Author: | Alberto Jorio, Francesco Vella, Marcello Clarich | ISBN: | 9788892168411 |
Publisher: | Giappichelli Editore | Publication: | January 31, 2018 |
Imprint: | Giappichelli Editore | Language: | Italian |
Author: | Alberto Jorio, Francesco Vella, Marcello Clarich |
ISBN: | 9788892168411 |
Publisher: | Giappichelli Editore |
Publication: | January 31, 2018 |
Imprint: | Giappichelli Editore |
Language: | Italian |
La tematica dei non performing loan (NPL), o crediti deteriorati, è divenuta – negli ultimi mesi – una delle più frequentate in materia bancaria: di tale centralità e rilievo, anche politico-economico, da superare i confini delle singole realtà aziendali del settore (nonché del settore nel suo insieme) per entrare nelle agende di regulator e autorità di vigilanza, nazionali e internazionali, al contempo trasformandosi da argomento tecnico per addetti ai lavori a questione di interesse diffuso e oggetto di attenzione pressoché quotidiana da parte dei media. La materia si presta, peraltro, a numerose prospettive di indagine, essendo strettamente correlata con una serie di tematiche che vanno dagli scenari congiunturali, attraverso i modelli di business e le regole gestionali sino agli assetti normativi che disciplinano e conformano la gestione dei crediti deteriorati. Sul piano normativo merita, innanzitutto, precisare la non univocità della nozione di non performing loan, espressione con la quale si è soliti riferirsi, nell’ambito di ciascuna esperienza nazionale, a tipologie di crediti con caratteristiche alquanto differenti. In senso ampio e “atecnico” si possono far rientrare nel perimetro degli NPL tutti quei crediti la cui riscossione, da parte del creditore, sia incerta/improbabile sia con riguardo al rispetto della scadenza temporale del credito, sia con riguardo al rimborso dell’intero ammontare dell’esposizione debitoria. All’interno di tale famiglia sono, però, individuabili distinte tipologie di crediti soggette a trattamento differenziato, la cui classificazione è mutata nel tempo e ancora oggi non risulta pienamente coincidente all’interno dei vari ordinamenti europei. Per stare all’esperienza italiana e prendendo a riferimento l’Aggiornamento n. 7 della Circolare di Banca d’Italia n. 272 del 20 gennaio 2015, i crediti deteriorati vengono, ad esempio, suddivisi in tre categorie – sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate – cui si affianca la nuova categoria delle esposizioni oggetto di concessione (forborne exposures), ovvero esposizioni che, a causa di una difficoltà finanziaria attraversata dal debitore, sono state oggetto di ristrutturazione/rinegoziazione del piano di rientro o di altre concessioni da parte della banca. Da quest’angolo visuale va, peraltro, evidenziato come, negli ultimi anni e a diversi livelli (fonti di soft law, standard internazionali, normative comunitarie) , si stia compiendo un percorso di armonizzazione nella classificazione e identificazione dei crediti deteriorati, fondamentale non solo allo scopo di agevolare e promuovere una loro adeguata e conforme gestione nei diversi ordinamenti ma anche per consentire una corretta Asset Quality Review.
La tematica dei non performing loan (NPL), o crediti deteriorati, è divenuta – negli ultimi mesi – una delle più frequentate in materia bancaria: di tale centralità e rilievo, anche politico-economico, da superare i confini delle singole realtà aziendali del settore (nonché del settore nel suo insieme) per entrare nelle agende di regulator e autorità di vigilanza, nazionali e internazionali, al contempo trasformandosi da argomento tecnico per addetti ai lavori a questione di interesse diffuso e oggetto di attenzione pressoché quotidiana da parte dei media. La materia si presta, peraltro, a numerose prospettive di indagine, essendo strettamente correlata con una serie di tematiche che vanno dagli scenari congiunturali, attraverso i modelli di business e le regole gestionali sino agli assetti normativi che disciplinano e conformano la gestione dei crediti deteriorati. Sul piano normativo merita, innanzitutto, precisare la non univocità della nozione di non performing loan, espressione con la quale si è soliti riferirsi, nell’ambito di ciascuna esperienza nazionale, a tipologie di crediti con caratteristiche alquanto differenti. In senso ampio e “atecnico” si possono far rientrare nel perimetro degli NPL tutti quei crediti la cui riscossione, da parte del creditore, sia incerta/improbabile sia con riguardo al rispetto della scadenza temporale del credito, sia con riguardo al rimborso dell’intero ammontare dell’esposizione debitoria. All’interno di tale famiglia sono, però, individuabili distinte tipologie di crediti soggette a trattamento differenziato, la cui classificazione è mutata nel tempo e ancora oggi non risulta pienamente coincidente all’interno dei vari ordinamenti europei. Per stare all’esperienza italiana e prendendo a riferimento l’Aggiornamento n. 7 della Circolare di Banca d’Italia n. 272 del 20 gennaio 2015, i crediti deteriorati vengono, ad esempio, suddivisi in tre categorie – sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate – cui si affianca la nuova categoria delle esposizioni oggetto di concessione (forborne exposures), ovvero esposizioni che, a causa di una difficoltà finanziaria attraversata dal debitore, sono state oggetto di ristrutturazione/rinegoziazione del piano di rientro o di altre concessioni da parte della banca. Da quest’angolo visuale va, peraltro, evidenziato come, negli ultimi anni e a diversi livelli (fonti di soft law, standard internazionali, normative comunitarie) , si stia compiendo un percorso di armonizzazione nella classificazione e identificazione dei crediti deteriorati, fondamentale non solo allo scopo di agevolare e promuovere una loro adeguata e conforme gestione nei diversi ordinamenti ma anche per consentire una corretta Asset Quality Review.