Author: | Diego Palma | ISBN: | 9788869826252 |
Publisher: | Cavinato Editore | Publication: | February 17, 2018 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Diego Palma |
ISBN: | 9788869826252 |
Publisher: | Cavinato Editore |
Publication: | February 17, 2018 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Questo libro racconta la storia comune a tanti docenti, precari come me. Che ogni giorno si imbattono tra i meandri della burocrazia e di leggi che spesso nemmeno i burocrati riescono a comprendere e di cui gli stessi dirigenti ministeriali che le hanno ispirate o scritte capiscono le conseguenze.
Il mondo dell'insegnamento è complesso, ma allo stesso tempo bislacco. Chi intraprende questa strada sa che non sarà semplice, e poi impara che deve armarsi di pazienza, affilare le armi dell'astuzia e disilludersi sul principio della buona fede, che conta poco. Dovrà stare con gli occhi aperti e tenere sempre nel cassetto un ricorso pronto. Allo stesso tempo però, chi sceglie di fare l'insegnante potrà toccare con mano, la sensazione unica di contribuire a far lievitare anime umane, se sarà pronto ad aiutare a far crescere i ragazzi, pensando che sono futuro della nostra società. Che disgraziatamente oggi, non investe più sulla cultura, quando al mondo, ci sono davvero pochi popoli che abbiano fatto la storia senza cultura e il nostro paese ha una storia culturale importante.
Nel libro c'è un viaggio, talvolta anche comico, di un comune docente del Sud Italia, con la sua valigia carica di speranze ed emozioni, che prova a coronare un sogno.
Il racconto è scritto pensando alle famiglie, agli alunni, ma anche a chi, non conoscendo il mondo scolastico e i suoi retroscena, crede che insegnare sia un mestiere qualunque, senza problemi, senza ostacoli e senza difficoltà.
Spero che un giorno la scuola possa davvero cambiare, ma soprattutto possa cambiare l'orientamento dei governanti, che dovrebbero investire nella scuola la maggior parte delle risorse e soprattutto dovrebbero evitare di costringere chi vuole insegnare a percorrere i labirinti complicati e oscuri di una inutile burocrazia, perché un insegnante non dovrebbe stare a difendersi costantemente da chi gli gestisce la vita professionale. E chi ci rappresenta dovrebbe ricordarsi che senza il corpo insegnante, non sarebbe nemmeno seduto su quello scranno.
Questo libro racconta la storia comune a tanti docenti, precari come me. Che ogni giorno si imbattono tra i meandri della burocrazia e di leggi che spesso nemmeno i burocrati riescono a comprendere e di cui gli stessi dirigenti ministeriali che le hanno ispirate o scritte capiscono le conseguenze.
Il mondo dell'insegnamento è complesso, ma allo stesso tempo bislacco. Chi intraprende questa strada sa che non sarà semplice, e poi impara che deve armarsi di pazienza, affilare le armi dell'astuzia e disilludersi sul principio della buona fede, che conta poco. Dovrà stare con gli occhi aperti e tenere sempre nel cassetto un ricorso pronto. Allo stesso tempo però, chi sceglie di fare l'insegnante potrà toccare con mano, la sensazione unica di contribuire a far lievitare anime umane, se sarà pronto ad aiutare a far crescere i ragazzi, pensando che sono futuro della nostra società. Che disgraziatamente oggi, non investe più sulla cultura, quando al mondo, ci sono davvero pochi popoli che abbiano fatto la storia senza cultura e il nostro paese ha una storia culturale importante.
Nel libro c'è un viaggio, talvolta anche comico, di un comune docente del Sud Italia, con la sua valigia carica di speranze ed emozioni, che prova a coronare un sogno.
Il racconto è scritto pensando alle famiglie, agli alunni, ma anche a chi, non conoscendo il mondo scolastico e i suoi retroscena, crede che insegnare sia un mestiere qualunque, senza problemi, senza ostacoli e senza difficoltà.
Spero che un giorno la scuola possa davvero cambiare, ma soprattutto possa cambiare l'orientamento dei governanti, che dovrebbero investire nella scuola la maggior parte delle risorse e soprattutto dovrebbero evitare di costringere chi vuole insegnare a percorrere i labirinti complicati e oscuri di una inutile burocrazia, perché un insegnante non dovrebbe stare a difendersi costantemente da chi gli gestisce la vita professionale. E chi ci rappresenta dovrebbe ricordarsi che senza il corpo insegnante, non sarebbe nemmeno seduto su quello scranno.