Sonetti - Sonetti 133-154 Libro 7/7 (versione PC o MAC)

Nonfiction, Entertainment, Performing Arts
Cover of the book Sonetti - Sonetti 133-154 Libro 7/7 (versione PC o MAC) by William Shakespeare, Società Editrice Dante Alighieri
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Author: William Shakespeare ISBN: 9788853450180
Publisher: Società Editrice Dante Alighieri Publication: June 13, 2012
Imprint: Language: Italian
Author: William Shakespeare
ISBN: 9788853450180
Publisher: Società Editrice Dante Alighieri
Publication: June 13, 2012
Imprint:
Language: Italian

Come può venire in mente a qualcuno, di tradurre in endecasillabi rimati centocinquantaquattro Sonetti (un sesto della Divina Commedia!), sapendo che di traduzioni di quell’Opera di Shakespeare ne esistono a centinaia?
Mi era capitato di imbattermi in una frase di William Wordsworth che definiva questi componimenti: “la chiave con la quale il giovane campagnolo di Stratford-on-Avon, disserra il suo cuore”… e avevo cominciato a leggerli, ma davvero con “l’occhio corto” ; e dal momento che mi era sembrato che i primi non rivelassero proprio nulla, anzi li avevo trovati ripetitivi e noiosi, la delusione, mi aveva fatto chiudere il libro.
Capii in seguito, che se è vero che Shakespeare in quest’opera apparentemente non rivela segreti intimi, è pur vero che proprio in quei primi sonetti, con un occhio più lungo, e confortato da traduzioni meno fredde, avrei potuto scorgere qualcosa di molto più interessante.

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Come può venire in mente a qualcuno, di tradurre in endecasillabi rimati centocinquantaquattro Sonetti (un sesto della Divina Commedia!), sapendo che di traduzioni di quell’Opera di Shakespeare ne esistono a centinaia?
Mi era capitato di imbattermi in una frase di William Wordsworth che definiva questi componimenti: “la chiave con la quale il giovane campagnolo di Stratford-on-Avon, disserra il suo cuore”… e avevo cominciato a leggerli, ma davvero con “l’occhio corto” ; e dal momento che mi era sembrato che i primi non rivelassero proprio nulla, anzi li avevo trovati ripetitivi e noiosi, la delusione, mi aveva fatto chiudere il libro.
Capii in seguito, che se è vero che Shakespeare in quest’opera apparentemente non rivela segreti intimi, è pur vero che proprio in quei primi sonetti, con un occhio più lungo, e confortato da traduzioni meno fredde, avrei potuto scorgere qualcosa di molto più interessante.

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