In questo ebook si racconta il meraviglioso panorama dell’arte gloriosa del Cinquecento, che tocca le punte più alte nei suoi primi e nei suoi ultimi quindici anni. I risultati raggiunti dalla ricerca artistica negli anni che vanno dal Tondo Doni di Michelangelo alla volta della Cappella Sistina e dalle opere fiorentine di Raffaello alla conclusione delle Stanze Vaticane condizioneranno e quasi esauriranno gli sviluppi futuri dell’arte italiana e in parte di quella europea fino alla metà degli anni Ottanta, quando i Carracci a Bologna e Caravaggio a Roma gettano le basi per la svolta moderna verso il naturalismo seicentesco. Si descrive qui il nuovo linguaggio artistico, aulico e classico, capace di imporsi come nuova lingua nazionale portato a piena definizione da Raffaello e Michelangelo e il modo in cui le nuove forme classiche, modellate sugli esempi della statuaria antica, fissano i canoni di una bellezza ideale, che diviene specchio della dignità e della grandezza dell’uomo al centro dell’universo e della storia. Un secolo ricco di iniziative, tra cui primeggia la Maniera inaugurata da Giulio Romano, Polidoro da Caravaggio e Perin del Vaga, affiancati da Rosso Fiorentino, Benvenuto Cellini e Parmigianino nell’atmosfera colta, tollerante e raffinata di Clemente VII, che fa dell'eleganza formale, della complessità compositiva e della creatività artificiosa nelle ispirazioni tematiche la sua essenza. Mentre in campo architettonico la ripresa dei modelli classici si alimenta del mito della renovatio urbis che intende restituire alla città dei papi la grandezza monumentale della Roma imperiale, quale presupposto per la sua rinascita anche politica, in un rapporto dialettico con la classicità che lascia spazio all’invenzione dei più grandi architetti, da Giulio Romano a Gerolamo Genga, da Vignola a Sansovino, a Palladio.
In questo ebook si racconta il meraviglioso panorama dell’arte gloriosa del Cinquecento, che tocca le punte più alte nei suoi primi e nei suoi ultimi quindici anni. I risultati raggiunti dalla ricerca artistica negli anni che vanno dal Tondo Doni di Michelangelo alla volta della Cappella Sistina e dalle opere fiorentine di Raffaello alla conclusione delle Stanze Vaticane condizioneranno e quasi esauriranno gli sviluppi futuri dell’arte italiana e in parte di quella europea fino alla metà degli anni Ottanta, quando i Carracci a Bologna e Caravaggio a Roma gettano le basi per la svolta moderna verso il naturalismo seicentesco. Si descrive qui il nuovo linguaggio artistico, aulico e classico, capace di imporsi come nuova lingua nazionale portato a piena definizione da Raffaello e Michelangelo e il modo in cui le nuove forme classiche, modellate sugli esempi della statuaria antica, fissano i canoni di una bellezza ideale, che diviene specchio della dignità e della grandezza dell’uomo al centro dell’universo e della storia. Un secolo ricco di iniziative, tra cui primeggia la Maniera inaugurata da Giulio Romano, Polidoro da Caravaggio e Perin del Vaga, affiancati da Rosso Fiorentino, Benvenuto Cellini e Parmigianino nell’atmosfera colta, tollerante e raffinata di Clemente VII, che fa dell'eleganza formale, della complessità compositiva e della creatività artificiosa nelle ispirazioni tematiche la sua essenza. Mentre in campo architettonico la ripresa dei modelli classici si alimenta del mito della renovatio urbis che intende restituire alla città dei papi la grandezza monumentale della Roma imperiale, quale presupposto per la sua rinascita anche politica, in un rapporto dialettico con la classicità che lascia spazio all’invenzione dei più grandi architetti, da Giulio Romano a Gerolamo Genga, da Vignola a Sansovino, a Palladio.