Metallica. Inferno

Testi commentati

Nonfiction, Entertainment, Music
Cover of the book Metallica. Inferno by Stefano Scalich, Arcana
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Author: Stefano Scalich ISBN: 9788862314428
Publisher: Arcana Publication: October 7, 2010
Imprint: Arcana Language: Italian
Author: Stefano Scalich
ISBN: 9788862314428
Publisher: Arcana
Publication: October 7, 2010
Imprint: Arcana
Language: Italian

“Chi… i Metallica?!?”. Quando sentirete per l’ennesima volta esclamazioni preconfezionate come questa adottate la classica ricetta che circola in certi ambienti anglofoni, ovvero Talk is cheap. Già, perché con buona pace delle chiacchiere comuni i Metallica non sono violenti, semmai sono sofferenti; non sono grotteschi, semmai sono romanzeschi; non sono satanici, semmai sono biblici. E tutto questo è sempre emerso chiaramente a chi ha avuto la buona volontà di scandagliare le loro lyrics. Così, a ormai 30 anni dal loro esordio, anche Arcana non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione commentando l’opera in versi di questo gruppo-simbolo nel panorama heavy metal e aprendo nuovi scenari alla fortunata collana Testi dopo il folgorante successo già ottenuto in altri generi musicali: per esempio gli U2, balzati agli onori delle cronache dopo l’autorevole imprimatur di Gianfranco Ravasi su “L’Osservatore Romano” e persino all’estero tra le pagine del “Guardian” e del “Times”. Anche questo saggio sul canzoniere dei Metallica promette scintille e colpi di scena: dagli esordi fulminanti di KILL ‘EM ALL al trionfo di MASTER OF PUPPETS, dalla consacrazione del pluripremiato black album allo sperimentalismo di LOAD e RELOAD, fino alle pirotecniche rivelazioni dell’ultimo lavoro di studio DEATH MAGNETIC… tutti i brani firmati da Hetfield & Ulrich e soci diventano una mirabolante filigrana per rivivere in controluce gli episodi più controversi (ma anche romantici) degli anni Ottanta e Novanta e oltre. Però nel songbook del gruppo californiano c’è molto di più: c’è la decisa predilezione per il tema della follia - così vicino alla fantascienza paranoica del conterraneo Philip Kendred Dick -, c’è una fascinazione per il mondo delle fiabe degna di Lewis Carroll e dei fratelli Grimm, c’è la stessa attrazione/repulsione per la guerra che animava l’epos di Omero e la cruda (ma sincera) narrativa di Hemingway, c’è quella medesima critica “dal di dentro” della società USA che riporta alla grande tradizione di Henry David Thoreau e Jack London, c’è la preferenza per le figure antieroiche strettamente imparentate con opere cult come i fumetti di Neil Gaiman e la cinematografia di Sergio Leone.

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“Chi… i Metallica?!?”. Quando sentirete per l’ennesima volta esclamazioni preconfezionate come questa adottate la classica ricetta che circola in certi ambienti anglofoni, ovvero Talk is cheap. Già, perché con buona pace delle chiacchiere comuni i Metallica non sono violenti, semmai sono sofferenti; non sono grotteschi, semmai sono romanzeschi; non sono satanici, semmai sono biblici. E tutto questo è sempre emerso chiaramente a chi ha avuto la buona volontà di scandagliare le loro lyrics. Così, a ormai 30 anni dal loro esordio, anche Arcana non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione commentando l’opera in versi di questo gruppo-simbolo nel panorama heavy metal e aprendo nuovi scenari alla fortunata collana Testi dopo il folgorante successo già ottenuto in altri generi musicali: per esempio gli U2, balzati agli onori delle cronache dopo l’autorevole imprimatur di Gianfranco Ravasi su “L’Osservatore Romano” e persino all’estero tra le pagine del “Guardian” e del “Times”. Anche questo saggio sul canzoniere dei Metallica promette scintille e colpi di scena: dagli esordi fulminanti di KILL ‘EM ALL al trionfo di MASTER OF PUPPETS, dalla consacrazione del pluripremiato black album allo sperimentalismo di LOAD e RELOAD, fino alle pirotecniche rivelazioni dell’ultimo lavoro di studio DEATH MAGNETIC… tutti i brani firmati da Hetfield & Ulrich e soci diventano una mirabolante filigrana per rivivere in controluce gli episodi più controversi (ma anche romantici) degli anni Ottanta e Novanta e oltre. Però nel songbook del gruppo californiano c’è molto di più: c’è la decisa predilezione per il tema della follia - così vicino alla fantascienza paranoica del conterraneo Philip Kendred Dick -, c’è una fascinazione per il mondo delle fiabe degna di Lewis Carroll e dei fratelli Grimm, c’è la stessa attrazione/repulsione per la guerra che animava l’epos di Omero e la cruda (ma sincera) narrativa di Hemingway, c’è quella medesima critica “dal di dentro” della società USA che riporta alla grande tradizione di Henry David Thoreau e Jack London, c’è la preferenza per le figure antieroiche strettamente imparentate con opere cult come i fumetti di Neil Gaiman e la cinematografia di Sergio Leone.

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