Author: | Salvatore Fazìa | ISBN: | 9788884497116 |
Publisher: | Editrice Veneta | Publication: | October 13, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Salvatore Fazìa |
ISBN: | 9788884497116 |
Publisher: | Editrice Veneta |
Publication: | October 13, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
I libri di Fazia sono inconfondibili, potremmo chiamarli i “blu”, così come i racconti polizieschi sono diventati “gialli” proprio per la caratteristica del colore dominante di copertina... Un blu intenso “sporcato” da un disegnino rosso, che subito osserviamo per capire che cosa rappresenti. In questo caso, una paletta raccogli polvere. Il titolo del resto è “la Differenziata” e l’allusione alla raccolta dei rifiuti è trasparente e divertente, e anche l’ironia o l’autoironia è un’altra caratteristica che riconosciamo di Fazia. Ma diciamo che in questo volume le cose semplici finiscono qui. La Differenziata è infatti un libro bellissimo quanto complesso, la cui lettura, ancorché intrigante, richiede concentrazione e pazienza. Perché l’autore non ama e non ha mai amato le cose semplici. Che disserti di filosofia o di letteratura, che contempli la natura o si lasci cullare dal ricordo, Fazìa ha il gusto della parola ricercata, della forma complessa, del pensiero che vola da un piano all’altro e poi improvvisamente si ripiega su se stesso. Prosa o poesia è lo stesso, egli usa la penna - o nel caso specifico la tastiera del computer - come il pennello di un pittore espressionista. Non è quello che vede o che è successo che conta, e nemmeno il come viene raccontato: quello che conta è lo stato d’animo, il sentimento provato nel momento in cui scrive. Ecco perché il libro, non a caso “forse” un romanzo, è un susseguirsi di capitoli brevi o lunghi scanditi non dallo scorrere degli anni e delle stagioni, ma dal trascorrere delle ore. Pomeriggi, mattinate, notti... che siano in ordine cronologico lo supponiamo, ma non ne abbiamo la prova e non ha importanza. Perché ricordi d’infanzia, dissertazioni culturali, eventi vissuti, incontri, malattie, e ancora riflessioni sul mondo affiorano in modo discontinuo così come, immaginiamo, sono venuti in mente all’autore perché la mattina si sentiva più sereno, il pomeriggio più stanco, la sera più nervoso e così via... Un libro non facile da cominciare, ma intrigante una volta che si comincia a leggere, trovando, come spiega lo stesso autore, “... l’umido e il secco, la razionalità e il sentimento, ... tutti gli ingredienti, feriali e festivi, di una buona cucina della quotidianità intellettuale”.
I libri di Fazia sono inconfondibili, potremmo chiamarli i “blu”, così come i racconti polizieschi sono diventati “gialli” proprio per la caratteristica del colore dominante di copertina... Un blu intenso “sporcato” da un disegnino rosso, che subito osserviamo per capire che cosa rappresenti. In questo caso, una paletta raccogli polvere. Il titolo del resto è “la Differenziata” e l’allusione alla raccolta dei rifiuti è trasparente e divertente, e anche l’ironia o l’autoironia è un’altra caratteristica che riconosciamo di Fazia. Ma diciamo che in questo volume le cose semplici finiscono qui. La Differenziata è infatti un libro bellissimo quanto complesso, la cui lettura, ancorché intrigante, richiede concentrazione e pazienza. Perché l’autore non ama e non ha mai amato le cose semplici. Che disserti di filosofia o di letteratura, che contempli la natura o si lasci cullare dal ricordo, Fazìa ha il gusto della parola ricercata, della forma complessa, del pensiero che vola da un piano all’altro e poi improvvisamente si ripiega su se stesso. Prosa o poesia è lo stesso, egli usa la penna - o nel caso specifico la tastiera del computer - come il pennello di un pittore espressionista. Non è quello che vede o che è successo che conta, e nemmeno il come viene raccontato: quello che conta è lo stato d’animo, il sentimento provato nel momento in cui scrive. Ecco perché il libro, non a caso “forse” un romanzo, è un susseguirsi di capitoli brevi o lunghi scanditi non dallo scorrere degli anni e delle stagioni, ma dal trascorrere delle ore. Pomeriggi, mattinate, notti... che siano in ordine cronologico lo supponiamo, ma non ne abbiamo la prova e non ha importanza. Perché ricordi d’infanzia, dissertazioni culturali, eventi vissuti, incontri, malattie, e ancora riflessioni sul mondo affiorano in modo discontinuo così come, immaginiamo, sono venuti in mente all’autore perché la mattina si sentiva più sereno, il pomeriggio più stanco, la sera più nervoso e così via... Un libro non facile da cominciare, ma intrigante una volta che si comincia a leggere, trovando, come spiega lo stesso autore, “... l’umido e il secco, la razionalità e il sentimento, ... tutti gli ingredienti, feriali e festivi, di una buona cucina della quotidianità intellettuale”.