Author: | Marti Gruter | ISBN: | 9788826085043 |
Publisher: | Marti Gruter | Publication: | May 17, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Marti Gruter |
ISBN: | 9788826085043 |
Publisher: | Marti Gruter |
Publication: | May 17, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Vlad III Draculea, detto Tepes, cioè l’impalatore, è una persona rilevante dal punto di vista storico, ma la sua vicenda è stata deturpata da un’accanita propaganda, orchestrata da detrattori suoi contemporanei ed incredibilmente, dal successo di un’opera letteraria di dubbio gusto britannico, che ancora oggi imperversa nella cultura sommaria ed esoterica del vampirismo. Ne è scaturito un mistero difficilmente districabile con approccio scientifico, ma affascinante se la ricerca è finalizzata ad un’esemplificazione ideale.
Il suffisso determinativo e diminutivo “ul-ea” indica la discendenza e si riferisce esplicitamente al titolo di Drac, drago ovvero diavolo, di cui il padre si fregiava essendo riuscito ad entrare nel prestigioso Ordine del Drago, fondato da Sigismondo a difesa della Cristianità del XV secolo. Un nome suggestivo che anche oggi ricorre, allusivo, nelle alte sfere del potere finanziario.
Il racconto si astrae dai complessi ed inconcludenti intrecci che i potenti dell’epoca imbastivano, inseguendo successi e ricchezze a scapito di popolazioni inermi, né più né meno come succede ai tempi nostri.
L’immaginario percorso spirituale del Principe Vlad III è ricostruito attraverso l’intenso rapporto con un modesto parroco di campagna, casualmente incontrato durante la lunga residenza forzata a Pest, sotto la protezione del re d’Ungheria.
I dialoghi serrati lasciano emergere le contraddizioni del protagonista, ma anche la sua profonda aspirazione a definire il senso, anche di una vita pazzesca come la sua.
Il finale sorprendente, anch’esso non privo di esatti riferimenti storici, rivela l’abbraccio dell’uomo alla sua morte: momento cruciale per chi è disposto ad accettare la verità, pur di raggiungere il traguardo della libertà.
Vlad III Draculea, detto Tepes, cioè l’impalatore, è una persona rilevante dal punto di vista storico, ma la sua vicenda è stata deturpata da un’accanita propaganda, orchestrata da detrattori suoi contemporanei ed incredibilmente, dal successo di un’opera letteraria di dubbio gusto britannico, che ancora oggi imperversa nella cultura sommaria ed esoterica del vampirismo. Ne è scaturito un mistero difficilmente districabile con approccio scientifico, ma affascinante se la ricerca è finalizzata ad un’esemplificazione ideale.
Il suffisso determinativo e diminutivo “ul-ea” indica la discendenza e si riferisce esplicitamente al titolo di Drac, drago ovvero diavolo, di cui il padre si fregiava essendo riuscito ad entrare nel prestigioso Ordine del Drago, fondato da Sigismondo a difesa della Cristianità del XV secolo. Un nome suggestivo che anche oggi ricorre, allusivo, nelle alte sfere del potere finanziario.
Il racconto si astrae dai complessi ed inconcludenti intrecci che i potenti dell’epoca imbastivano, inseguendo successi e ricchezze a scapito di popolazioni inermi, né più né meno come succede ai tempi nostri.
L’immaginario percorso spirituale del Principe Vlad III è ricostruito attraverso l’intenso rapporto con un modesto parroco di campagna, casualmente incontrato durante la lunga residenza forzata a Pest, sotto la protezione del re d’Ungheria.
I dialoghi serrati lasciano emergere le contraddizioni del protagonista, ma anche la sua profonda aspirazione a definire il senso, anche di una vita pazzesca come la sua.
Il finale sorprendente, anch’esso non privo di esatti riferimenti storici, rivela l’abbraccio dell’uomo alla sua morte: momento cruciale per chi è disposto ad accettare la verità, pur di raggiungere il traguardo della libertà.