Le virtù della menzogna

Politica e arte dell'inganno

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, Politics, History & Theory
Cover of the book Le virtù della menzogna by Martin Jay, Bollati Boringhieri
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Martin Jay ISBN: 9788833972947
Publisher: Bollati Boringhieri Publication: November 13, 2014
Imprint: Bollati Boringhieri Language: Italian
Author: Martin Jay
ISBN: 9788833972947
Publisher: Bollati Boringhieri
Publication: November 13, 2014
Imprint: Bollati Boringhieri
Language: Italian
«Washington non sapeva dire le bugie, Nixon non sapeva dire la verità, e Reagan non sapeva la differenza». La vecchia facezia mette allo scoperto la tensione agonistica tra verità e menzogna che attraversa la cultura politica, non solo americana. Dalla storiella edificante illustrata in copertina – un piccolo George Washington che ammette virilmente al cospetto del padre di essere stato lui ad abbattere con l’accetta l’albero di ciliegio – alle dichiarazioni di George W. Bush sulle armi di distruzione di massa irachene, va in scena qualcosa di più dell’alternanza tra limpide condotte e infingimenti plateali: a scorrere sul teatro politico è l’intera drammaturgia del pensiero occidentale intorno al governo della cosa pubblica. Grande storico delle idee, Martin Jay aggira le scarne dicotomie sincerità/doppiezza, moralismo/realismo, rettitudine/impudenza per sondare i rapporti meno convenzionali che il culto della verità, la sua distorsione deliberata e le arti del potere intrattengono tra loro. E comprova che, dall’antichità a Leo Strauss e Hannah Arendt, fustigatori e apologeti dell’inganno muovono da nozioni differenti del «politico» come dimensione specifica dell’operato umano. Se il fronte dei rigoristi arruola, non senza una certa promiscuità, Agostino, Kant e Rousseau, illuministi e romantici, è la parte avversa a fare mostra della maggiore ambivalenza concettuale, irriducibile alla sola astuzia celebrata dal suo eroe eponimo Machiavelli. L’artificio in politica infatti può appellarsi alla solennità della «nobile menzogna» platonica, trovare giustificazione nell’ipocrisia sociale rispettosa dei protocolli del tatto e del decoro, trincerarsi dietro la ragion di Stato, eludere il biasimo attraverso un uso ironico del mendacio, oppure presentarsi come virtuoso baluardo della pluralità di opinioni di fronte al carattere dispotico, monologico della verità. Abbandonando ogni pregiudiziale correttismo ideologico, Jay riconosce che la politica «non sarà mai una zona interamente libera dalla menzogna, una sfera di autenticità, sincerità, integrità, trasparenza e giustizia». E «in fin dei conti è una buona cosa».
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
«Washington non sapeva dire le bugie, Nixon non sapeva dire la verità, e Reagan non sapeva la differenza». La vecchia facezia mette allo scoperto la tensione agonistica tra verità e menzogna che attraversa la cultura politica, non solo americana. Dalla storiella edificante illustrata in copertina – un piccolo George Washington che ammette virilmente al cospetto del padre di essere stato lui ad abbattere con l’accetta l’albero di ciliegio – alle dichiarazioni di George W. Bush sulle armi di distruzione di massa irachene, va in scena qualcosa di più dell’alternanza tra limpide condotte e infingimenti plateali: a scorrere sul teatro politico è l’intera drammaturgia del pensiero occidentale intorno al governo della cosa pubblica. Grande storico delle idee, Martin Jay aggira le scarne dicotomie sincerità/doppiezza, moralismo/realismo, rettitudine/impudenza per sondare i rapporti meno convenzionali che il culto della verità, la sua distorsione deliberata e le arti del potere intrattengono tra loro. E comprova che, dall’antichità a Leo Strauss e Hannah Arendt, fustigatori e apologeti dell’inganno muovono da nozioni differenti del «politico» come dimensione specifica dell’operato umano. Se il fronte dei rigoristi arruola, non senza una certa promiscuità, Agostino, Kant e Rousseau, illuministi e romantici, è la parte avversa a fare mostra della maggiore ambivalenza concettuale, irriducibile alla sola astuzia celebrata dal suo eroe eponimo Machiavelli. L’artificio in politica infatti può appellarsi alla solennità della «nobile menzogna» platonica, trovare giustificazione nell’ipocrisia sociale rispettosa dei protocolli del tatto e del decoro, trincerarsi dietro la ragion di Stato, eludere il biasimo attraverso un uso ironico del mendacio, oppure presentarsi come virtuoso baluardo della pluralità di opinioni di fronte al carattere dispotico, monologico della verità. Abbandonando ogni pregiudiziale correttismo ideologico, Jay riconosce che la politica «non sarà mai una zona interamente libera dalla menzogna, una sfera di autenticità, sincerità, integrità, trasparenza e giustizia». E «in fin dei conti è una buona cosa».

More books from Bollati Boringhieri

Cover of the book Lavorare con i pazienti difficili by Martin Jay
Cover of the book A cena con Darwin by Martin Jay
Cover of the book Perché la guerra by Martin Jay
Cover of the book E l'uomo creò l'uomo by Martin Jay
Cover of the book Il bambino inascoltato by Martin Jay
Cover of the book Tramonto nei Balcani by Martin Jay
Cover of the book La scoperta dell'universo by Martin Jay
Cover of the book Come si esce dalla società dei consumi by Martin Jay
Cover of the book Academy street by Martin Jay
Cover of the book Assisi by Martin Jay
Cover of the book Opere vol. 8 by Martin Jay
Cover of the book I cani della mia vita by Martin Jay
Cover of the book Biologia dell’anima by Martin Jay
Cover of the book I biscotti di Baudelaire by Martin Jay
Cover of the book L'arte nella storia by Martin Jay
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy