Author: | Walter Charles Langer | ISBN: | 1230000128060 |
Publisher: | Blowing Books | Publication: | April 26, 2013 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Walter Charles Langer |
ISBN: | 1230000128060 |
Publisher: | Blowing Books |
Publication: | April 26, 2013 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Hitler era molto diverso da come si mostrava. Coabitavano in lui due persone opposte. L’una dolce, sentimentale e indecisa, con scarsa attitudine al comando, l’altra dura, crudele e impositiva, pronta ad andare avanti indipendentemente dai costi. Era il primo Hitler che piangeva copiosamente per la morte del suo canarino, e il secondo che urlava ai raduni ‘‘Le teste rotoleranno’’. Il primo che non se la sentiva di scaricare un assistente e il secondo che poteva ordinare l’assassinio di centinaia tra i suoi migliori amici e dire con grande convinzione: ‘‘Non ci sarà pace nel paese fino a quando un corpo non penderà da ogni palo della luce’’. Mentre il primo Hitler passava le sue serate a guardare film o ad andare ai cabaret, era il secondo che poteva lavorare per giorni e giorni con poco sonno o senza dormire per fare progetti che avrebbero influenzato il destino delle nazioni. Era il primo Hitler che indulgeva in rapporti incestuosi con sua nipote e nella coprofagia, che amava lasciarsi prendere a calci dalle sue amanti ballerine e che aveva subito una vessatoria autorità paterna sviluppando un complesso edipico; che era stato vagabondo e misero a Vienna, privo di ogni scopo, rifiutato dall’Accademia d’Arte e simpatizzante di omosessuali ed ebrei. Ed era stato sempre il primo Hitler che da soldato si era sottomesso ai suoi ufficiali a tal punto da offrirsi di lavare i loro panni. Questo Hitler aveva bisogno di una trasformazione per apparire il Führer. Come ‘‘Führer’’ poteva affrontare i problemi più importanti e ridurli subito ai minimi termini, tracciare campagne, essere il giudice supremo, trattare con i diplomatici, ignorare tutti i principi etici e morali e ordinare esecuzioni o la distruzione delle città senza la minima esitazione. Ed essere anche di ottimo umore mentre lo faceva. Ma il ‘‘Führer’’ era un artefizio, una concezione grossolanamente esagerata e distorta della mascolinità come Hitler la concepiva, una formazione reattiva che era stata creata inconsciamente a titolo di risarcimento e copertura per occultare nel fondo le tendenze che egli disprezzava. Hitler, in realtà, era un insieme di paure.
Hitler era molto diverso da come si mostrava. Coabitavano in lui due persone opposte. L’una dolce, sentimentale e indecisa, con scarsa attitudine al comando, l’altra dura, crudele e impositiva, pronta ad andare avanti indipendentemente dai costi. Era il primo Hitler che piangeva copiosamente per la morte del suo canarino, e il secondo che urlava ai raduni ‘‘Le teste rotoleranno’’. Il primo che non se la sentiva di scaricare un assistente e il secondo che poteva ordinare l’assassinio di centinaia tra i suoi migliori amici e dire con grande convinzione: ‘‘Non ci sarà pace nel paese fino a quando un corpo non penderà da ogni palo della luce’’. Mentre il primo Hitler passava le sue serate a guardare film o ad andare ai cabaret, era il secondo che poteva lavorare per giorni e giorni con poco sonno o senza dormire per fare progetti che avrebbero influenzato il destino delle nazioni. Era il primo Hitler che indulgeva in rapporti incestuosi con sua nipote e nella coprofagia, che amava lasciarsi prendere a calci dalle sue amanti ballerine e che aveva subito una vessatoria autorità paterna sviluppando un complesso edipico; che era stato vagabondo e misero a Vienna, privo di ogni scopo, rifiutato dall’Accademia d’Arte e simpatizzante di omosessuali ed ebrei. Ed era stato sempre il primo Hitler che da soldato si era sottomesso ai suoi ufficiali a tal punto da offrirsi di lavare i loro panni. Questo Hitler aveva bisogno di una trasformazione per apparire il Führer. Come ‘‘Führer’’ poteva affrontare i problemi più importanti e ridurli subito ai minimi termini, tracciare campagne, essere il giudice supremo, trattare con i diplomatici, ignorare tutti i principi etici e morali e ordinare esecuzioni o la distruzione delle città senza la minima esitazione. Ed essere anche di ottimo umore mentre lo faceva. Ma il ‘‘Führer’’ era un artefizio, una concezione grossolanamente esagerata e distorta della mascolinità come Hitler la concepiva, una formazione reattiva che era stata creata inconsciamente a titolo di risarcimento e copertura per occultare nel fondo le tendenze che egli disprezzava. Hitler, in realtà, era un insieme di paure.