Author: | Erik Von Kraemer | ISBN: | 9788869824128 |
Publisher: | Cavinato Editore | Publication: | January 10, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Erik Von Kraemer |
ISBN: | 9788869824128 |
Publisher: | Cavinato Editore |
Publication: | January 10, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Saggio destinato a studiosi di etnoiatria religiosa, storia delle tradizioni popolari, storia delle religioni, antropologia religiosa.
La pubblicazione del testo di Erik von Kraemer, Les maladies désignées par le nom d’un saint offre al lettore un lavoro che presenta una specifica connotazione antropologica e un proprio taglio culturale, elementi valoriali che consentono un doppio livello di lettura.
Il primo attiene al contenuto di carattere divulgativo, estremamente semplice ed interessante per il lettore sensibile al fascino di determinati eventi di medicina religiosa dove gli operatori sono i «santi taumaturghi solo in quanto hanno legato il loro nome a particolari patologie».
Il secondo riguarda il taglio della raccolta demoiatrica, che parte non tanto dalla “ ricerca sul campo”, operazione propria del demografo, quanto dall’analisi delle fonti presenti nel “campo riflesso” dei dati etnoiatrici, quello della produzione letteraria, dove l’approdo del relitto folklorico-religioso salva dall’oblio del tempo l’espressione di un vissuto doloroso, soprattutto popolare, affidato per lunghi secoli al credo terapeutico di patronati afferenti ad un deus loci.
Il quadro culturale che ne emerge, con la diversità dei comportamenti socio-rituali e delle credenze mitiche che lo caratterizzano, apre all’attenzione del cultore di folk religion lo spaccato di una umanità sofferente, riscoperta da E. von Kraemer attraverso un impianto metodologico che utilizza le precedenti ricerche di tipo storico-religioso, la lettura della documentazione bibliografica, gli accertamenti di archivio e la consultazione dei più noti dizionari.
Anche gli autori dei testi letterari consultati sono studiosi impegnati nell’ambito della bibliografia, della grammatica, della lessicografia, dell’agiografia e della storia, i quali hanno frequentato le biblioteche nazionali e private che custodiscono il patrimonio demo-antropologico, destinandolo anche alla ricostruzione del tessuto storico e patologico di determinate comunità umane. In questo testo l’area della ricerca letteraria è circoscritta alla Francia, ma non manca il coinvolgimento di autori di diversa appartenenza geografica.
La traduzione del testo vuole assolvere la funzione culturale di divulgare, all’interno della comunità etnologica italiana, un materiale di folk religion che certamente declina istanze terapeutiche regionali; esse, però, risultano ampiamente diffuse anche tra numerose altre popolazioni europee. In questa prospettiva la critica della mentalità scientifica alla perdurante sopravvivenza superstiziosa nel mondo globalizzato sembra perdere di importanza. Infatti «se certi santi del Medio Evo hanno continuato talvolta a essere venerati o implorati fino ai nostri giorni, è senza dubbio perché le generazioni posteriori hanno riconosciuto che i loro predecessori avevano posto in questa devozione il meglio di sé collocandovi successive concezioni della perfezione umana».
Saggio destinato a studiosi di etnoiatria religiosa, storia delle tradizioni popolari, storia delle religioni, antropologia religiosa.
La pubblicazione del testo di Erik von Kraemer, Les maladies désignées par le nom d’un saint offre al lettore un lavoro che presenta una specifica connotazione antropologica e un proprio taglio culturale, elementi valoriali che consentono un doppio livello di lettura.
Il primo attiene al contenuto di carattere divulgativo, estremamente semplice ed interessante per il lettore sensibile al fascino di determinati eventi di medicina religiosa dove gli operatori sono i «santi taumaturghi solo in quanto hanno legato il loro nome a particolari patologie».
Il secondo riguarda il taglio della raccolta demoiatrica, che parte non tanto dalla “ ricerca sul campo”, operazione propria del demografo, quanto dall’analisi delle fonti presenti nel “campo riflesso” dei dati etnoiatrici, quello della produzione letteraria, dove l’approdo del relitto folklorico-religioso salva dall’oblio del tempo l’espressione di un vissuto doloroso, soprattutto popolare, affidato per lunghi secoli al credo terapeutico di patronati afferenti ad un deus loci.
Il quadro culturale che ne emerge, con la diversità dei comportamenti socio-rituali e delle credenze mitiche che lo caratterizzano, apre all’attenzione del cultore di folk religion lo spaccato di una umanità sofferente, riscoperta da E. von Kraemer attraverso un impianto metodologico che utilizza le precedenti ricerche di tipo storico-religioso, la lettura della documentazione bibliografica, gli accertamenti di archivio e la consultazione dei più noti dizionari.
Anche gli autori dei testi letterari consultati sono studiosi impegnati nell’ambito della bibliografia, della grammatica, della lessicografia, dell’agiografia e della storia, i quali hanno frequentato le biblioteche nazionali e private che custodiscono il patrimonio demo-antropologico, destinandolo anche alla ricostruzione del tessuto storico e patologico di determinate comunità umane. In questo testo l’area della ricerca letteraria è circoscritta alla Francia, ma non manca il coinvolgimento di autori di diversa appartenenza geografica.
La traduzione del testo vuole assolvere la funzione culturale di divulgare, all’interno della comunità etnologica italiana, un materiale di folk religion che certamente declina istanze terapeutiche regionali; esse, però, risultano ampiamente diffuse anche tra numerose altre popolazioni europee. In questa prospettiva la critica della mentalità scientifica alla perdurante sopravvivenza superstiziosa nel mondo globalizzato sembra perdere di importanza. Infatti «se certi santi del Medio Evo hanno continuato talvolta a essere venerati o implorati fino ai nostri giorni, è senza dubbio perché le generazioni posteriori hanno riconosciuto che i loro predecessori avevano posto in questa devozione il meglio di sé collocandovi successive concezioni della perfezione umana».