Author: | Sigfrido Ranucci, Nicola Biondo | ISBN: | 9788861901216 |
Publisher: | Chiarelettere | Publication: | December 31, 2010 |
Imprint: | Chiarelettere | Language: | Italian |
Author: | Sigfrido Ranucci, Nicola Biondo |
ISBN: | 9788861901216 |
Publisher: | Chiarelettere |
Publication: | December 31, 2010 |
Imprint: | Chiarelettere |
Language: | Italian |
Il libro che per primo ha raccontato la Trattativa Stato-mafia.
«Una lettura da non perdere, parola di libraio. Ha il rigore dei reportage e si legge come un romanzo. Come dice nella prefazione Marco Travaglio, basta mettere in fila i fatti e chiunque può rendersi conto che molte imprese attribuite a Cosa nostra avevano in realtà altri mandanti.»
Corriere della Sera - Romano Montoni
Sembra un film ma è una storia vera, e inedita, di cui pochissimo si è scritto e parlato. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi, all'inizio della Seconda Repubblica. Un uomo d’onore al servizio dello Stato. Le rivelazioni di Ilardo – raccolte dal colonnello Michele Riccio – rappresentano la prima clamorosa testimonianza in presa diretta della trattativa fra la mafia e lo Stato. Ilardo parla di patti e di arresti di capimafia (“In Sicilia i capi o muoiono o si vendono”). Fa i nomi. È tutto registrato durante la sua collaborazione. Cita Marcello Dell'Utri: "Un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi". Sembra una storia sudamericana, ma accade in Italia. Meno di venti anni fa. E oggi, dopo le rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino, molti all'improvviso parlano. Ma Ilardo, nel 1994, nessuno lo ascolta, a parte il colonnello Riccio. Ed è incredibile perché proprio l’infiltrato porterà gli uomini del Ros nel casolare di Provenzano. Perché il boss non fu arrestato? Provenzano continuerà a trattare con i nuovi referenti politici della Seconda Repubblica. Ilardo sarà ammazzato nel 1996, pochi giorni prima di diventare ufficialmente pentito. La sua incredibile storia, immortalata in questo libro, racconta dall’interno il patto inconfessabile tra lo Stato e gli uomini della mafia. Quel patto che ha portato, nell’aprile del 2018, alle condanne in primo grado degli ex vertici del Ros Mori, Subranni e De Donno, dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, di Cincimino junior e del boss Leoluca Bagarella.
Il libro che per primo ha raccontato la Trattativa Stato-mafia.
«Una lettura da non perdere, parola di libraio. Ha il rigore dei reportage e si legge come un romanzo. Come dice nella prefazione Marco Travaglio, basta mettere in fila i fatti e chiunque può rendersi conto che molte imprese attribuite a Cosa nostra avevano in realtà altri mandanti.»
Corriere della Sera - Romano Montoni
Sembra un film ma è una storia vera, e inedita, di cui pochissimo si è scritto e parlato. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi, all'inizio della Seconda Repubblica. Un uomo d’onore al servizio dello Stato. Le rivelazioni di Ilardo – raccolte dal colonnello Michele Riccio – rappresentano la prima clamorosa testimonianza in presa diretta della trattativa fra la mafia e lo Stato. Ilardo parla di patti e di arresti di capimafia (“In Sicilia i capi o muoiono o si vendono”). Fa i nomi. È tutto registrato durante la sua collaborazione. Cita Marcello Dell'Utri: "Un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi". Sembra una storia sudamericana, ma accade in Italia. Meno di venti anni fa. E oggi, dopo le rivelazioni del figlio di Vito Ciancimino, molti all'improvviso parlano. Ma Ilardo, nel 1994, nessuno lo ascolta, a parte il colonnello Riccio. Ed è incredibile perché proprio l’infiltrato porterà gli uomini del Ros nel casolare di Provenzano. Perché il boss non fu arrestato? Provenzano continuerà a trattare con i nuovi referenti politici della Seconda Repubblica. Ilardo sarà ammazzato nel 1996, pochi giorni prima di diventare ufficialmente pentito. La sua incredibile storia, immortalata in questo libro, racconta dall’interno il patto inconfessabile tra lo Stato e gli uomini della mafia. Quel patto che ha portato, nell’aprile del 2018, alle condanne in primo grado degli ex vertici del Ros Mori, Subranni e De Donno, dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, di Cincimino junior e del boss Leoluca Bagarella.