Author: | Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera | ISBN: | 9788861263017 |
Publisher: | Corriere della Sera | Publication: | September 25, 2013 |
Imprint: | Corriere della Sera | Language: | Italian |
Author: | Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera |
ISBN: | 9788861263017 |
Publisher: | Corriere della Sera |
Publication: | September 25, 2013 |
Imprint: | Corriere della Sera |
Language: | Italian |
Tre milioni di fedeli, ragazzi e ragazze che pregano e cantano a Copacabana dopo la veglia sulla spiaggia e la notte in tenda e sacco a pelo: quella di Rio de Janeiro resterà nella storia come la Giornata mondiale della gioventù più bella e dirompente di sempre. E segna l’inizio della rivoluzione di papa Francesco: nella settimana di viaggio in Brasile, i discorsi e i gesti di Jorge Mario Bergoglio rappresentano una sorta di enciclica e dispiegano la svolta del suo pontificato. Un viaggio programmatico che ha al centro una domanda: “Siamo ancora una Chiesa capace di riscaldare il cuore?”. Per Francesco “il clericalismo ha lasciato tanti feriti” ed è arrivato “il tempo della misericordia”: viviamo un “cambio d’epoca” e occorre una Chiesa “aperta e vicina”, chiamata a riscoprire le “periferie umane ed esistenziali”, a dialogare senza timori con il mondo attuale e tutti “gli uomini di buona volontà”, compresi i non credenti, perché “Dio sta in tutte le parti”. Una Chiesa che riscopra la “grammatica della semplicità” e la “rivoluzione della tenerezza” del Vangelo. Gian Guido Vecchi, che ha seguito e intervistato il Papa in quei giorni, ripercorre le tappe del viaggio brasiliano facendone rivivere emozioni e sorprese. L’incontro commovente con i giovani carcerati, il discorso memorabile ai vescovi sulla “lezione” dei semplici pescatori di Aparecida, l’abbraccio della folla e l’ansia per la sicurezza di un pontefice che vuole avvicinare la gente. Al racconto di questa avventura si intrecciano le parole di Francesco, che risponde a ogni domanda senza mai tirarsi indietro: dallo Ior all’emarginazione sociale, dai divorziati all’omosessualità. Ripetendo senza sosta il suo messaggio: la Chiesa dev’essere “facilitatrice e non controllore della fede” e tornare all’essenziale evangelico: “Il centro non siamo noi. Il centro è Gesù Cristo”.
Tre milioni di fedeli, ragazzi e ragazze che pregano e cantano a Copacabana dopo la veglia sulla spiaggia e la notte in tenda e sacco a pelo: quella di Rio de Janeiro resterà nella storia come la Giornata mondiale della gioventù più bella e dirompente di sempre. E segna l’inizio della rivoluzione di papa Francesco: nella settimana di viaggio in Brasile, i discorsi e i gesti di Jorge Mario Bergoglio rappresentano una sorta di enciclica e dispiegano la svolta del suo pontificato. Un viaggio programmatico che ha al centro una domanda: “Siamo ancora una Chiesa capace di riscaldare il cuore?”. Per Francesco “il clericalismo ha lasciato tanti feriti” ed è arrivato “il tempo della misericordia”: viviamo un “cambio d’epoca” e occorre una Chiesa “aperta e vicina”, chiamata a riscoprire le “periferie umane ed esistenziali”, a dialogare senza timori con il mondo attuale e tutti “gli uomini di buona volontà”, compresi i non credenti, perché “Dio sta in tutte le parti”. Una Chiesa che riscopra la “grammatica della semplicità” e la “rivoluzione della tenerezza” del Vangelo. Gian Guido Vecchi, che ha seguito e intervistato il Papa in quei giorni, ripercorre le tappe del viaggio brasiliano facendone rivivere emozioni e sorprese. L’incontro commovente con i giovani carcerati, il discorso memorabile ai vescovi sulla “lezione” dei semplici pescatori di Aparecida, l’abbraccio della folla e l’ansia per la sicurezza di un pontefice che vuole avvicinare la gente. Al racconto di questa avventura si intrecciano le parole di Francesco, che risponde a ogni domanda senza mai tirarsi indietro: dallo Ior all’emarginazione sociale, dai divorziati all’omosessualità. Ripetendo senza sosta il suo messaggio: la Chiesa dev’essere “facilitatrice e non controllore della fede” e tornare all’essenziale evangelico: “Il centro non siamo noi. Il centro è Gesù Cristo”.