Author: | Grazie Deledda, Carlo Mulas | ISBN: | 9788890759345 |
Publisher: | Indibooks | Publication: | February 8, 2015 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Grazie Deledda, Carlo Mulas |
ISBN: | 9788890759345 |
Publisher: | Indibooks |
Publication: | February 8, 2015 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Edita per la prima volta nel 1933, Sole d’estate è l’ultima raccolta di novelle pubblicata in volume da Grazia Deledda prima della sua morte, avvenuta nel 1936, ed è una delle opere della piena maturità.
Questa antologia di racconti fu composta, quindi, in un periodo particolare per la scrittrice nuorese, quando il successo mondiale, suggellato dal Premio Nobel per la letteratura del 1926, le aveva ormai arriso, trasformandola in una delle autrici in lingua italiana più importanti del Novecento.
Le ansie di affermazione sono svanite. La penna è libera. La necessità di costruire trame narrative tradizionali per impressionare il lettore ha lasciato spazio all’introspezione e all’utilizzo di tecniche narrative moderne e del tutto personali.
Ne scaturisce una raccolta di racconti a sfondo psicologico di grande pregio che porta a termine il lungo percorso artistico di Grazia Deledda narratrice di storie brevi, il cui talento era già emerso nelle antologie antecedenti, quali Racconti sardi e La regina delle tenebre.
In Sole d’estate il tempo è quello interiore, quello della riflessione, quello dell’accostamento alla morte di una donna che, per tutta la vita, lottò affinché il suo sogno diventasse realtà. E non è certamente un caso che una delle novelle più importanti di questo libro, intitolata La Grazia, inizi proprio con queste parole:
“I miei primi piccoli successi letterari furono accompagnati, come certi grandi successi, da vivi dispiaceri. In famiglia mi si proibiva di scrivere: poiché il mio avvenire doveva essere ben altro di quello che io sognavo: doveva essere cioè un avvenire casalingo, di lavoro esclusivamente domestico, di nuda realtà, di numerosa figliolanza.
Finché si era trattato di novelline per ragazzi, transeat; ma quando cominciarono le novelle d’amore, con convegni notturni, baci e paroline compromettenti, la persecuzione si manifestò inesorabile, da parte di tutta la parentela, con rinforzi esterni, che erano i più temibili e pericolosi.
Una ragazza per bene non può scrivere di queste cose, se non per esperienza o per sfogo personale: cosa che, se attira in un certo modo su di lei la curiosità dei giovanotti dell’intero circondario, non desta in loro l’idea fondamentale di chiedere la mano di sposa della scrittrice.
Vuol dire che tutto il mondo è stato sempre paese. Ma non di questo io mi dolevo: le frecce che miravano più dritto e mi ferivano al cuore erano quelle della critica letteraria locale”.
Una mentalità che la donna barbaricina seppe sfidare con coraggio e tenacia (descritta in maniera più strutturata nel romanzo autobiografico Cosima, quasi Grazia), conscia della propria forza d’animo, e della consapevolezza che la fatica e il dolore siano i soli strumenti per poter sopravvivere in un mondo caratterizzato dal fatalismo e dall’inattivismo, in cui quotidianamente si svolgono le commedie e i drammi della quotidianità esistenziale, raccontati, appunto, in questa raccolta.
Raccolta che contiene venticinque novelle, di vario tema e di diversa ambientazione, tutte caratterizzate dalla trama essenziale, dove i veri protagonisti sono i sentimenti umani: la pietà de Le nozze d’oro, la solitudine de Luna di settembre e Occhi celesti, l’angoscia de Lo spirito della madre, e via dicendo.
