Author: | Adam Phillips | ISBN: | 9788862203333 |
Publisher: | Ponte alle Grazie | Publication: | February 1, 2011 |
Imprint: | Ponte alle Grazie | Language: | Italian |
Author: | Adam Phillips |
ISBN: | 9788862203333 |
Publisher: | Ponte alle Grazie |
Publication: | February 1, 2011 |
Imprint: | Ponte alle Grazie |
Language: | Italian |
Raccontare storie e dissertare di argomenti psicoanalitici potrebbero sembrare attività distanti, forse inconciliabili. I libri di Adam Phillips dimostrano proprio il contrario: le teorie dei grandi analisti del passato si possono spiegare con i racconti dei pazienti e degli psichiatri, con le vicende dei personaggi che popolano le nostre nevrosi e che cerchiamo di ricostruire sul proverbiale lettino. Nei saggi raccolti in questo libro lo psicoanalista britannico affronta temi «seri», come la solitudine e la preoccupazione, e altri che, pur apparentemente «frivoli», non andrebbero per questo trascurati: altrettanti segnali del profondo, il solletico, la compostezza, la noia, il bacio vengono scandagliati da Phillips aggirando l’idea che l’analista abbia a che fare unicamente con i «pazienti». Il risultato è un’indagine anticonformista, dai risvolti spesso insospettabili e avvincenti, dove i fitti riferimenti al corpus freudiano e alle opere di Winnicott aiutano a chiarire, e mai a confondere. Anche sulla pagina scritta, la «terapia della parola» è tanto più potente ed efficace se lo psichiatra e il suo interlocutore si concedono lo spazio necessario per ascoltarsi e, soprattutto, scoprire le storie di cui sono autori e protagonisti.
Raccontare storie e dissertare di argomenti psicoanalitici potrebbero sembrare attività distanti, forse inconciliabili. I libri di Adam Phillips dimostrano proprio il contrario: le teorie dei grandi analisti del passato si possono spiegare con i racconti dei pazienti e degli psichiatri, con le vicende dei personaggi che popolano le nostre nevrosi e che cerchiamo di ricostruire sul proverbiale lettino. Nei saggi raccolti in questo libro lo psicoanalista britannico affronta temi «seri», come la solitudine e la preoccupazione, e altri che, pur apparentemente «frivoli», non andrebbero per questo trascurati: altrettanti segnali del profondo, il solletico, la compostezza, la noia, il bacio vengono scandagliati da Phillips aggirando l’idea che l’analista abbia a che fare unicamente con i «pazienti». Il risultato è un’indagine anticonformista, dai risvolti spesso insospettabili e avvincenti, dove i fitti riferimenti al corpus freudiano e alle opere di Winnicott aiutano a chiarire, e mai a confondere. Anche sulla pagina scritta, la «terapia della parola» è tanto più potente ed efficace se lo psichiatra e il suo interlocutore si concedono lo spazio necessario per ascoltarsi e, soprattutto, scoprire le storie di cui sono autori e protagonisti.