Author: | Rudyard Kipling | ISBN: | 9788845977343 |
Publisher: | Adelphi | Publication: | February 4, 2016 |
Imprint: | Adelphi | Language: | Italian |
Author: | Rudyard Kipling |
ISBN: | 9788845977343 |
Publisher: | Adelphi |
Publication: | February 4, 2016 |
Imprint: | Adelphi |
Language: | Italian |
Queste storie raccolte in ogni luogo e da ogni sorta di persone – dal santone, dall’intagliatore, dal falegname, da sconosciuti su piroscafi e treni, da donne che cicalano al crepuscolo, da ufficiali morti e sepolti – annunciano la nascita di uno scrittore, il primo a rivelare un intero subcontinente e a dare voce alla sua stessa gente: gli angloindiani. Una voce così nuova, così fresca, così cinica, così piena di misteri, d’infinità, di fioriture, da far gridare al miracolo lettori comuni e sofisticati, critici e scrittori famosi. Audace, elettrico, veloce, capace di tutto, Kipling si permette ad esempio di irrompere nel terreno minato degli amori illeciti – quali sono vissuti in una comunità isolata, e visti da una prospettiva femminile –, facendone la sua specialità. E questo a vent’anni, i vent’anni di chi ha l’aria di sapere tutto, e osa tutto, e in tutto riesce. Costretto da misure e da scadenze proibitive per chiunque – quelle dettate dalle esigenze di un quotidiano –, Kipling sa trarne stimolo per esiti innovativi, quanto a brevità e tensione, originalità di taglio e impostazio-ne, che influenzeranno una miriade di scrittori, da Maugham a Hemingway, da Babel’ a Borges. Ma in fondo, come gli ricorda il vecchio santone Gobind in apertura della raccolta, il suo è il lavoro del cantastorie di bazar. La terra è piena di racconti per chi sa ascoltare e non scaccia i poveri dalla sua porta, quei poveri che sono i migliori narratori, «perché ogni notte devono posare l’orecchio al suolo». E mai come in queste prime, splendide prove narrative Kipling ha saputo ascoltare la terra e i suoi portavoce.
Queste storie raccolte in ogni luogo e da ogni sorta di persone – dal santone, dall’intagliatore, dal falegname, da sconosciuti su piroscafi e treni, da donne che cicalano al crepuscolo, da ufficiali morti e sepolti – annunciano la nascita di uno scrittore, il primo a rivelare un intero subcontinente e a dare voce alla sua stessa gente: gli angloindiani. Una voce così nuova, così fresca, così cinica, così piena di misteri, d’infinità, di fioriture, da far gridare al miracolo lettori comuni e sofisticati, critici e scrittori famosi. Audace, elettrico, veloce, capace di tutto, Kipling si permette ad esempio di irrompere nel terreno minato degli amori illeciti – quali sono vissuti in una comunità isolata, e visti da una prospettiva femminile –, facendone la sua specialità. E questo a vent’anni, i vent’anni di chi ha l’aria di sapere tutto, e osa tutto, e in tutto riesce. Costretto da misure e da scadenze proibitive per chiunque – quelle dettate dalle esigenze di un quotidiano –, Kipling sa trarne stimolo per esiti innovativi, quanto a brevità e tensione, originalità di taglio e impostazio-ne, che influenzeranno una miriade di scrittori, da Maugham a Hemingway, da Babel’ a Borges. Ma in fondo, come gli ricorda il vecchio santone Gobind in apertura della raccolta, il suo è il lavoro del cantastorie di bazar. La terra è piena di racconti per chi sa ascoltare e non scaccia i poveri dalla sua porta, quei poveri che sono i migliori narratori, «perché ogni notte devono posare l’orecchio al suolo». E mai come in queste prime, splendide prove narrative Kipling ha saputo ascoltare la terra e i suoi portavoce.