L'intensità espressiva delle Epistole poggia su un tono dimesso e colloquiale, quasi familiare. Orazio avverte che la stagione bella, comunque la si sia vissuta, non ha più forza di essere protratta, con le sue impennate, le sue istanze sovvertitrici, con i suoi incanti e innamoramenti. Il futuro, anche se mai aveva voluto affrontarlo, è la morte, che non concede punti di fuga, non contempla alternative. Il contraltare a questa coscienza dell'ineluttabile, come spesso accade, è una strana serenità; se deve pagare un prezzo alla malinconia di una vicenda che troppo brevemente si esaurisce, la maturità ha in sé la saggezza di una minore intransigenza, di un più pacato impatto con le cose.
L'intensità espressiva delle Epistole poggia su un tono dimesso e colloquiale, quasi familiare. Orazio avverte che la stagione bella, comunque la si sia vissuta, non ha più forza di essere protratta, con le sue impennate, le sue istanze sovvertitrici, con i suoi incanti e innamoramenti. Il futuro, anche se mai aveva voluto affrontarlo, è la morte, che non concede punti di fuga, non contempla alternative. Il contraltare a questa coscienza dell'ineluttabile, come spesso accade, è una strana serenità; se deve pagare un prezzo alla malinconia di una vicenda che troppo brevemente si esaurisce, la maturità ha in sé la saggezza di una minore intransigenza, di un più pacato impatto con le cose.