Author: | Emilio Salgari | ISBN: | 1230002786759 |
Publisher: | Emilio Salgari | Publication: | November 3, 2018 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Emilio Salgari |
ISBN: | 1230002786759 |
Publisher: | Emilio Salgari |
Publication: | November 3, 2018 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Un lampo accecante che mostrò per qualche momento le nubi tempestose sospinte da un vento furiosissimo, illuminò la baia di Maludu, una delle più ampie insenature che s'aprano sulla costa settentrionale del Borneo, oltre il Canale di Banguey. Seguì un tuono spaventevole che durò parecchi secondi e che parve lo scoppio di una ventina di cannoni.
Gli altissimi pombo dalle enormi arance, le splendide arenghe saccarifere, gli upas dal succo velenoso, le gigantesche foglie dei banani e delle palme dentellate si piegarono, poi si contorsero furiosamente sotto una raffica terribile che s'addentrò, con impeto irresistibile, sotto le immense foreste.
La notte era calata già da parecchie ore, una notte oscurissima, senza stelle e senza luna, e che solamente i lampi di quando in quando, ad intervalli lunghissimi, illuminavano.
Pareva che fosse lì lì per scoppiare uno di quei formidabili cicloni, che sono così temuti da tutti gli isolani delle grandi terre della Sonda, eppure degli uomini, noncuranti delle furie del vento, de' tuoni, e degli imminenti rovesci d'acqua, vegliavano sotto le tenebrose foreste che circondavano tutta la profonda insenatura di Maludu. Quando un lampo rompeva le tenebre, si scorgevano delle ombre umane alzarsi in mezzo ai cespugli per spingere a quella luce più lontano gli sguardi e, quando il tuono cessava di rumoreggiare in mezzo alle tempestose nubi, si udivano delle parole sotto la foresta:
«Ancora nulla?»
«No!»
«Che cosa fa Sambigliong?»
«Non torna».
«Che l'abbiano ucciso?»
«Non è un uomo da lasciarsi cogliere. Un vecchio malese come lui!...»
«La Tigre della Malesia si impazientirà».
«Ma che? Sa bene che presto o tardi prenderà quel cane di Nasumbata!... E poi fidatevi dei dayaki di terra!... Sono più vili dei negritos!»
Una voce imperiosa dominò quel chiacchierio...
Un lampo accecante che mostrò per qualche momento le nubi tempestose sospinte da un vento furiosissimo, illuminò la baia di Maludu, una delle più ampie insenature che s'aprano sulla costa settentrionale del Borneo, oltre il Canale di Banguey. Seguì un tuono spaventevole che durò parecchi secondi e che parve lo scoppio di una ventina di cannoni.
Gli altissimi pombo dalle enormi arance, le splendide arenghe saccarifere, gli upas dal succo velenoso, le gigantesche foglie dei banani e delle palme dentellate si piegarono, poi si contorsero furiosamente sotto una raffica terribile che s'addentrò, con impeto irresistibile, sotto le immense foreste.
La notte era calata già da parecchie ore, una notte oscurissima, senza stelle e senza luna, e che solamente i lampi di quando in quando, ad intervalli lunghissimi, illuminavano.
Pareva che fosse lì lì per scoppiare uno di quei formidabili cicloni, che sono così temuti da tutti gli isolani delle grandi terre della Sonda, eppure degli uomini, noncuranti delle furie del vento, de' tuoni, e degli imminenti rovesci d'acqua, vegliavano sotto le tenebrose foreste che circondavano tutta la profonda insenatura di Maludu. Quando un lampo rompeva le tenebre, si scorgevano delle ombre umane alzarsi in mezzo ai cespugli per spingere a quella luce più lontano gli sguardi e, quando il tuono cessava di rumoreggiare in mezzo alle tempestose nubi, si udivano delle parole sotto la foresta:
«Ancora nulla?»
«No!»
«Che cosa fa Sambigliong?»
«Non torna».
«Che l'abbiano ucciso?»
«Non è un uomo da lasciarsi cogliere. Un vecchio malese come lui!...»
«La Tigre della Malesia si impazientirà».
«Ma che? Sa bene che presto o tardi prenderà quel cane di Nasumbata!... E poi fidatevi dei dayaki di terra!... Sono più vili dei negritos!»
Una voce imperiosa dominò quel chiacchierio...