Author: | Carolina T. | ISBN: | 1230001187830 |
Publisher: | TP Edit | Publication: | June 20, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Carolina T. |
ISBN: | 1230001187830 |
Publisher: | TP Edit |
Publication: | June 20, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Spesso la risposta istituzionale è altrettanto distruttiva della violenza di cui sono vittime i bambini.
L'ottica distorta con cui si esamina il problema dello stupro in famiglia nei confronti di un bimbo è sottolineata dalla terminologia usata dalla legge: non si parla di violenza sessuale aggravata, ma di abuso sessuale nei con fronti di un minore.
Questo in un qualche modo fa pensare che soltanto l'abuso è punibile mentre l'uso moderato di un bambino è consentito.
È la stessa terminologia distorta con la quale si rende spesso non punibile la violenza fisica in famiglia perché il codice punisce soltanto l'abuso dei mezzi di correzione.
La vicenda narrata in questo libro è emblematica e contiene tutti gli stereotipi con cui viene dipinta la famiglia incestuosa.
Vi è una famiglia tradizionale di buona estrazione economica con un padre autoritario e spesso violento e una madre debole sempre succube del coniuge.
La vittima dell'incesto è una bimba che trova infine il coraggio di denunciare il padre.
La risposta dell'istituzione giustizia è anch'essa emblematica: la bambina è bugiarda e la vera vittima diventa il padre che per il Tribunale è ingiustamente accusato dalla figlia.
Nel collegio giudicante c’è un amico di famiglia che, secondo l'etica e la legge avrebbe dovuto astenersi dall'esaminare quella vicenda penale.
Ricordo un Presidente di Corte d'Assise che prima di aprire il processo contro un padre stupratore che aveva violentato cinque figlie, ne aveva resa incinta una e aveva ammazzato, sotterrandolo in cantina, il neonato "figlio nipote ", ricordo - dicevo - che quel Presidente rivolto ai Giudici Popolari raccomandò loro di essere molto prudenti perché le bambine che accusano i padri di violenza sessuale molto spesso sono delle piccole mitomani!
Anche nella vicenda raccontata in prima persona dalla vittima il giudice ha considerato la vittima una mitomane e una bugiarda e, quindi, ha assolto il padre.
A quel giudice, a quel padre sembra doveroso ricordare quanto ebbe a scrivere Maria Montessori:
"Mai schiavo fu tanto proprietà del padrone, come il bambino lo è dell'adulto. Mai ci fu servo la cui obbedienza fosse cosa indiscutibile e perpetua come quella del bambino all'adulto. Mai le leggi dimenticarono i diritti dell'uomo, come dinanzi al bambino ".
E non solo: mai le leggi sono state applicate in maniera cosi distorta come quando la vittima è un bambino che ha subito il più grave di tutti i delitti: gli sono stati uccisi, e per sempre, i sogni.
Spesso la risposta istituzionale è altrettanto distruttiva della violenza di cui sono vittime i bambini.
L'ottica distorta con cui si esamina il problema dello stupro in famiglia nei confronti di un bimbo è sottolineata dalla terminologia usata dalla legge: non si parla di violenza sessuale aggravata, ma di abuso sessuale nei con fronti di un minore.
Questo in un qualche modo fa pensare che soltanto l'abuso è punibile mentre l'uso moderato di un bambino è consentito.
È la stessa terminologia distorta con la quale si rende spesso non punibile la violenza fisica in famiglia perché il codice punisce soltanto l'abuso dei mezzi di correzione.
La vicenda narrata in questo libro è emblematica e contiene tutti gli stereotipi con cui viene dipinta la famiglia incestuosa.
Vi è una famiglia tradizionale di buona estrazione economica con un padre autoritario e spesso violento e una madre debole sempre succube del coniuge.
La vittima dell'incesto è una bimba che trova infine il coraggio di denunciare il padre.
La risposta dell'istituzione giustizia è anch'essa emblematica: la bambina è bugiarda e la vera vittima diventa il padre che per il Tribunale è ingiustamente accusato dalla figlia.
Nel collegio giudicante c’è un amico di famiglia che, secondo l'etica e la legge avrebbe dovuto astenersi dall'esaminare quella vicenda penale.
Ricordo un Presidente di Corte d'Assise che prima di aprire il processo contro un padre stupratore che aveva violentato cinque figlie, ne aveva resa incinta una e aveva ammazzato, sotterrandolo in cantina, il neonato "figlio nipote ", ricordo - dicevo - che quel Presidente rivolto ai Giudici Popolari raccomandò loro di essere molto prudenti perché le bambine che accusano i padri di violenza sessuale molto spesso sono delle piccole mitomani!
Anche nella vicenda raccontata in prima persona dalla vittima il giudice ha considerato la vittima una mitomane e una bugiarda e, quindi, ha assolto il padre.
A quel giudice, a quel padre sembra doveroso ricordare quanto ebbe a scrivere Maria Montessori:
"Mai schiavo fu tanto proprietà del padrone, come il bambino lo è dell'adulto. Mai ci fu servo la cui obbedienza fosse cosa indiscutibile e perpetua come quella del bambino all'adulto. Mai le leggi dimenticarono i diritti dell'uomo, come dinanzi al bambino ".
E non solo: mai le leggi sono state applicate in maniera cosi distorta come quando la vittima è un bambino che ha subito il più grave di tutti i delitti: gli sono stati uccisi, e per sempre, i sogni.