Polska... rivemo!

Sete bici, do veci, un cocal e una cornacia

Nonfiction, Travel, Europe, Eastern Europe, Social & Cultural Studies, Social Science, Folklore & Mythology, Fiction & Literature, Humorous
Cover of the book Polska... rivemo! by Diego Manna, Michele Zazzara, Bora.La
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Author: Diego Manna, Michele Zazzara ISBN: 1230000279002
Publisher: Bora.La Publication: November 8, 2014
Imprint: Language: Italian
Author: Diego Manna, Michele Zazzara
ISBN: 1230000279002
Publisher: Bora.La
Publication: November 8, 2014
Imprint:
Language: Italian

Secondo posto nazionale per la letteratura dialettale al premio “Salva la tua lingua locale”, in Campidoglio.

Scritto interamente in dialetto triestino, il libro è diviso in tre sezioni che si alternano e si fondono tra loro. 
La prima racconta il viaggio in bicicletta di sette ragazzi triestini, tra cui gli autori stessi, da Trieste a Cracovia, in dodici tappe, tra schianti contro auto, incontri particolari in dormitori studenteschi femminili, tuffi endemici triestini e moderni conti Dracula slovacchi assetati di birra. 
La seconda sezione è un viaggio nella cultura e nelle tradizioni di Trieste e di quello che fu l'Impero austro-ungarico, grazie alla presenza di Ucio e Ciano, due anziani triestini in osmiza, che al termine di ogni tappa, ispirati dagli avvenimenti accaduti ai ragazzi durante la giornata, raccontano al lettore un aneddoto dei loro tempi, sul modello delle tradizionali Maldobrie di Carpinteri & Faraguna. Tra le loro storie troveremo una Trieste del futuro conquistata dalla rivale Udine, una improbabile guerra tra adesivi e rane, un ammazza-draghi serbo, due moderni pirati istriani e addirittura tornei asburgici di sesa color, gioco tipico dei bambini triestini. 
Questa doppia linea di narrazione, bici e osmiza, permette al libro di presentare due tipi di dialetto, uno “più giovane”, usato nel ciclodiario in prima persona, e uno più “anziano”, usato nel raccontare gli aneddoti di Ucio e Ciano in forma di dialogo. Uno degli obbiettivi del libro è infatti quello di voler illustrare l'evoluzione del dialetto triestino tra le diverse fasce di età della popolazione.
Una terza sezione è infine dedicata al fumetto, e vede protagonisti un gabbiano (Robi) e una cornacchia (Paco) che intervallano la narrazione con goffi tentativi di furto di cibo ai danni di Ucio e Ciano, usando nel loro vocabolario espressioni e modi di dire tipici della tradizione triestina.

Sette bici, due vecchi, un gabbiano e una cornacchia. Tre viaggi diversi che si alternano e si intrecciano lungo un filo conduttore unico, quello che ci porterà da Trieste fino a Cracovia.

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Secondo posto nazionale per la letteratura dialettale al premio “Salva la tua lingua locale”, in Campidoglio.

Scritto interamente in dialetto triestino, il libro è diviso in tre sezioni che si alternano e si fondono tra loro. 
La prima racconta il viaggio in bicicletta di sette ragazzi triestini, tra cui gli autori stessi, da Trieste a Cracovia, in dodici tappe, tra schianti contro auto, incontri particolari in dormitori studenteschi femminili, tuffi endemici triestini e moderni conti Dracula slovacchi assetati di birra. 
La seconda sezione è un viaggio nella cultura e nelle tradizioni di Trieste e di quello che fu l'Impero austro-ungarico, grazie alla presenza di Ucio e Ciano, due anziani triestini in osmiza, che al termine di ogni tappa, ispirati dagli avvenimenti accaduti ai ragazzi durante la giornata, raccontano al lettore un aneddoto dei loro tempi, sul modello delle tradizionali Maldobrie di Carpinteri & Faraguna. Tra le loro storie troveremo una Trieste del futuro conquistata dalla rivale Udine, una improbabile guerra tra adesivi e rane, un ammazza-draghi serbo, due moderni pirati istriani e addirittura tornei asburgici di sesa color, gioco tipico dei bambini triestini. 
Questa doppia linea di narrazione, bici e osmiza, permette al libro di presentare due tipi di dialetto, uno “più giovane”, usato nel ciclodiario in prima persona, e uno più “anziano”, usato nel raccontare gli aneddoti di Ucio e Ciano in forma di dialogo. Uno degli obbiettivi del libro è infatti quello di voler illustrare l'evoluzione del dialetto triestino tra le diverse fasce di età della popolazione.
Una terza sezione è infine dedicata al fumetto, e vede protagonisti un gabbiano (Robi) e una cornacchia (Paco) che intervallano la narrazione con goffi tentativi di furto di cibo ai danni di Ucio e Ciano, usando nel loro vocabolario espressioni e modi di dire tipici della tradizione triestina.

Sette bici, due vecchi, un gabbiano e una cornacchia. Tre viaggi diversi che si alternano e si intrecciano lungo un filo conduttore unico, quello che ci porterà da Trieste fino a Cracovia.

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