Il libro si propone come un manuale pratico di riferimento per tutti gli interrogativi che più frequentemente ci si pone riguardo alla famiglia, al bambino e all'adolescente, senza dare risposte precostituite, ma fornendo delle possibili "indicazioni di percorso", tra le quali ciascuno può scegliere, sulla base della propria esperienza. In esso possono trovare delle indicazioni utili non solo i genitori, ma anche tutti coloro che vivono a contatto con i giovani e che si trovano a condividere le loro ansie e i loro problemi. Da dove si deve iniziare per descrivere il mondo psichico del bambino e dell'adolescente? Possiamo mai parlare di un individuo come elemento a sé stante, senza considerare l'ambiente e le persone con cui interagisce? Se le persone e l'ambiente sono così importanti per lo sviluppo e il funzionamento dell'individuo, troveremo le radici del suo comportamento nella storia delle sue relazioni, soprattutto di quelle che caratterizzano la sua famiglia di origine. Parlare quindi del bambino, del suo sviluppo, delle sue caratteristiche "normali" e dei suoi disturbi psicologici ci porta inevitabilmente a parlare delle relazioni familiari e dei cambiamenti della famiglia in una cultura che si trasforma. Se si accetta l'idea che l'adulto svolga una funzione fondamentale rispetto alla mancanza o all'immaturità delle strutture autoregolative del bambino, ne deriva che il genitore deve essere attento ai bisogni psicologici del figlio, in grado di riconoscere e di favorire in lui lo sviluppo di strutture regolative autonome, di "farsi da parte" quando esse si sono formate. È proprio di queste indispensabili "autoregolazioni" che i nostri figli hanno più bisogno, e affinché si sviluppino adeguatamente è necessario sfatare il mito (e l'alibi) che basti passare con loro un tempo anche breve ma di "qualità", poiché non può esservi vera qualità senza una quantità significativa di interazioni.
Il libro si propone come un manuale pratico di riferimento per tutti gli interrogativi che più frequentemente ci si pone riguardo alla famiglia, al bambino e all'adolescente, senza dare risposte precostituite, ma fornendo delle possibili "indicazioni di percorso", tra le quali ciascuno può scegliere, sulla base della propria esperienza. In esso possono trovare delle indicazioni utili non solo i genitori, ma anche tutti coloro che vivono a contatto con i giovani e che si trovano a condividere le loro ansie e i loro problemi. Da dove si deve iniziare per descrivere il mondo psichico del bambino e dell'adolescente? Possiamo mai parlare di un individuo come elemento a sé stante, senza considerare l'ambiente e le persone con cui interagisce? Se le persone e l'ambiente sono così importanti per lo sviluppo e il funzionamento dell'individuo, troveremo le radici del suo comportamento nella storia delle sue relazioni, soprattutto di quelle che caratterizzano la sua famiglia di origine. Parlare quindi del bambino, del suo sviluppo, delle sue caratteristiche "normali" e dei suoi disturbi psicologici ci porta inevitabilmente a parlare delle relazioni familiari e dei cambiamenti della famiglia in una cultura che si trasforma. Se si accetta l'idea che l'adulto svolga una funzione fondamentale rispetto alla mancanza o all'immaturità delle strutture autoregolative del bambino, ne deriva che il genitore deve essere attento ai bisogni psicologici del figlio, in grado di riconoscere e di favorire in lui lo sviluppo di strutture regolative autonome, di "farsi da parte" quando esse si sono formate. È proprio di queste indispensabili "autoregolazioni" che i nostri figli hanno più bisogno, e affinché si sviluppino adeguatamente è necessario sfatare il mito (e l'alibi) che basti passare con loro un tempo anche breve ma di "qualità", poiché non può esservi vera qualità senza una quantità significativa di interazioni.