Non ci sono più i fotografi di una volta

Nonfiction, Art & Architecture, Photography, Equipment & Techniques, Techniques
Cover of the book Non ci sono più i fotografi di una volta by Marco Scataglini, Marco Scataglini
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Author: Marco Scataglini ISBN: 9781533745248
Publisher: Marco Scataglini Publication: August 5, 2018
Imprint: Language: Italian
Author: Marco Scataglini
ISBN: 9781533745248
Publisher: Marco Scataglini
Publication: August 5, 2018
Imprint:
Language: Italian

Il titolo di questo libro fa riferimento non certo a una facile (e inutile) nostalgia.

Se vuoi, è una semplice osservazione. I fotografi di un tempo, infatti, non ci sono più. E quelli di oggi sembrano nati dal nulla, come non avessero radici. Questo è forse il vero problema, che ho deciso di analizzare proponendo spunti di riflessione e fornendo alcuni consigli, spero utili. Ma senza la spocchia di chi crede di avere tutte le soluzioni in tasca.

Come uomo (e fotografo) di mezza età, mi sento come una sorta di ponte tra la mitica "età dell'oro" e quest'epoca di digitale imperante, in cui sono perfettamente integrato forse proprio perché so da dove vengo, e credo di sapere dove voglio andare.

Probabilmente la fotografia all'argento era più comprensibile, la logica di fondo era intuibile da chiunque, laddove il digitale impone di avere conoscenze che si spingono oltre le leggi dell'ottica e della chimica, per arrivare sino all'elettronica avanzata, all'informatica, alla fisica nucleare addirittura.

La massima semplicità (tiri fuori il tuo smartphone, inquadri e fai la foto) unita alla massima complessità. Fai la foto, è vero, ma non sai davvero cosa stia succedendo.

Tutti quei chip, quelle cariche elettriche, quei bit chi viaggiano vorticosamente e registrano su un supporto elettronico la tua foto. Boh.

E se pensi al fatto che sino a non molti anni fa nemmeno esistevano degli smartphone in grado di fare fotografie di qualità così buona! Prova a leggere un manuale sulla fotografia digitale di dieci o quindici anni fa, quasi ti da la stessa impressione di un libro di Feininger degli anni '50!

Ecco, forse è questo il problema.

Perché chi ama la fotografia, chi ne ha fatto il proprio hobby, la propria professione, la passione da condividere con amici e colleghi, ieri come oggi sa di appartenere a una specie di "elite", a un vasto gruppo di persone, di uomini e di donne che esprimono sé stessi grazie a una fotocamera: che dentro ci sia la pellicola o un sensore CMOS importa davvero poco. Forse niente.

E mi son reso conto del fatto che molti fotografi, troppi, oggi siano - appunto - privi di radici, di una prospettiva.

Il digitale è facile, immediato, i risultati sono garantiti, un tempo non era così.

La verità è che la fotografia seria, quella che cerca di trasmettere emozioni e idee, è difficile oggi come un tempo. O, se vogliamo, è facile oggi come cinquant'anni fa, se solo ci concentriamo su ciò che conta. Noi stessi.

Ecco allora il soggetto vero di questo libro: la ricerca delle proprie radici fotografiche non come fatto meramente filosofico, ma come mezzo per riscoprire chi siamo davvero, cosa vogliamo fare e perché. Guardare anche al passato per traghettarci verso il futuro, ma restando ancorati al presente, l'unico tempo che davvero ci è dato di vivere.

Per questo, a dispetto del titolo del libro, posso sin d'ora dirti che ci sono ancora i fotografi di una volta. Forse sei anche tu uno di loro.

Le tecniche passano, cambiano. Anche tu cambi, cresci evolvi. L'unica vera difficoltà è fare in modo che tutto questo rientri all'interno del piccolo rettangolo di una fotografia.

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Il titolo di questo libro fa riferimento non certo a una facile (e inutile) nostalgia.

Se vuoi, è una semplice osservazione. I fotografi di un tempo, infatti, non ci sono più. E quelli di oggi sembrano nati dal nulla, come non avessero radici. Questo è forse il vero problema, che ho deciso di analizzare proponendo spunti di riflessione e fornendo alcuni consigli, spero utili. Ma senza la spocchia di chi crede di avere tutte le soluzioni in tasca.

Come uomo (e fotografo) di mezza età, mi sento come una sorta di ponte tra la mitica "età dell'oro" e quest'epoca di digitale imperante, in cui sono perfettamente integrato forse proprio perché so da dove vengo, e credo di sapere dove voglio andare.

Probabilmente la fotografia all'argento era più comprensibile, la logica di fondo era intuibile da chiunque, laddove il digitale impone di avere conoscenze che si spingono oltre le leggi dell'ottica e della chimica, per arrivare sino all'elettronica avanzata, all'informatica, alla fisica nucleare addirittura.

La massima semplicità (tiri fuori il tuo smartphone, inquadri e fai la foto) unita alla massima complessità. Fai la foto, è vero, ma non sai davvero cosa stia succedendo.

Tutti quei chip, quelle cariche elettriche, quei bit chi viaggiano vorticosamente e registrano su un supporto elettronico la tua foto. Boh.

E se pensi al fatto che sino a non molti anni fa nemmeno esistevano degli smartphone in grado di fare fotografie di qualità così buona! Prova a leggere un manuale sulla fotografia digitale di dieci o quindici anni fa, quasi ti da la stessa impressione di un libro di Feininger degli anni '50!

Ecco, forse è questo il problema.

Perché chi ama la fotografia, chi ne ha fatto il proprio hobby, la propria professione, la passione da condividere con amici e colleghi, ieri come oggi sa di appartenere a una specie di "elite", a un vasto gruppo di persone, di uomini e di donne che esprimono sé stessi grazie a una fotocamera: che dentro ci sia la pellicola o un sensore CMOS importa davvero poco. Forse niente.

E mi son reso conto del fatto che molti fotografi, troppi, oggi siano - appunto - privi di radici, di una prospettiva.

Il digitale è facile, immediato, i risultati sono garantiti, un tempo non era così.

La verità è che la fotografia seria, quella che cerca di trasmettere emozioni e idee, è difficile oggi come un tempo. O, se vogliamo, è facile oggi come cinquant'anni fa, se solo ci concentriamo su ciò che conta. Noi stessi.

Ecco allora il soggetto vero di questo libro: la ricerca delle proprie radici fotografiche non come fatto meramente filosofico, ma come mezzo per riscoprire chi siamo davvero, cosa vogliamo fare e perché. Guardare anche al passato per traghettarci verso il futuro, ma restando ancorati al presente, l'unico tempo che davvero ci è dato di vivere.

Per questo, a dispetto del titolo del libro, posso sin d'ora dirti che ci sono ancora i fotografi di una volta. Forse sei anche tu uno di loro.

Le tecniche passano, cambiano. Anche tu cambi, cresci evolvi. L'unica vera difficoltà è fare in modo che tutto questo rientri all'interno del piccolo rettangolo di una fotografia.

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