Si tratta, da un punto di vista stilistico, di monologhi interiori, ricordi, scene divertenti e giochi letterari che rendono Sole d’estate una lettura piacevole e allo stesso tempo meditativa; uno sguardo squisitamente femminile sul mondo e sulla realtà circostante ricco di colori e di atmosfere variegate: come quelle scherzose e ironiche descritte in Leone o faina, Una creatura piange ed Elzeviro d’urgenza; come quelle quotidiane ricche di piccoli e grandi problemi che emergono prepotentemente ne Il vestito nuovo; o come quelle più serie contenute nelle novelle memoriali che nascono da spunti autobiografici.
Tra queste ultime, come già accennato, c’è La Grazia: uno dei racconti più suggestivi ed affascinanti di tutta la produzione deleddiana, che narra delle difficoltà iniziali della giovane scrittrice, ma anche di un incontro, tra il magico e il reale, con una donnina nera non troppo dissimile dalle janas, le fate della tradizione sarda. Una storia profonda e fantastica, umana e dolorosa, così come quella contenuta in La chiesa nuova, nella quale i sogni “aboliscono il tempo e la distanza… con quella luce di angoscia misteriosa che illumina i sogni e fa sentire all’anima sopita la vanità della visione”.
L’autrice
Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871. Fu una scrittrice autodidatta. Cominciò la sua carriera narrativa collaborando con numerose riviste di costume e cultura.
Verso la fine dell’Ottocento, durante un breve soggiorno a Cagliari, incontrò Palmiro Madesani che divenne suo marito e col quale si trasferì a Roma. Nel 1926, unica donna in Italia, fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura, per il suo senso artistico e le sue originali capacità creative. Visse nella capitale italiana sino al 1936, anno della sua morte.
La Deledda è autrice di numerosi romanzi, novelle, saggi e articoli di vario genere. Tra le sue opere più famose: Fiabe e leggende sarde, Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna, Elias Portolu, Racconti sardi, La regina delle tenebre, Canne al vento, La madre e Cosima quasi Grazia.
L’eBook
La presente edizione, dotata di un funzionale sommario e di una nota introduttiva, è stata progettata per i dispositivi e le applicazioni di lettura digitale. Il testo è stato regolarizzato secondo le norme grafiche attualmente in uso, in modo da agevolarne la lettura e la fruizione.
Edita per la prima volta nel 1933, Sole d’estate è l’ultima raccolta di novelle pubblicata in volume da Grazia Deledda prima della sua morte, avvenuta nel 1936, ed è una delle opere della piena maturità.
Questa antologia di racconti fu composta, quindi, in un periodo particolare per la scrittrice nuorese, quando il successo mondiale, suggellato dal Premio Nobel per la letteratura del 1926, le aveva ormai arriso, trasformandola in una delle autrici in lingua italiana più importanti del Novecento.
Le ansie di affermazione sono svanite. La penna è libera. La necessità di costruire trame narrative tradizionali per impressionare il lettore ha lasciato spazio all’introspezione e all’utilizzo di tecniche narrative moderne e del tutto personali.
Ne scaturisce una raccolta di racconti a sfondo psicologico di grande pregio che porta a termine il lungo percorso artistico di Grazia Deledda narratrice di storie brevi, il cui talento era già emerso nelle antologie antecedenti, quali Racconti sardi e La regina delle tenebre.
In Sole d’estate il tempo è quello interiore, quello della riflessione, quello dell’accostamento alla morte di una donna che, per tutta la vita, lottò affinché il suo sogno diventasse realtà. E non è certamente un caso che una delle novelle più importanti di questo libro, intitolata La Grazia, inizi proprio con queste parole:
“I miei primi piccoli successi letterari furono accompagnati, come certi grandi successi, da vivi dispiaceri. In famiglia mi si proibiva di scrivere: poiché il mio avvenire doveva essere ben altro di quello che io sognavo: doveva essere cioè un avvenire casalingo, di lavoro esclusivamente domestico, di nuda realtà, di numerosa figliolanza.
