Author: | Paolo Giovanazzi | ISBN: | 9788866260233 |
Publisher: | Aliberti Editore | Publication: | September 19, 2012 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Paolo Giovanazzi |
ISBN: | 9788866260233 |
Publisher: | Aliberti Editore |
Publication: | September 19, 2012 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Prefazione di Emiliano Liuzzi
Ma sì, è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.
Sceso da Bologna a Roma all’inizio degli anni Sessanta per suonare il clarinetto in un rinomato gruppo jazz, Lucio Dalla segue una traiettoria musicale in apparenza priva di logica: convinto da Gino Paoli a presentarsi come cantante, si butta nella mischia della canzonetta rimbalzando tra festival e Cantagiri, fino a trovare la strada giusta con 4/3/1943 e Piazza Grande. Dopo i primi successi inverte la rotta, puntando sulla canzone politica insieme al poeta Roberto Roversi: sono gli anni dei dischi densi e difficili, apprezzati dal pubblico “impegnato” ma lontani dalle vendite milionarie. Poi, Lucio comincia a scriversi da solo le sue canzoni, e diventa il Lucio Dalla che tutta l’Italia conosce e ama: un cantante capace nel corso degli anni di passare con la stessa naturalezza da L’anno che verrà a Caruso e di scippare il tormentone Attenti al lupo all’amico Ron per farne un successo enorme. Ma Lucio Dalla è stato anche regista teatrale, showman televisivo, attore cinematografico e personaggio pubblico che si è schierato a sinistra senza mai rinunciare alla fede cattolica. Entrare in contraddizione con se stesso non è mai stato un problema; restare immobile sì. La sua scomparsa, avvenuta il primo marzo 2012, è probabilmente solo un incidente di percorso: è possibile che Dalla stia allestendo un musical milionario da qualche parte. O che stia suonando il clarinetto in compagnia di un jazzista in qualche bettola malmessa. Paolo Giovanazzi, da esperto giornalista musicale, ne ripercorre la storia e le tappe della maturazione artistica, attraverso gli aneddoti più curiosi e le voci delle persone che gli sono state vicine (Roberto Costa, Ricky Portera, Giovanni Pezzoli). Da quando era un ragazzino esuberante fino alla sua dolorosa scomparsa.
Prefazione di Emiliano Liuzzi
Ma sì, è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.
Sceso da Bologna a Roma all’inizio degli anni Sessanta per suonare il clarinetto in un rinomato gruppo jazz, Lucio Dalla segue una traiettoria musicale in apparenza priva di logica: convinto da Gino Paoli a presentarsi come cantante, si butta nella mischia della canzonetta rimbalzando tra festival e Cantagiri, fino a trovare la strada giusta con 4/3/1943 e Piazza Grande. Dopo i primi successi inverte la rotta, puntando sulla canzone politica insieme al poeta Roberto Roversi: sono gli anni dei dischi densi e difficili, apprezzati dal pubblico “impegnato” ma lontani dalle vendite milionarie. Poi, Lucio comincia a scriversi da solo le sue canzoni, e diventa il Lucio Dalla che tutta l’Italia conosce e ama: un cantante capace nel corso degli anni di passare con la stessa naturalezza da L’anno che verrà a Caruso e di scippare il tormentone Attenti al lupo all’amico Ron per farne un successo enorme. Ma Lucio Dalla è stato anche regista teatrale, showman televisivo, attore cinematografico e personaggio pubblico che si è schierato a sinistra senza mai rinunciare alla fede cattolica. Entrare in contraddizione con se stesso non è mai stato un problema; restare immobile sì. La sua scomparsa, avvenuta il primo marzo 2012, è probabilmente solo un incidente di percorso: è possibile che Dalla stia allestendo un musical milionario da qualche parte. O che stia suonando il clarinetto in compagnia di un jazzista in qualche bettola malmessa. Paolo Giovanazzi, da esperto giornalista musicale, ne ripercorre la storia e le tappe della maturazione artistica, attraverso gli aneddoti più curiosi e le voci delle persone che gli sono state vicine (Roberto Costa, Ricky Portera, Giovanni Pezzoli). Da quando era un ragazzino esuberante fino alla sua dolorosa scomparsa.