetta alle pulizie nella toilette per gli uomini del Grand Hotel di Yunhai, ad avere dieci figli? Il moderno e spregiudicato imprenditore francese, a Yunhai per affari, ritiene che la donna lo voglia prendere in giro. Si diverte a parlare con lei, ad ascoltare le storie che lei gli racconta sui suoi figli immaginari, e ne approfitta per praticare la lingua del luogo, il cantonese, ma di base è convinto che la donna sia una mitomane. Nel corso dei giorni, però, man mano che si dipanano le vicende dei figli inesistenti, l’uomo d’affari cambia parere. Le parole della signora Ming, farcite di precetti di Confucio, gli fanno apparire l’esistenza sotto un’altra ottica, lo spingono a indagare sui labili confini che dividono la verità dalla menzogna e lo portano, infine, a rivalutare la sua stessa vita e a considerare seriamente la possibilità di una paternità fino ad allora accuratamente evitata. Il magistrale stile di Schmitt ci conduce stavolta in Estremo Oriente, luogo misterioso in cui la memoria storica e culturale non è affidata come da noi a pietre e monumenti, ma si perpetua nel comportamento della gente comune e viene tramandata, sempre viva, da duemilaseicento anni di generazione in generazione.