Dominio

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, International, International Security, International Relations
Cover of the book Dominio by Mosaddeq Ahmed Nafeez, Fazi Editore
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Author: Mosaddeq Ahmed Nafeez ISBN: 9788876256189
Publisher: Fazi Editore Publication: June 5, 2014
Imprint: Fazi Editore Language: Italian
Author: Mosaddeq Ahmed Nafeez
ISBN: 9788876256189
Publisher: Fazi Editore
Publication: June 5, 2014
Imprint: Fazi Editore
Language: Italian

In Dominio, Nafeez M. Ahmed prosegue la sua documentatissima requisitoria contro il “nuovo imperialismo” angloamericano. Citando centinaia di fonti – documenti desecretati, libri e articoli di prestigiosi accademici, funzionari di Stato, giornalisti, per la gran parte autori occidentali di alta reputazione e indubbio profilo – Nafeez M. Ahmed mostra fra l’altro che: 1. Nonostante la pluridecennale “propaganda umanitaria”, la politica degli Stati Uniti nella regione iraniano-irachena è stata unicamente dettata dagli interessi strategici, economici e politici della superpotenza americana; 2. Tale politica si è espressa in primo luogo nell’installazione di regimi servili nei due Stati: quello dello shah Pahlevi in Iran, e poi quello dello stesso Saddam Hussein in Iraq; 3. Gli USA hanno sostenuto Saddam durante la lunga, inutile e devastante guerra contro l’Iran, in particolare fornendo know-how e tecnologie di distruzione di massa; 4. Esistono prove convincenti che gli Stati Uniti e il Kuwait, di concerto, diedero vita a partire dal 1990 a una serie di provocazioni che indussero Saddam a invadere il Kuwait; nel frattempo, la posizione ufficiale degli USA nei confronti della diatriba Kuwait-Iraq, e una serie di comunicazioni dirette a Saddam da alti funzionari USA – ora desecretate –, lasciarono intendere a Saddam che gli Stati Uniti “avrebbero lasciato fare” il loro “amico” qualora avesse invaso il Kuwait; 5. La politica delle sanzioni, che per dodici anni ha messo in ginocchio uno dei Paesi più avanzati del Medio Oriente riducendo la sua economia, i suoi servizi sociali e le sue infrastrutture ai più bassi livelli del terzo mondo e ha causato oltre 1.500.000 morti (di cui per un terzo bambini al di sotto dei cinque anni), costituisce un vero e proprio genocidio, per il quale il Consiglio di Sicurezza, l’amministrazione USA e il governo britannico dovrebbero essere giudicati; 6. Scopo reale delle sanzioni è fiaccare il popolo iracheno e mandare un preciso messaggio a tutti gli altri popoli mediorientali: “è questo che succede a chi non voglia allinearsi agli interessi economici USA nella regione”; 7. La retorica sulle armi di distruzione di massa utilizzate dall’Iraq non è altro che propaganda; prove irrefutabili dimostrano: a) che è quanto meno dubbio che l’Iraq ne possieda; b) che gli Stati Uniti hanno tollerato e tollerano l’utilizzo continuato di armi di distruzione di massa da parte dei loro alleati Israele, Indonesia e Turchia; c) che, durante la stessa prima guerra del Golfo, gli Stati Uniti hanno tollerato l’utilizzo di armi di distruzioni di massa da parte di Saddam nei confronti dei ribelli curdi; d) che gli Stati Uniti hanno utilizzato armi di distruzione di massa – e in particolare armi a base di uranio impoverito – durante la stessa guerra del Golfo, pienamente consapevoli dei loro effetti genocidari.

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In Dominio, Nafeez M. Ahmed prosegue la sua documentatissima requisitoria contro il “nuovo imperialismo” angloamericano. Citando centinaia di fonti – documenti desecretati, libri e articoli di prestigiosi accademici, funzionari di Stato, giornalisti, per la gran parte autori occidentali di alta reputazione e indubbio profilo – Nafeez M. Ahmed mostra fra l’altro che: 1. Nonostante la pluridecennale “propaganda umanitaria”, la politica degli Stati Uniti nella regione iraniano-irachena è stata unicamente dettata dagli interessi strategici, economici e politici della superpotenza americana; 2. Tale politica si è espressa in primo luogo nell’installazione di regimi servili nei due Stati: quello dello shah Pahlevi in Iran, e poi quello dello stesso Saddam Hussein in Iraq; 3. Gli USA hanno sostenuto Saddam durante la lunga, inutile e devastante guerra contro l’Iran, in particolare fornendo know-how e tecnologie di distruzione di massa; 4. Esistono prove convincenti che gli Stati Uniti e il Kuwait, di concerto, diedero vita a partire dal 1990 a una serie di provocazioni che indussero Saddam a invadere il Kuwait; nel frattempo, la posizione ufficiale degli USA nei confronti della diatriba Kuwait-Iraq, e una serie di comunicazioni dirette a Saddam da alti funzionari USA – ora desecretate –, lasciarono intendere a Saddam che gli Stati Uniti “avrebbero lasciato fare” il loro “amico” qualora avesse invaso il Kuwait; 5. La politica delle sanzioni, che per dodici anni ha messo in ginocchio uno dei Paesi più avanzati del Medio Oriente riducendo la sua economia, i suoi servizi sociali e le sue infrastrutture ai più bassi livelli del terzo mondo e ha causato oltre 1.500.000 morti (di cui per un terzo bambini al di sotto dei cinque anni), costituisce un vero e proprio genocidio, per il quale il Consiglio di Sicurezza, l’amministrazione USA e il governo britannico dovrebbero essere giudicati; 6. Scopo reale delle sanzioni è fiaccare il popolo iracheno e mandare un preciso messaggio a tutti gli altri popoli mediorientali: “è questo che succede a chi non voglia allinearsi agli interessi economici USA nella regione”; 7. La retorica sulle armi di distruzione di massa utilizzate dall’Iraq non è altro che propaganda; prove irrefutabili dimostrano: a) che è quanto meno dubbio che l’Iraq ne possieda; b) che gli Stati Uniti hanno tollerato e tollerano l’utilizzo continuato di armi di distruzione di massa da parte dei loro alleati Israele, Indonesia e Turchia; c) che, durante la stessa prima guerra del Golfo, gli Stati Uniti hanno tollerato l’utilizzo di armi di distruzioni di massa da parte di Saddam nei confronti dei ribelli curdi; d) che gli Stati Uniti hanno utilizzato armi di distruzione di massa – e in particolare armi a base di uranio impoverito – durante la stessa guerra del Golfo, pienamente consapevoli dei loro effetti genocidari.

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