Finché si era trattato di novelline per ragazzi, transeat; ma quando cominciarono le novelle d’amore, con convegni notturni, baci e paroline compromettenti, la persecuzione si manifestò inesorabile, da parte di tutta la parentela, con rinforzi esterni, che erano i più temibili e pericolosi.
Una ragazza per bene non può scrivere di queste cose, se non per esperienza o per sfogo personale: cosa che, se attira in un certo modo su di lei la curiosità dei giovanotti dell’intero circondario, non desta in loro l’idea fondamentale di chiedere la mano di sposa della scrittrice.
Vuol dire che tutto il mondo è stato sempre paese. Ma non di questo io mi dolevo: le frecce che miravano più dritto e mi ferivano al cuore erano quelle della critica letteraria locale”.
Una mentalità che la donna barbaricina seppe sfidare con coraggio e tenacia (descritta in maniera più strutturata nel romanzo autobiografico Cosima, quasi Grazia), conscia della propria forza d’animo, e della consapevolezza che la fatica e il dolore siano i soli strumenti per poter sopravvivere in un mondo caratterizzato dal fatalismo e dall’inattivismo, in cui quotidianamente si svolgono le commedie e i drammi della quotidianità esistenziale, raccontati, appunto, in questa raccolta.
Raccolta che contiene venticinque novelle, di vario tema e di diversa ambientazione, tutte caratterizzate dalla trama essenziale, dove i veri protagonisti sono i sentimenti umani: la pietà de Le nozze d’oro, la solitudine de Luna di settembre e Occhi celesti, l’angoscia de Lo spirito della madre, e via dicendo.
Si tratta, da un punto di vista stilistico, di monologhi interiori, ricordi, scene divertenti e giochi letterari che rendono Sole d’estate una lettura piacevole e allo stesso tempo meditativa; uno sguardo squisitamente femminile sul mondo e sulla realtà circostante ricco di colori e di atmosfere variegate: come quelle scherzose e ironiche descritte in Leone o faina, Una creatura piange ed Elzeviro d’urgenza; come quelle quotidiane ricche di piccoli e grandi problemi che emergono prepotentemente ne Il vestito nuovo; o come quelle più serie contenute nelle novelle memoriali che nascono da spunti autobiografici.
Tra queste ultime, come già accennato, c’è La Grazia: uno dei racconti più suggestivi ed affascinanti di tutta la produzione deleddiana, che narra delle difficoltà iniziali della giovane scrittrice, ma anche di un incontro, tra il magico e il reale, con una donnina nera non troppo dissimile dalle janas, le fate della tradizione sarda. Una storia profonda e fantastica, umana e dolorosa, così come quella contenuta in La chiesa nuova, nella quale i sogni “aboliscono il tempo e la distanza… con quella luce di angoscia misteriosa che illumina i sogni e fa sentire all’anima sopita la vanità della visione”.
L’autrice
Grazia Deledda nacque a Nuoro nel 1871. Fu una scrittrice autodidatta. Cominciò la sua carriera narrativa collaborando con numerose riviste di costume e cultura.
Verso la fine dell’Ottocento, durante un breve soggiorno a Cagliari, incontrò Palmiro Madesani che divenne suo marito e col quale si trasferì a Roma. Nel 1926, unica donna in Italia, fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura, per il suo senso artistico e le sue originali capacità creative. Visse nella capitale italiana sino al 1936, anno della sua morte.
La Deledda è autrice di numerosi romanzi, novelle, saggi e articoli di vario genere. Tra le sue opere più famose: Fiabe e leggende sarde, Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna, Elias Portolu, Racconti sardi, La regina delle tenebre, Canne al vento, La madre e Cosima quasi Grazia.
L’eBook
La presente edizione, dotata di un funzionale sommario e di una nota introduttiva, è stata progettata per i dispositivi e le applicazioni di lettura digitale. Il testo è stato regolarizzato secondo le norme grafiche attualmente in uso, in modo da agevolarne la lettura e la fruizione.