Author: | Stefano Salteri, Renzo Garrone | ISBN: | 1230002051178 |
Publisher: | Associazione RAM | Publication: | December 16, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Stefano Salteri, Renzo Garrone |
ISBN: | 1230002051178 |
Publisher: | Associazione RAM |
Publication: | December 16, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Nonostante il pastoralismo, stile di vita nomade o seminomade legato all'allevamento del bestiame, sia nato proprio nell’Iran centrale, fra i monti Zagros (la parola 'nomade' proviene dal greco 'nomos', che significa pascolo), sappiamo pochissimo dei nomadi Iraniani oggi. Eppure un milione di persone o poco meno che vivono tuttora in un modo differente, per una nazione che tra luci ed ombre si riaffaccia alla ribalta internazionale, costituiscono una cifra rilevante.
Da cosa si riconoscono i nomadi iraniani oggi? Tre gli aspetti chiave: sono coloro che migrano con regolarità durante l'anno, secondo precise transumanze, e con modalità collettive; coloro che traggono sostentamento dai propri animali (allevati in altura, si tratta di pecore da carne e capre da latte); coloro che vivono secondo i dettami di strutture sociali di tipo tribale.
L’indagine che presentiamo testimonia di una transizione davvero rapida, con buona parte di queste famiglie iraniane (in farsi, ashayer) oggi divise. I Qashgai migrano per esempio due volte l'anno, ma non più a piedi come fino a qualche anno fa; sempre più spesso con anziani bambini ed animali sui camion. Secondo alcuni siamo al tramonto di questo stile di vita. Eppure, nonostante la crisi evidente, nonostante il trapianto sempre più frequente dei giovani in città (magneti principali l’istruzione e le comodità moderne); nonostante i pastori iraniani siano ormai generalmente seminomadi, esistono ancora in Iran tanti nomadi puri. La loro sparizione significherebbe la fine di un'era, un delitto contro la biodiversità.
Vista l'intensità dei cambiamenti in atto, questo reportage può a tratti sembrare l'epitaffio di un'epoca in via di estinzione. Ma, come sempre, non è detta l'ultima parola.
Nonostante il pastoralismo, stile di vita nomade o seminomade legato all'allevamento del bestiame, sia nato proprio nell’Iran centrale, fra i monti Zagros (la parola 'nomade' proviene dal greco 'nomos', che significa pascolo), sappiamo pochissimo dei nomadi Iraniani oggi. Eppure un milione di persone o poco meno che vivono tuttora in un modo differente, per una nazione che tra luci ed ombre si riaffaccia alla ribalta internazionale, costituiscono una cifra rilevante.
Da cosa si riconoscono i nomadi iraniani oggi? Tre gli aspetti chiave: sono coloro che migrano con regolarità durante l'anno, secondo precise transumanze, e con modalità collettive; coloro che traggono sostentamento dai propri animali (allevati in altura, si tratta di pecore da carne e capre da latte); coloro che vivono secondo i dettami di strutture sociali di tipo tribale.
L’indagine che presentiamo testimonia di una transizione davvero rapida, con buona parte di queste famiglie iraniane (in farsi, ashayer) oggi divise. I Qashgai migrano per esempio due volte l'anno, ma non più a piedi come fino a qualche anno fa; sempre più spesso con anziani bambini ed animali sui camion. Secondo alcuni siamo al tramonto di questo stile di vita. Eppure, nonostante la crisi evidente, nonostante il trapianto sempre più frequente dei giovani in città (magneti principali l’istruzione e le comodità moderne); nonostante i pastori iraniani siano ormai generalmente seminomadi, esistono ancora in Iran tanti nomadi puri. La loro sparizione significherebbe la fine di un'era, un delitto contro la biodiversità.
Vista l'intensità dei cambiamenti in atto, questo reportage può a tratti sembrare l'epitaffio di un'epoca in via di estinzione. Ma, come sempre, non è detta l'ultima parola.