Author: | Salvatore Messina | ISBN: | 9788869092152 |
Publisher: | Salvatore Messina | Publication: | April 2, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Salvatore Messina |
ISBN: | 9788869092152 |
Publisher: | Salvatore Messina |
Publication: | April 2, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Il libro contiene una trentina di poesie costituenti una sorta di biografia interiore che acquista toni sempre più drammatici col trascorrere degli anni. Seguono un racconto allegorico, una favola piacevolmente didattica, e un breve ricordo di vita vissuta. Infine una commedia satirica.
La commedia, che io ritengo veramente esilarante, è, in realtà, un vero e proprio comizio (sullo stile dello Speakers' Corner di Hyde Park) sotto mentite spoglie. Avevo pensato, infatti, di evidenziare taluni luoghi comuni, ipocrisie, debolezze e contraddizioni umane, nonché autentici drammi interiori spesso sottovalutati, ma mi rendevo conto che ben pochi avrebbero avuto la pazienza di ascoltarmi; ho quindi scelto di presentare questi temi in una forma comica e surreale. Ne consegue che la commedia presenta due livelli di lettura: il primo livello divertirà (almeno spero), con le sue continue gags e la sua struttura narrativa di senso compiuto e un po' romantica, i lettori poco interessati al comizio. Il secondo livello, con i suoi strali satirici, potrà, invece, offrire (anche questa è solo una speranza, in quanto, non a tutti risulterà evidente lo strale contenuto in ciascuna delle gags) numerosi spunti di riflessione a chi coltivi interessi di natura sociologica. Esiste una qualche differenza tra la mia satira e quella così in voga in parecchi programmi tv? Io credo di sì. La satira di moda alla tv parla alla "pancia" del pubblico, mirando a gratificarlo e ingraziarselo enunciando ed esprimendo in forma notevolmente ed efficacemente umoristica, insinuazioni e malignità GIA' NOTE e largamente diffuse fra la gente comune. La mia satira, invece, è più simile a quella di Esopo: si rivolge alla "mente", non gratifica la "pancia", anzi rischia di suscitare reazioni ostili o comunque negative; e, soprattutto, getta una luce, seppur fioca, su atteggiamenti erronei o luoghi comuni. Per esempio sono evidenziati i frequenti monologhi travestiti da dialoghi (vedi il "dialogo" tra direttore e rapinatore), il narcisismo individualistico travestito da nazionalismo, il razzismo di sostanza travestito da antirazzismo di forma... Ma vi è un'altra differenza sostanziale tra la mia satira e quella dei comici di professione: io non vado a colpire sistematicamente i potenti o, comunque, i politici, soddisfacendo l'inconsapevole invidia o malcontento dei meno fortunati (sarebbe un gioco molto facile, di facile successo e assolutamente improduttivo, anzi fuorviante per l'interesse collettivo, in quanto alimenterebbe un pernicioso circolo vizioso), ma cerco di svegliare la riflessione delle persone di buona volontà, sottolineando (a costo di rendermi sgradevole) gli errori e gli equivoci della classe popolare, che è la madre di tutti i politici, la scuola da cui sono usciti, e la fucina che deve produrre le nuove generazioni. Auguro una piacevole lettura ai miei eventuali lettori e un pizzico di riflessione a quelli più pazienti.
Il libro contiene una trentina di poesie costituenti una sorta di biografia interiore che acquista toni sempre più drammatici col trascorrere degli anni. Seguono un racconto allegorico, una favola piacevolmente didattica, e un breve ricordo di vita vissuta. Infine una commedia satirica.
La commedia, che io ritengo veramente esilarante, è, in realtà, un vero e proprio comizio (sullo stile dello Speakers' Corner di Hyde Park) sotto mentite spoglie. Avevo pensato, infatti, di evidenziare taluni luoghi comuni, ipocrisie, debolezze e contraddizioni umane, nonché autentici drammi interiori spesso sottovalutati, ma mi rendevo conto che ben pochi avrebbero avuto la pazienza di ascoltarmi; ho quindi scelto di presentare questi temi in una forma comica e surreale. Ne consegue che la commedia presenta due livelli di lettura: il primo livello divertirà (almeno spero), con le sue continue gags e la sua struttura narrativa di senso compiuto e un po' romantica, i lettori poco interessati al comizio. Il secondo livello, con i suoi strali satirici, potrà, invece, offrire (anche questa è solo una speranza, in quanto, non a tutti risulterà evidente lo strale contenuto in ciascuna delle gags) numerosi spunti di riflessione a chi coltivi interessi di natura sociologica. Esiste una qualche differenza tra la mia satira e quella così in voga in parecchi programmi tv? Io credo di sì. La satira di moda alla tv parla alla "pancia" del pubblico, mirando a gratificarlo e ingraziarselo enunciando ed esprimendo in forma notevolmente ed efficacemente umoristica, insinuazioni e malignità GIA' NOTE e largamente diffuse fra la gente comune. La mia satira, invece, è più simile a quella di Esopo: si rivolge alla "mente", non gratifica la "pancia", anzi rischia di suscitare reazioni ostili o comunque negative; e, soprattutto, getta una luce, seppur fioca, su atteggiamenti erronei o luoghi comuni. Per esempio sono evidenziati i frequenti monologhi travestiti da dialoghi (vedi il "dialogo" tra direttore e rapinatore), il narcisismo individualistico travestito da nazionalismo, il razzismo di sostanza travestito da antirazzismo di forma... Ma vi è un'altra differenza sostanziale tra la mia satira e quella dei comici di professione: io non vado a colpire sistematicamente i potenti o, comunque, i politici, soddisfacendo l'inconsapevole invidia o malcontento dei meno fortunati (sarebbe un gioco molto facile, di facile successo e assolutamente improduttivo, anzi fuorviante per l'interesse collettivo, in quanto alimenterebbe un pernicioso circolo vizioso), ma cerco di svegliare la riflessione delle persone di buona volontà, sottolineando (a costo di rendermi sgradevole) gli errori e gli equivoci della classe popolare, che è la madre di tutti i politici, la scuola da cui sono usciti, e la fucina che deve produrre le nuove generazioni. Auguro una piacevole lettura ai miei eventuali lettori e un pizzico di riflessione a quelli più pazienti.