«È, almeno per me, uno di quei capolavori di straordinaria semplicità che racchiudono l’intero cuore umano». Con queste entusiastiche parole, in una lettera a Madame Hanska, Balzac descrive Il cugino Pons, romanzo che, ai lettori moderni, offre uno straordinario documento della sua ultima stagione produttiva. L’autore sa interpretare il clima di conflitto che, alla vigilia della Rivoluzione del 1848, sta attraversando la società francese: il dominio assoluto del denaro, la rapacità dei nuovi ricchi, la guerra di tutti contro tutti, il “progresso” di una società che comporta l’annientamento dei deboli. Il creatore della Comédie humaine compie un’ultima volta la grande magia di restituire l’essenza di fenomeni complessi con pochi tratti significativi, trasformando lo scenario informe della vita quotidiana in una scena nella quale gli attori e i loro movimenti si stagliano con un rilievo possente.
«È, almeno per me, uno di quei capolavori di straordinaria semplicità che racchiudono l’intero cuore umano». Con queste entusiastiche parole, in una lettera a Madame Hanska, Balzac descrive Il cugino Pons, romanzo che, ai lettori moderni, offre uno straordinario documento della sua ultima stagione produttiva. L’autore sa interpretare il clima di conflitto che, alla vigilia della Rivoluzione del 1848, sta attraversando la società francese: il dominio assoluto del denaro, la rapacità dei nuovi ricchi, la guerra di tutti contro tutti, il “progresso” di una società che comporta l’annientamento dei deboli. Il creatore della Comédie humaine compie un’ultima volta la grande magia di restituire l’essenza di fenomeni complessi con pochi tratti significativi, trasformando lo scenario informe della vita quotidiana in una scena nella quale gli attori e i loro movimenti si stagliano con un rilievo possente.