Author: | Franco Fortini | ISBN: | 9788865765920 |
Publisher: | Il Saggiatore | Publication: | September 25, 2017 |
Imprint: | Il Saggiatore | Language: | Italian |
Author: | Franco Fortini |
ISBN: | 9788865765920 |
Publisher: | Il Saggiatore |
Publication: | September 25, 2017 |
Imprint: | Il Saggiatore |
Language: | Italian |
Guardiano della realtà e insieme dell’utopia, anzi guardiano della realtà perché guardiano dell’utopia: questo è Franco Fortini: l’intellettuale ostico, severo, tutto d’un pezzo, che Calvino ritrae col dito indice sempre idealmente alzato a esortare e ammonire i compagni di strada; il poeta che si scaglia contro ogni tentazione analgesica dell’industria culturale, lucido come nessuno mai, e d’una lucidità durevole; l’uomo che instancabilmente vuole distinguere gli amici dai nemici, le idee giuste dalle sbagliate, additando a sé e agli altri l’itinerario da percorrere.L’itinerario è la verifi ca dei poteri. Verifi ca dei poteri è correggere gli errori di lettura della realtà, esercitarsi a percepire i vuoti d’aria dove più la società sembra compatta e soda, disarmare il discorso del nemico, i suoi strumenti di persuasione e spavento, di assimilazione della spinta socialista al liberalcapitalismo che trasforma la società in subumanità consumatrice. Verifica dei poteri è anche colpire i due ottimismi: quello infantile dell’impegno settario, da scuola di partito; e quello dell’anti-ideologismo avanguardistico, ossia l’arte da atelier di moda, la letteratura pseudoprogressista che «passa le sue vacanze sulle rive del mare dell’Oggettività». Perché la cultura, se indossa i panni di cui la borghesia ama vederla drappeggiata, ha solo una funzione subalterna, esornativa, risibile: uno scrittore disimpegnato è un non-scrittore. Ma dove passano la crepa, il solco, la spaccatura? Al chiacchiericcio assuefatto dei coristi della cultura dominante Fortini risponde con la battaglia risoluta contro i nessi visibili o invisibili che legano quella cultura al sistema dell’inumanità stabilizzata. Compito insostituibile della poesia è «portare la spada nel mondo». E così dopo il dubbio, la tentazione del silenzio e della rassegnazione, torna, netta come una figura nell’alba, la parola critica, senza additivi o correttivi, a restituire all’uomo la sua totalità.
Guardiano della realtà e insieme dell’utopia, anzi guardiano della realtà perché guardiano dell’utopia: questo è Franco Fortini: l’intellettuale ostico, severo, tutto d’un pezzo, che Calvino ritrae col dito indice sempre idealmente alzato a esortare e ammonire i compagni di strada; il poeta che si scaglia contro ogni tentazione analgesica dell’industria culturale, lucido come nessuno mai, e d’una lucidità durevole; l’uomo che instancabilmente vuole distinguere gli amici dai nemici, le idee giuste dalle sbagliate, additando a sé e agli altri l’itinerario da percorrere.L’itinerario è la verifi ca dei poteri. Verifi ca dei poteri è correggere gli errori di lettura della realtà, esercitarsi a percepire i vuoti d’aria dove più la società sembra compatta e soda, disarmare il discorso del nemico, i suoi strumenti di persuasione e spavento, di assimilazione della spinta socialista al liberalcapitalismo che trasforma la società in subumanità consumatrice. Verifica dei poteri è anche colpire i due ottimismi: quello infantile dell’impegno settario, da scuola di partito; e quello dell’anti-ideologismo avanguardistico, ossia l’arte da atelier di moda, la letteratura pseudoprogressista che «passa le sue vacanze sulle rive del mare dell’Oggettività». Perché la cultura, se indossa i panni di cui la borghesia ama vederla drappeggiata, ha solo una funzione subalterna, esornativa, risibile: uno scrittore disimpegnato è un non-scrittore. Ma dove passano la crepa, il solco, la spaccatura? Al chiacchiericcio assuefatto dei coristi della cultura dominante Fortini risponde con la battaglia risoluta contro i nessi visibili o invisibili che legano quella cultura al sistema dell’inumanità stabilizzata. Compito insostituibile della poesia è «portare la spada nel mondo». E così dopo il dubbio, la tentazione del silenzio e della rassegnazione, torna, netta come una figura nell’alba, la parola critica, senza additivi o correttivi, a restituire all’uomo la sua totalità.