Alvar AAlto. Progetto di complesso residenziale a Pavia

“Onde anomale” lungo il fiume: spazio, architettura, territorio e innovazione

Nonfiction, Art & Architecture, Architecture, Individual Architect
Cover of the book Alvar AAlto. Progetto di complesso residenziale a Pavia by Vittorio Prina, Gangemi Editore
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Author: Vittorio Prina ISBN: 9788849247350
Publisher: Gangemi Editore Publication: October 13, 2015
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Vittorio Prina
ISBN: 9788849247350
Publisher: Gangemi Editore
Publication: October 13, 2015
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

Il progetto del complesso residenziale denominato “Patrizia” redatto nel 1966-68 da Alvar Aalto, con Elissa Aalto e Leonardo Mosso, collocato nella periferia ovest di Pavia in località San Lanfranco, non è mai stato realizzato. Stupisce, nel progetto aaltiano, la qualità e l’unitarietà delle soluzioni proposte per i singoli nodi progettuali; la possibilità di realizzare il complesso per parti; la dotazione di servizi pensati quali elementi di mediazione e di aggregazione tra le parti stesse che compongono il quartiere a determinare un complesso sovrapporsi di sistemi; la particolare attenzione dedicata all’«inserimento ambientale» del progetto in uno dei luoghi di maggior pregio del corso pavese del fiume Ticino, e al complesso storico monumentale costituito dalla basilica di San Lanfranco, vero e proprio elemento nodale e di mediazione del progetto con la matrice storica del luogo, del costruito con lo spazio aperto a verde pubblico. La struttura morfologica principale è basata su «un reticolo ondulato» che rappresenta la «costante variabile», «uno schema proiettante ondulato e continuo». L’altezza degli edifici varia gradualmente da nove a sette, a cinque piani e viceversa. Gli edifici in linea a giacitura curvilinea sono orientati lungo l’asse nord ovest – sud est, parallelamente all’asse autostradale, e sono alternati così da creare grandi spazi/corti aperte a forma allungata che “fluiscono” gli uni nei successivi, delimitati dagli edifici curvilinei stessi, conformando spazi che si “allargano” e si “restringono” in successione lungo l’asse longitudinale. La soluzione costituisce un nuovo concetto di città nel quale le corti non sono da catalogare nell’accezione storica di spazi chiusi e delimitati ma costituiscono spazi “fluidi” delimitati da volumi curvilinei in pianta e alzato la cui percezione è costantemente variabile.

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Il progetto del complesso residenziale denominato “Patrizia” redatto nel 1966-68 da Alvar Aalto, con Elissa Aalto e Leonardo Mosso, collocato nella periferia ovest di Pavia in località San Lanfranco, non è mai stato realizzato. Stupisce, nel progetto aaltiano, la qualità e l’unitarietà delle soluzioni proposte per i singoli nodi progettuali; la possibilità di realizzare il complesso per parti; la dotazione di servizi pensati quali elementi di mediazione e di aggregazione tra le parti stesse che compongono il quartiere a determinare un complesso sovrapporsi di sistemi; la particolare attenzione dedicata all’«inserimento ambientale» del progetto in uno dei luoghi di maggior pregio del corso pavese del fiume Ticino, e al complesso storico monumentale costituito dalla basilica di San Lanfranco, vero e proprio elemento nodale e di mediazione del progetto con la matrice storica del luogo, del costruito con lo spazio aperto a verde pubblico. La struttura morfologica principale è basata su «un reticolo ondulato» che rappresenta la «costante variabile», «uno schema proiettante ondulato e continuo». L’altezza degli edifici varia gradualmente da nove a sette, a cinque piani e viceversa. Gli edifici in linea a giacitura curvilinea sono orientati lungo l’asse nord ovest – sud est, parallelamente all’asse autostradale, e sono alternati così da creare grandi spazi/corti aperte a forma allungata che “fluiscono” gli uni nei successivi, delimitati dagli edifici curvilinei stessi, conformando spazi che si “allargano” e si “restringono” in successione lungo l’asse longitudinale. La soluzione costituisce un nuovo concetto di città nel quale le corti non sono da catalogare nell’accezione storica di spazi chiusi e delimitati ma costituiscono spazi “fluidi” delimitati da volumi curvilinei in pianta e alzato la cui percezione è costantemente variabile.

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