Il Libro dell'ultimo flagello

Fiction & Literature, Literary Theory & Criticism, Medieval
Cover of the book Il Libro dell'ultimo flagello by Raffaelli Piero, Osanna Edizioni
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Author: Raffaelli Piero ISBN: 9788881674671
Publisher: Osanna Edizioni Publication: February 3, 2015
Imprint: Language: Italian
Author: Raffaelli Piero
ISBN: 9788881674671
Publisher: Osanna Edizioni
Publication: February 3, 2015
Imprint:
Language: Italian

Nel 1070, Alderisio – abate del monastero di San Valentino di Abriola – scrive il racconto degli avvenimenti vissuti dal normanno Sarlo e degli eventi di cui egli stesso è stato partecipe tra la Lucania e la Terrasanta nella seconda metà dell’XI sec. (1059-1067).
Come atto di penitenza per la sua ribellione contro il duca Roberto il Guiscardo, Sarlo nel 1059 lascia il feudo paterno di Abriola per incamminarsi lungo i percorsi dei pellegrini occidentali diretti a Gerusalemme e alle principali mete di culto in Oriente.
Presa coscienza del Male che ormai devasta la terra, il normanno raggiunge Antiochia, dove incontra il monaco bizantino Niceta Korikos, che gli rivela di essere un inconsapevole strumento nella lotta escatologica tra Cristo e Anticristo. Ha così inizio la ricerca di Sarlo dell’icona di oro e di porpora le cui due tavole, dipinte anni prima dal miniaturista Sawîris, annunziano profeticamente i luoghi della venuta e il nome di un messaggero della Bestia dell’Apocalisse. Disorientato dall’incontro con Basilia – conosciuta in un bordello di Adana, in Anatolia – Sarlo esplora la linea di confine che separa il corpo dal sogno e prende contatto, durante l’esperienza del viaggio, con l’altro: una soglia inquietante che si apre oltre il conosciuto, dove l’azione dell’Anticristo spesso coincide con quella di “angeli che portano le armi”.
In seguito, sopravissuto in Siria al massacro dei pellegrini cristiani al seguito del vescovo Günther di Bamberga, il normanno è salvato e ospitato da Muhallab ibn Firuz, signore della città di Lioûa nel deserto. Giunto più tardi a Gerusalemme, ha luogo lo scontro con Mamunah al Hazzaa – ‘la puttana del Nilo’ serva della Bestia – a cui egli riesce a sottrarre una delle due tavole dell’icona di Sawîris. Dopo avere attraversato la Terrasanta sino alla costa palestinese, Sarlo si imbarca ad Acri per l’isola di Cipro, da cui raggiunge il porto di Brindisi, nel Mezzogiorno d’Italia. Dalla Puglia devastata dalla conquista normanna ma ancora profondamente greca, fa ritorno in Lucania, nel corso di un inverno trasfigurato dalle tracce dell’Anticristo. Nell’eremo di Monteforte, nei pressi di Abriola, incontra l’anacoreta Pancras che gli svela il segreto della spada di Cristo (Sotèr), l’arma forgiata dall’evangelista Giovanni per uccidere il messaggero della Bestia.
Tornato ad Abriola nel 1067, Sarlo apprende gli eventi minacciosi e indecifrabili che hanno segnato il feudo durante la sua assenza. Sarà nel ventre del monastero di San Valentino che il feudatario normanno scoprirà il significato dell’ultimo flagello dell’Apocalisse, il settimo.

Piero Raffaelli è laureato in Lingue e Letterature Straniere con una tesi in Filologia bizantina. Allievo di Cosimo Damiano Fonseca e di Vera von Falkenhausen. Borsista del Centro di Studi Normanno-Svevo dell’Università di Bari (1991). Ha lavorato nell’Istituto di Linguistica e nel Dipartimento di Studi Letterari e Filologici dell’Università degli Studi della Basilicata. Nello stesso Ateneo, dal 2000 ha compiti di responsabile tecnico-scientifico del Centro Linguistico.

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Nel 1070, Alderisio – abate del monastero di San Valentino di Abriola – scrive il racconto degli avvenimenti vissuti dal normanno Sarlo e degli eventi di cui egli stesso è stato partecipe tra la Lucania e la Terrasanta nella seconda metà dell’XI sec. (1059-1067).
Come atto di penitenza per la sua ribellione contro il duca Roberto il Guiscardo, Sarlo nel 1059 lascia il feudo paterno di Abriola per incamminarsi lungo i percorsi dei pellegrini occidentali diretti a Gerusalemme e alle principali mete di culto in Oriente.
Presa coscienza del Male che ormai devasta la terra, il normanno raggiunge Antiochia, dove incontra il monaco bizantino Niceta Korikos, che gli rivela di essere un inconsapevole strumento nella lotta escatologica tra Cristo e Anticristo. Ha così inizio la ricerca di Sarlo dell’icona di oro e di porpora le cui due tavole, dipinte anni prima dal miniaturista Sawîris, annunziano profeticamente i luoghi della venuta e il nome di un messaggero della Bestia dell’Apocalisse. Disorientato dall’incontro con Basilia – conosciuta in un bordello di Adana, in Anatolia – Sarlo esplora la linea di confine che separa il corpo dal sogno e prende contatto, durante l’esperienza del viaggio, con l’altro: una soglia inquietante che si apre oltre il conosciuto, dove l’azione dell’Anticristo spesso coincide con quella di “angeli che portano le armi”.
In seguito, sopravissuto in Siria al massacro dei pellegrini cristiani al seguito del vescovo Günther di Bamberga, il normanno è salvato e ospitato da Muhallab ibn Firuz, signore della città di Lioûa nel deserto. Giunto più tardi a Gerusalemme, ha luogo lo scontro con Mamunah al Hazzaa – ‘la puttana del Nilo’ serva della Bestia – a cui egli riesce a sottrarre una delle due tavole dell’icona di Sawîris. Dopo avere attraversato la Terrasanta sino alla costa palestinese, Sarlo si imbarca ad Acri per l’isola di Cipro, da cui raggiunge il porto di Brindisi, nel Mezzogiorno d’Italia. Dalla Puglia devastata dalla conquista normanna ma ancora profondamente greca, fa ritorno in Lucania, nel corso di un inverno trasfigurato dalle tracce dell’Anticristo. Nell’eremo di Monteforte, nei pressi di Abriola, incontra l’anacoreta Pancras che gli svela il segreto della spada di Cristo (Sotèr), l’arma forgiata dall’evangelista Giovanni per uccidere il messaggero della Bestia.
Tornato ad Abriola nel 1067, Sarlo apprende gli eventi minacciosi e indecifrabili che hanno segnato il feudo durante la sua assenza. Sarà nel ventre del monastero di San Valentino che il feudatario normanno scoprirà il significato dell’ultimo flagello dell’Apocalisse, il settimo.

Piero Raffaelli è laureato in Lingue e Letterature Straniere con una tesi in Filologia bizantina. Allievo di Cosimo Damiano Fonseca e di Vera von Falkenhausen. Borsista del Centro di Studi Normanno-Svevo dell’Università di Bari (1991). Ha lavorato nell’Istituto di Linguistica e nel Dipartimento di Studi Letterari e Filologici dell’Università degli Studi della Basilicata. Nello stesso Ateneo, dal 2000 ha compiti di responsabile tecnico-scientifico del Centro Linguistico.

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