Author: | AA.VV. | ISBN: | 9788864403854 |
Publisher: | IBL Libri | Publication: | March 11, 2019 |
Imprint: | IBL Libri | Language: | Italian |
Author: | AA.VV. |
ISBN: | 9788864403854 |
Publisher: | IBL Libri |
Publication: | March 11, 2019 |
Imprint: | IBL Libri |
Language: | Italian |
«A questo mondo non v’è nulla di certo tranne la morte e le tasse». Così scriveva Benjamin Franklin al fisico francese Jean-Baptiste Le Roy il 13 novembre 1789, ma forse in poche altre realtà come nell’Italia odierna queste parole, che accostano morte e imposizione fiscale, suonano angosciose. Le cifre parlano infatti chiaro per quel che riguarda le ricadute della nostra fiscalità sulle attività produttive e, dunque, su quanto costituisce condizione di ogni sostentamento e progettualità.Alla base di questa abnormità del prelievo fiscale nel nostro paese vi è peraltro l’esasperazione di presupposti tipici dell’età moderna, studiati con accuratezza soprattutto dalla tradizione liberale propriamente detta, la quale non ha mai mancato di evidenziare nello Stato, e nell’ideologia che lo sorregge, la radice ultima del problema del progressivo incremento dei poteri coercitivi fiscali.È allora con l’accettazione di una mentalità “impositiva”, inculcataci fin dalla nascita, che bisogna confrontarsi (anche) quando si parla di fisco (termine che in origine designa il patrimonio pubblico e non uno specifico settore amministrativo destinato alla riscossione dei tributi); una mentalità per la quale lo Stato, ammantato da un’aura sacrale, di tutto sarebbe chiamato a incaricarsi e, dunque, tutto potrebbe pretendere.
«A questo mondo non v’è nulla di certo tranne la morte e le tasse». Così scriveva Benjamin Franklin al fisico francese Jean-Baptiste Le Roy il 13 novembre 1789, ma forse in poche altre realtà come nell’Italia odierna queste parole, che accostano morte e imposizione fiscale, suonano angosciose. Le cifre parlano infatti chiaro per quel che riguarda le ricadute della nostra fiscalità sulle attività produttive e, dunque, su quanto costituisce condizione di ogni sostentamento e progettualità.Alla base di questa abnormità del prelievo fiscale nel nostro paese vi è peraltro l’esasperazione di presupposti tipici dell’età moderna, studiati con accuratezza soprattutto dalla tradizione liberale propriamente detta, la quale non ha mai mancato di evidenziare nello Stato, e nell’ideologia che lo sorregge, la radice ultima del problema del progressivo incremento dei poteri coercitivi fiscali.È allora con l’accettazione di una mentalità “impositiva”, inculcataci fin dalla nascita, che bisogna confrontarsi (anche) quando si parla di fisco (termine che in origine designa il patrimonio pubblico e non uno specifico settore amministrativo destinato alla riscossione dei tributi); una mentalità per la quale lo Stato, ammantato da un’aura sacrale, di tutto sarebbe chiamato a incaricarsi e, dunque, tutto potrebbe pretendere.