Author: | Gianpaolo Anderlini | ISBN: | 9788899276027 |
Publisher: | Compagnia editoriale Aliberti | Publication: | January 1, 2016 |
Imprint: | Compagnia editoriale Aliberti | Language: | Italian |
Author: | Gianpaolo Anderlini |
ISBN: | 9788899276027 |
Publisher: | Compagnia editoriale Aliberti |
Publication: | January 1, 2016 |
Imprint: | Compagnia editoriale Aliberti |
Language: | Italian |
Prefazione di Rav Giuseppe Laras Cos’è un lager? È una cosa nata in tempi tristi, dove dopo passano i turisti. Francesco Guccini, Lager. Il titolo di questo libro è una voluta provocazione. Perché questo è un libro sofferto. Come non potrebbe essere altrimenti. Non è un pamphlet né un instant book. Non è un diario. Non è una guida. Non è un viaggio e tanto meno un pellegrinaggio. Sono pensieri itineranti che seguono le orme di un cammino che non ha una meta. Passo dopo passo. Faticosamente. Non si sceglie di visitare i luoghi di questo libro, ma non si può non percorrerli. Perché è dove non si vorrebbe mai andare che si trova (forse) ancora la forza per dare un nome a ciò che è stato. Gian Paolo Anderlini è un noto studioso di ebraismo, ed è stato ad Auschwitz molte volte. Il suo avvertimento è molto chiaro e allo stesso tempo accorato. Attenzione alla retorica della memoria, attenzione a non trasformare i riti pubblici “comandati” le manifestazioni a ricordo della Shoà e le Giornate dedicate.E le visite ad Auschwitz. Auschwitz non è l’unico luogo del ricordo. Un libro per evitare gli slittamenti progressivi della memoria sulla tragedia della Shoà, proponendoci nuovi itinerari: il Ghetto di Varsavia, Treblinka, Sobibòr, Belzec. Perché la memoria, come la storia e come Dio, ha tante facce e tanti volti, e nessuno in un luogo solo.
Prefazione di Rav Giuseppe Laras Cos’è un lager? È una cosa nata in tempi tristi, dove dopo passano i turisti. Francesco Guccini, Lager. Il titolo di questo libro è una voluta provocazione. Perché questo è un libro sofferto. Come non potrebbe essere altrimenti. Non è un pamphlet né un instant book. Non è un diario. Non è una guida. Non è un viaggio e tanto meno un pellegrinaggio. Sono pensieri itineranti che seguono le orme di un cammino che non ha una meta. Passo dopo passo. Faticosamente. Non si sceglie di visitare i luoghi di questo libro, ma non si può non percorrerli. Perché è dove non si vorrebbe mai andare che si trova (forse) ancora la forza per dare un nome a ciò che è stato. Gian Paolo Anderlini è un noto studioso di ebraismo, ed è stato ad Auschwitz molte volte. Il suo avvertimento è molto chiaro e allo stesso tempo accorato. Attenzione alla retorica della memoria, attenzione a non trasformare i riti pubblici “comandati” le manifestazioni a ricordo della Shoà e le Giornate dedicate.E le visite ad Auschwitz. Auschwitz non è l’unico luogo del ricordo. Un libro per evitare gli slittamenti progressivi della memoria sulla tragedia della Shoà, proponendoci nuovi itinerari: il Ghetto di Varsavia, Treblinka, Sobibòr, Belzec. Perché la memoria, come la storia e come Dio, ha tante facce e tanti volti, e nessuno in un luogo solo.