Improvvisi per macchina da scrivere

Fiction & Literature, Essays & Letters, Essays
Cover of the book Improvvisi per macchina da scrivere by Giorgio Manganelli, Adelphi
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Giorgio Manganelli ISBN: 9788845975370
Publisher: Adelphi Publication: December 30, 2014
Imprint: Adelphi Language: Italian
Author: Giorgio Manganelli
ISBN: 9788845975370
Publisher: Adelphi
Publication: December 30, 2014
Imprint: Adelphi
Language: Italian

Il ticchettio della macchina da scrivere, per Giorgio Manganelli, nasce «dai capricciosi amori di un cembalo estroso e di una mite mitragliatrice giocattolo». Non è un caso, dunque, che nei suoi "Improvvisi" un’incessante mutevolezza di melodie e di fraseggi (ossia di temi e di linguaggi) si accompagni a una tonalità ironico-umoristica percorsa da nere venature malinconiche. Gli spunti (le «arie» su cui improvvisare) sono spesso offerti da un minimo fatto di cronaca, una polemica frivola, un provvedimento ministeriale bizzarro. La notizia sulle rivendicazioni sindacali dei sagrestani, per esempio, consente a Manganelli di elogiare l’operato di queste figure avvolte di «modesta, innocua magia»; l’attacco troppo facile della scienza alla parapsicologia lo spinge a una difesa paradossale («basta forse che una cosa non esista, perché sia impossibile frequentarla?»); e il ritorno domenicale delle targhe alterne gli ispira una pagina memorabile su chi legge Dostoevskij dopo vent’anni o si spezza una gamba per sfruttare la rapidità delle ambulanze nella città deserta. In ogni passaggio, queste improvvisazioni sono anche inversioni, capovolgimenti del senso comune. Da un lato, la quotidianità più opaca assurge a una dimensione fantastica e metafisica, con la banca trasformata in «un luogo strano», accanto alle stazioni ferroviarie, alle parrocchie di campagna e ai cimiteri. Dall’altro, i massimi sistemi slittano in una dimensione grottesca e prosaica, perché la morte – questa «cosa ridicola» – è stupida «come è un po’ stupido sposarsi». Tutte le apparenze vengono così smascherate in un gioco demistificatorio che sembra fondere miracolosamente Lewis Carroll e Flaiano, e che produce l’effetto descritto da Pietro Citati: «lacrime di gioia, furori di ilarità», che distruggono «le istituzioni, i costumi, le abitudini, la noia dell’esistenza quotidiana».

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Il ticchettio della macchina da scrivere, per Giorgio Manganelli, nasce «dai capricciosi amori di un cembalo estroso e di una mite mitragliatrice giocattolo». Non è un caso, dunque, che nei suoi "Improvvisi" un’incessante mutevolezza di melodie e di fraseggi (ossia di temi e di linguaggi) si accompagni a una tonalità ironico-umoristica percorsa da nere venature malinconiche. Gli spunti (le «arie» su cui improvvisare) sono spesso offerti da un minimo fatto di cronaca, una polemica frivola, un provvedimento ministeriale bizzarro. La notizia sulle rivendicazioni sindacali dei sagrestani, per esempio, consente a Manganelli di elogiare l’operato di queste figure avvolte di «modesta, innocua magia»; l’attacco troppo facile della scienza alla parapsicologia lo spinge a una difesa paradossale («basta forse che una cosa non esista, perché sia impossibile frequentarla?»); e il ritorno domenicale delle targhe alterne gli ispira una pagina memorabile su chi legge Dostoevskij dopo vent’anni o si spezza una gamba per sfruttare la rapidità delle ambulanze nella città deserta. In ogni passaggio, queste improvvisazioni sono anche inversioni, capovolgimenti del senso comune. Da un lato, la quotidianità più opaca assurge a una dimensione fantastica e metafisica, con la banca trasformata in «un luogo strano», accanto alle stazioni ferroviarie, alle parrocchie di campagna e ai cimiteri. Dall’altro, i massimi sistemi slittano in una dimensione grottesca e prosaica, perché la morte – questa «cosa ridicola» – è stupida «come è un po’ stupido sposarsi». Tutte le apparenze vengono così smascherate in un gioco demistificatorio che sembra fondere miracolosamente Lewis Carroll e Flaiano, e che produce l’effetto descritto da Pietro Citati: «lacrime di gioia, furori di ilarità», che distruggono «le istituzioni, i costumi, le abitudini, la noia dell’esistenza quotidiana».

More books from Adelphi

Cover of the book Il peso falso by Giorgio Manganelli
Cover of the book La veneziana by Giorgio Manganelli
Cover of the book Le inchieste di Maigret 31-35 by Giorgio Manganelli
Cover of the book Dalle nove alle nove by Giorgio Manganelli
Cover of the book Three Sisters by Giorgio Manganelli
Cover of the book Pietroburgo by Giorgio Manganelli
Cover of the book Il vizio dell'arte by Giorgio Manganelli
Cover of the book Il piccolo almanacco di Radetzky by Giorgio Manganelli
Cover of the book Maigret si mette in viaggio by Giorgio Manganelli
Cover of the book I bassifondi della poesia by Giorgio Manganelli
Cover of the book Zio Tungsteno by Giorgio Manganelli
Cover of the book Le ceneri di Angela by Giorgio Manganelli
Cover of the book Todo modo by Giorgio Manganelli
Cover of the book Maigret si sbaglia by Giorgio Manganelli
Cover of the book Estrosità rigorose di un consulente editoriale by Giorgio Manganelli
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy