La rivolta delle élite

Il tradimento della democrazia

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, Government, Democracy, Religion & Spirituality, Philosophy, Political
Cover of the book La rivolta delle élite by Christopher Lasch, Neri Pozza
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Christopher Lasch ISBN: 9788854515864
Publisher: Neri Pozza Publication: October 6, 2017
Imprint: Neri Pozza Language: Italian
Author: Christopher Lasch
ISBN: 9788854515864
Publisher: Neri Pozza
Publication: October 6, 2017
Imprint: Neri Pozza
Language: Italian

Pubblicato per la prima volta nel 1995, un anno dopo la morte del suo autore, La rivolta delle élite apparve subito come un libro fondamentale, capace di cogliere, più di qualsiasi testo di politologia, le ragioni profonde della crisi delle moderne democrazie liberali. «Anziché attenersi ai sondaggi», scrisse il Washington Post, «gli analisti politici farebbero meglio a impiegare il loro tempo leggendo l’ultimo libro di Christopher Lasch». Oggi, a oltre vent’anni di distanza, il volume si svela non soltanto come un libro fondamentale, ma come una vera e propria opera profetica, in grado di prefigurare la nascita dei populismi odierni, di quella secessio plebis che si comprende appunto soltanto come una naturale conseguenza della rottura del legame sociale operata tempo fa dalle élite. Il libro ritrae per la prima volta, nei suoi tratti essenziali a noi oggi così familiari, quell’élite liberale e cosmopolita di tecnocrati, manager e agenti della comunicazione che determinano le sorti delle società contemporanee: uomini che si sentono a casa propria soltanto quando si muovono, quando «sono en route verso una conferenza ad alto livello, l’inaugurazione di una nuova attività esclusiva, un festival cinematografico internazionale». Uomini che, in possesso di «una visione essenzialmente turistica del mondo», lasciano volentieri l’idea di una residenza stabile a una middle class ritenuta «tecnologicamente arretrata, politicamente reazionaria, repressiva nella morale sessuale, retriva nei gusti culturali». Uno smart people che, a Hong Kong come a Bruxelles o a New York, si sente «creativo», ma la cui creatività è rivolta soltanto a «una serie di attività mentali astratte svolte in un ufficio, preferibilmente con l’aiuto di un computer, e non alla produzione di cibo, case o altri generi di prima necessità». Il solo rapporto che, nel liberalismo moderno, l’élite ha con il lavoro produttivo è, per Christopher Lasch, il consumo. Per il resto essa vive in una «iperrealtà», un mondo simulato di modelli computerizzati, dove non ne è più nulla del mondo comune e dove l’ossessione fondamentale è il controllo, la «costruzione della realtà» (diremmo, con il termine oggi in voga, la governance). Lasch non si sottrae alla questione di cosa opporre alla rottura del legame sociale prodotta dalla rivolta delle élite. Nel sindacalismo agrario e operaio americano dell’Ottocento, confluito poi nel People’s Party e nel Partito Democratico, vi è, secondo lui, la possibile risposta: l’esperienza di comunità fondate su valori come l’eguaglianza delle opportunità, la competenza, la mutua collaborazione, e per questo «capaci di autogoverno». La rivolta delle élite fu pubblicata per la prima volta in Italia nel 1995 dall’editore Feltrinelli con il titolo La ribellione delle élite. La sua riproposta oggi, con un titolo più fedele a quello originale, nasce da una profonda convinzione: che l’opera sveli oggi più di ieri la sua indiscussa attualità. L'Opera che ha annunciato la separazione tra élite e masse popolari e la nascita dei nuovi populismi. «Appassionato, avvincente, provocatorio». New York Times «È plausibile, per usare le categorie inventate dallo storico statunitense Christopher Lasch (m. 1994), che anche nel nostro continente siano state le élite a rivoltarsi per prime, a secedere lentamente dalle masse, perdendo – più o meno volutamente – il contatto con la gente normale». Il Foglio

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Pubblicato per la prima volta nel 1995, un anno dopo la morte del suo autore, La rivolta delle élite apparve subito come un libro fondamentale, capace di cogliere, più di qualsiasi testo di politologia, le ragioni profonde della crisi delle moderne democrazie liberali. «Anziché attenersi ai sondaggi», scrisse il Washington Post, «gli analisti politici farebbero meglio a impiegare il loro tempo leggendo l’ultimo libro di Christopher Lasch». Oggi, a oltre vent’anni di distanza, il volume si svela non soltanto come un libro fondamentale, ma come una vera e propria opera profetica, in grado di prefigurare la nascita dei populismi odierni, di quella secessio plebis che si comprende appunto soltanto come una naturale conseguenza della rottura del legame sociale operata tempo fa dalle élite. Il libro ritrae per la prima volta, nei suoi tratti essenziali a noi oggi così familiari, quell’élite liberale e cosmopolita di tecnocrati, manager e agenti della comunicazione che determinano le sorti delle società contemporanee: uomini che si sentono a casa propria soltanto quando si muovono, quando «sono en route verso una conferenza ad alto livello, l’inaugurazione di una nuova attività esclusiva, un festival cinematografico internazionale». Uomini che, in possesso di «una visione essenzialmente turistica del mondo», lasciano volentieri l’idea di una residenza stabile a una middle class ritenuta «tecnologicamente arretrata, politicamente reazionaria, repressiva nella morale sessuale, retriva nei gusti culturali». Uno smart people che, a Hong Kong come a Bruxelles o a New York, si sente «creativo», ma la cui creatività è rivolta soltanto a «una serie di attività mentali astratte svolte in un ufficio, preferibilmente con l’aiuto di un computer, e non alla produzione di cibo, case o altri generi di prima necessità». Il solo rapporto che, nel liberalismo moderno, l’élite ha con il lavoro produttivo è, per Christopher Lasch, il consumo. Per il resto essa vive in una «iperrealtà», un mondo simulato di modelli computerizzati, dove non ne è più nulla del mondo comune e dove l’ossessione fondamentale è il controllo, la «costruzione della realtà» (diremmo, con il termine oggi in voga, la governance). Lasch non si sottrae alla questione di cosa opporre alla rottura del legame sociale prodotta dalla rivolta delle élite. Nel sindacalismo agrario e operaio americano dell’Ottocento, confluito poi nel People’s Party e nel Partito Democratico, vi è, secondo lui, la possibile risposta: l’esperienza di comunità fondate su valori come l’eguaglianza delle opportunità, la competenza, la mutua collaborazione, e per questo «capaci di autogoverno». La rivolta delle élite fu pubblicata per la prima volta in Italia nel 1995 dall’editore Feltrinelli con il titolo La ribellione delle élite. La sua riproposta oggi, con un titolo più fedele a quello originale, nasce da una profonda convinzione: che l’opera sveli oggi più di ieri la sua indiscussa attualità. L'Opera che ha annunciato la separazione tra élite e masse popolari e la nascita dei nuovi populismi. «Appassionato, avvincente, provocatorio». New York Times «È plausibile, per usare le categorie inventate dallo storico statunitense Christopher Lasch (m. 1994), che anche nel nostro continente siano state le élite a rivoltarsi per prime, a secedere lentamente dalle masse, perdendo – più o meno volutamente – il contatto con la gente normale». Il Foglio

More books from Neri Pozza

Cover of the book Dentro c'è una strada per Parigi by Christopher Lasch
Cover of the book I frutti del vento by Christopher Lasch
Cover of the book Belgravia capitolo 5 - L’incontro galante by Christopher Lasch
Cover of the book Gli aquiloni by Christopher Lasch
Cover of the book Azazel by Christopher Lasch
Cover of the book L'Italia degli altri by Christopher Lasch
Cover of the book La figlia del boia e il diavolo di Bamberga by Christopher Lasch
Cover of the book Hotel Calcutta by Christopher Lasch
Cover of the book Governance by Christopher Lasch
Cover of the book Paesaggi del Regno by Christopher Lasch
Cover of the book La scrittrice abita qui by Christopher Lasch
Cover of the book Senza parole by Christopher Lasch
Cover of the book Agnes Browne nonna by Christopher Lasch
Cover of the book Il libro dei chakra by Christopher Lasch
Cover of the book Le anime forti by Christopher Lasch
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy