Non si può fare a meno del reale, del suo starci di fronte e non essere disponibile a negoziare. Sia quello che sia, ci renda felici o infelici, è qualcosa che resiste e che insiste, ora e sempre, come un fatto che non sopporta di essere ridotto a interpretazione, come un reale che non ha voglia di svaporare in reality.La realtà è socialmente costruita e infinitamente manipolabile? La verità è una nozione inutile?Il 'nuovo realismo' è anzitutto la presa d'atto di un cambio di stagione. L'esperienza storica dei populismi mediatici, delle guerre post 11 settembre e della recente crisi economica ha portato una pesantissima smentita di due dogmi centrali del postmoderno: l'idea che la realtà sia socialmente costruita e infinitamente manipolabile, e che la verità e l'oggettività siano nozioni inutili. Le necessità reali, le vite e le morti reali, che non sopportano di essere ridotte a interpretazioni, sono tornate a far valere i loro diritti.Quello che ora è necessario non è tanto una nuova teoria della realtà (né meno che mai una 'teoria della nuova realtà', che suona minacciosa anche solo a leggerla), quanto piuttosto un lavoro che sappia distinguere, con pazienza e caso per caso, che cosa è naturale e cosa è culturale, che cosa è costruito e cosa no. È qui che si aprono le grandi sfide, etiche e politiche, e si disegna un nuovo spazio per la filosofia.È questo il senso di queste pagine, sintesi del lavoro degli ultimi vent'anni di Ferraris, nelle quali la critica del postmoderno è solo una premessa necessaria. È questo, soprattutto, il senso di una grande trasformazione che a livello mondiale ha investito la filosofia, portandola fuori dai vicoli ciechi che nel secolo scorso hanno indotto molti a parlare della sua fine.
Non si può fare a meno del reale, del suo starci di fronte e non essere disponibile a negoziare. Sia quello che sia, ci renda felici o infelici, è qualcosa che resiste e che insiste, ora e sempre, come un fatto che non sopporta di essere ridotto a interpretazione, come un reale che non ha voglia di svaporare in reality.La realtà è socialmente costruita e infinitamente manipolabile? La verità è una nozione inutile?Il 'nuovo realismo' è anzitutto la presa d'atto di un cambio di stagione. L'esperienza storica dei populismi mediatici, delle guerre post 11 settembre e della recente crisi economica ha portato una pesantissima smentita di due dogmi centrali del postmoderno: l'idea che la realtà sia socialmente costruita e infinitamente manipolabile, e che la verità e l'oggettività siano nozioni inutili. Le necessità reali, le vite e le morti reali, che non sopportano di essere ridotte a interpretazioni, sono tornate a far valere i loro diritti.Quello che ora è necessario non è tanto una nuova teoria della realtà (né meno che mai una 'teoria della nuova realtà', che suona minacciosa anche solo a leggerla), quanto piuttosto un lavoro che sappia distinguere, con pazienza e caso per caso, che cosa è naturale e cosa è culturale, che cosa è costruito e cosa no. È qui che si aprono le grandi sfide, etiche e politiche, e si disegna un nuovo spazio per la filosofia.È questo il senso di queste pagine, sintesi del lavoro degli ultimi vent'anni di Ferraris, nelle quali la critica del postmoderno è solo una premessa necessaria. È questo, soprattutto, il senso di una grande trasformazione che a livello mondiale ha investito la filosofia, portandola fuori dai vicoli ciechi che nel secolo scorso hanno indotto molti a parlare della sua fine.