Internet, i nostri diritti

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, Politics, Economic Policy, Social Science, Cultural Studies, Popular Culture
Cover of the book Internet, i nostri diritti by Stefano Rodotà, Anna Masera, Guido Scorza, Editori Laterza
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Author: Stefano Rodotà, Anna Masera, Guido Scorza ISBN: 9788858125083
Publisher: Editori Laterza Publication: March 17, 2016
Imprint: Editori Laterza Language: Italian
Author: Stefano Rodotà, Anna Masera, Guido Scorza
ISBN: 9788858125083
Publisher: Editori Laterza
Publication: March 17, 2016
Imprint: Editori Laterza
Language: Italian

Perché l'accesso a internet dovrebbe essere considerato un diritto fondamentale? Tutti ricordiamo la foto scattata a Tank Man, il ragazzo che il 5 giugno 1989 si parò davanti ai carri armati del Governo cinese divenendo il simbolo della manifestazione degli studenti di Piazza Tienanmen, in Cina. La protesta – che pure è considerata un evento storico importante – non ha cambiato il corso della storia in Cina, né ha dato vita a veri e propri moti rivoluzionari. Il fatto è che, nel 1989, Google, Youtube, Facebook e Twitter non esistevano. Ventuno anni dopo, tutt'altro destino hanno avuto le immagini del gesto di Mohammed Bouazizi, il giovane ambulante tunisino che il 17 dicembre 2010 si è dato fuoco a Sidi Bouzid, in un estremo gesto di protesta contro le condizioni economiche e politiche del suo Paese. Nello spazio di pochi minuti le immagini sono state pubblicate su Facebook, Twitter e Youtube e sono rimbalzate in tutto il mondo divenendo, di fatto, la miccia di quella che è poi passata alla storia come la 'primavera araba'. Partendo da casi concreti e da episodi di vita vissuta, comprendiamo perché il libero accesso alla Rete sia da considerare un diritto 'fondamentale', e quanto esso possa cambiare la vita di un uomo ma anche il corso della storia politica, culturale ed economica di un Paese. Una parola-chiave per ogni capitolo: spazio, diritti, accesso, cultura, uguaglianza, privacy, identità, anonimato, oblio, cittadinanza, sicurezza, democrazia. Sullo sfondo, la Dichiarazione dei diritti in Internet approvata dalla Commissione per i diritti e doveri relativi a Internet che, con la guida esperta di Stefano Rodotà, rappresenta a oggi uno degli sforzi più maturi al mondo di selezionare e riempire di contenuto quelli che sono o dovrebbero essere i diritti fondamentali dei cittadini digitali.

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Perché l'accesso a internet dovrebbe essere considerato un diritto fondamentale? Tutti ricordiamo la foto scattata a Tank Man, il ragazzo che il 5 giugno 1989 si parò davanti ai carri armati del Governo cinese divenendo il simbolo della manifestazione degli studenti di Piazza Tienanmen, in Cina. La protesta – che pure è considerata un evento storico importante – non ha cambiato il corso della storia in Cina, né ha dato vita a veri e propri moti rivoluzionari. Il fatto è che, nel 1989, Google, Youtube, Facebook e Twitter non esistevano. Ventuno anni dopo, tutt'altro destino hanno avuto le immagini del gesto di Mohammed Bouazizi, il giovane ambulante tunisino che il 17 dicembre 2010 si è dato fuoco a Sidi Bouzid, in un estremo gesto di protesta contro le condizioni economiche e politiche del suo Paese. Nello spazio di pochi minuti le immagini sono state pubblicate su Facebook, Twitter e Youtube e sono rimbalzate in tutto il mondo divenendo, di fatto, la miccia di quella che è poi passata alla storia come la 'primavera araba'. Partendo da casi concreti e da episodi di vita vissuta, comprendiamo perché il libero accesso alla Rete sia da considerare un diritto 'fondamentale', e quanto esso possa cambiare la vita di un uomo ma anche il corso della storia politica, culturale ed economica di un Paese. Una parola-chiave per ogni capitolo: spazio, diritti, accesso, cultura, uguaglianza, privacy, identità, anonimato, oblio, cittadinanza, sicurezza, democrazia. Sullo sfondo, la Dichiarazione dei diritti in Internet approvata dalla Commissione per i diritti e doveri relativi a Internet che, con la guida esperta di Stefano Rodotà, rappresenta a oggi uno degli sforzi più maturi al mondo di selezionare e riempire di contenuto quelli che sono o dovrebbero essere i diritti fondamentali dei cittadini digitali.

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