L’antifascismo fallimentare di Benedetto Croce

Biography & Memoir, Philosophers
Cover of the book L’antifascismo fallimentare di Benedetto Croce by Antonio Chiacchio, Europa Edizioni
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Author: Antonio Chiacchio ISBN: 9788855081016
Publisher: Europa Edizioni Publication: December 31, 2018
Imprint: Language: Italian
Author: Antonio Chiacchio
ISBN: 9788855081016
Publisher: Europa Edizioni
Publication: December 31, 2018
Imprint:
Language: Italian

Sono due i filosofi che hanno segnato, nel bene e nel male, il Novecento italiano: Giovanni Gentile e Benedetto Croce. Dalle speculazioni filosofiche crociane e dal suo fervido lavoro di critica letteraria e ricerca storica, la cultura italiana ne esce profondamente rinnovata. Croce è senza dubbio una delle figure fondamentali del patrimonio culturale nazionale. In quest’opera, frutto di un lungo e travagliato lavoro, come lo stesso autore ammette nella prefazione, Antonio Chiacchio, docente di lettere e grande estimatore di Croce, fa luce su uno degli aspetti della sua biografia e filosofia: il fervente antifascismo che lo allontanerà da quel “sodalizio” speculativo, politico e umano e da quella convergenza di idee che inizialmente lo accomunò a Gentile. Un antifascismo che tuttavia Chiacchio non lesina a definire “fallimentare” per ragioni che questo saggio approfondisce in modo mirabile e brillante. Un attento affresco storico e biografico su una delle figure imprescindibili del panorama culturale italiano e non solo.

Antonio Chiacchio nasce a Grumo Nevano (Napoli) il 18 marzo 1936. , ultimo di 12 figli da genitori umilissimi e totalmente analfabeti. Destinato a imparare un mestiere, come i suoi fratelli, a cinque anni viene messo in bottega, ma si rivela un pessimo apprendista, refrattario a imparare sia il mestiere di sarto sia i molti altri mestieri ai quali inutilmente la madre lo costringe. Mentre frequenta la terza classe elementare, cade dalla bicicletta e batte pesantemente la testa prima contro il muro poi per terra. In seguito a questa brutta caduta, diventa un divoratore di libri, tanto che in tutto il paese si comincia a dire che nel suo cervello le rotelle cominciano a non funzionare più o a funzionare un po’ troppo. Conseguita da privatista la licenza media, continuando a non andare a scuola, si mette a studiare da solo il latino, applicandosi di notte e nelle ore in cui è libero dal lavoro. Presa la licenza liceale, vince il concorso come segretario nelle Ferrovie dello Stato e viene destinato al Ministero dei Trasporti a Roma. Ma presto si rende conto di non essere per niente portato per quell’impiego, per sopportare la noia dalla quale viene assalito si mette a scrivere racconti satirici contro i colleghi. A 28 anni riesce finalmente a laurearsi in lettere dopo aver discusso una tesi concernente la linguistica filosofica di G. B. Vico, diventando un fervente vichiano, dopo aver fatto per decenni di Benedetto Croce il suo autore preferito. Negli stessi anni in cui diventò docente di ruolo nei licei, cominciò a scrivere. Ma, pur avendo scritto finora moltissimo, ha pubblicato con la casa editrice Loffredo solo un manuale scolastico di grammatica con avviamento allo studio del latino. 

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Sono due i filosofi che hanno segnato, nel bene e nel male, il Novecento italiano: Giovanni Gentile e Benedetto Croce. Dalle speculazioni filosofiche crociane e dal suo fervido lavoro di critica letteraria e ricerca storica, la cultura italiana ne esce profondamente rinnovata. Croce è senza dubbio una delle figure fondamentali del patrimonio culturale nazionale. In quest’opera, frutto di un lungo e travagliato lavoro, come lo stesso autore ammette nella prefazione, Antonio Chiacchio, docente di lettere e grande estimatore di Croce, fa luce su uno degli aspetti della sua biografia e filosofia: il fervente antifascismo che lo allontanerà da quel “sodalizio” speculativo, politico e umano e da quella convergenza di idee che inizialmente lo accomunò a Gentile. Un antifascismo che tuttavia Chiacchio non lesina a definire “fallimentare” per ragioni che questo saggio approfondisce in modo mirabile e brillante. Un attento affresco storico e biografico su una delle figure imprescindibili del panorama culturale italiano e non solo.

Antonio Chiacchio nasce a Grumo Nevano (Napoli) il 18 marzo 1936. , ultimo di 12 figli da genitori umilissimi e totalmente analfabeti. Destinato a imparare un mestiere, come i suoi fratelli, a cinque anni viene messo in bottega, ma si rivela un pessimo apprendista, refrattario a imparare sia il mestiere di sarto sia i molti altri mestieri ai quali inutilmente la madre lo costringe. Mentre frequenta la terza classe elementare, cade dalla bicicletta e batte pesantemente la testa prima contro il muro poi per terra. In seguito a questa brutta caduta, diventa un divoratore di libri, tanto che in tutto il paese si comincia a dire che nel suo cervello le rotelle cominciano a non funzionare più o a funzionare un po’ troppo. Conseguita da privatista la licenza media, continuando a non andare a scuola, si mette a studiare da solo il latino, applicandosi di notte e nelle ore in cui è libero dal lavoro. Presa la licenza liceale, vince il concorso come segretario nelle Ferrovie dello Stato e viene destinato al Ministero dei Trasporti a Roma. Ma presto si rende conto di non essere per niente portato per quell’impiego, per sopportare la noia dalla quale viene assalito si mette a scrivere racconti satirici contro i colleghi. A 28 anni riesce finalmente a laurearsi in lettere dopo aver discusso una tesi concernente la linguistica filosofica di G. B. Vico, diventando un fervente vichiano, dopo aver fatto per decenni di Benedetto Croce il suo autore preferito. Negli stessi anni in cui diventò docente di ruolo nei licei, cominciò a scrivere. Ma, pur avendo scritto finora moltissimo, ha pubblicato con la casa editrice Loffredo solo un manuale scolastico di grammatica con avviamento allo studio del latino. 

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