Quando si parla del mito Alfa Romeo, si parla di persone e cose vere, con caratteri eccezionali: si parla di eccellenza leggendaria, tale da diventare punto di riferimento, modello esemplare, termine di confronto in una visione idealizzata ma basata su fatti reali; si parla di progettisti, collaudatori, piloti che, per le loro qualità, hanno acceso la mente e il cuore di milioni di persone in un processo che dura nel tempo, capace di sopravvivere a periodi oscuri, di attraversare il tempo e lo spazio. Sono cent'anni di storia, in cui è successo di tutto: decenni di modelli gloriosi e lunghi periodi di gravi crisi; vetture da sogno create da geni della progettazione e del design e vetture banalizzate da "contafagioli"; grandi e moralmente impeccabili manager come Giuseppe Luraghi e manager in stato confusionale; prestigio internazionale universalmente riconosciuto e ritiro dai mercati mondiali; strategie lucide e lungimiranti e scelte di business inquietanti. Possiamo specchiarci in questa storia e ritrovare i talenti e le debolezze, le virtù e i vizi tipici di tante storie italiane. Con una differenza: che il marchio Alfa ha miracolosamente incorporato il meglio delle nostre capacità: creatività geniale, competenza tecnica, tenacia nel perseguire gli obiettivi, precisione artigianale, orgoglio del lavoro di squadra, e soprattutto intelligenza.
Quando si parla del mito Alfa Romeo, si parla di persone e cose vere, con caratteri eccezionali: si parla di eccellenza leggendaria, tale da diventare punto di riferimento, modello esemplare, termine di confronto in una visione idealizzata ma basata su fatti reali; si parla di progettisti, collaudatori, piloti che, per le loro qualità, hanno acceso la mente e il cuore di milioni di persone in un processo che dura nel tempo, capace di sopravvivere a periodi oscuri, di attraversare il tempo e lo spazio. Sono cent'anni di storia, in cui è successo di tutto: decenni di modelli gloriosi e lunghi periodi di gravi crisi; vetture da sogno create da geni della progettazione e del design e vetture banalizzate da "contafagioli"; grandi e moralmente impeccabili manager come Giuseppe Luraghi e manager in stato confusionale; prestigio internazionale universalmente riconosciuto e ritiro dai mercati mondiali; strategie lucide e lungimiranti e scelte di business inquietanti. Possiamo specchiarci in questa storia e ritrovare i talenti e le debolezze, le virtù e i vizi tipici di tante storie italiane. Con una differenza: che il marchio Alfa ha miracolosamente incorporato il meglio delle nostre capacità: creatività geniale, competenza tecnica, tenacia nel perseguire gli obiettivi, precisione artigianale, orgoglio del lavoro di squadra, e soprattutto intelligenza.