L’aereo di Enrico Mattei, padre e presidente dell’Eni, esplode nel cielo di Bascapè, in provincia di Pavia. È la sera del 27 ottobre 1962 e il «corsaro del petrolio» è di ritorno da un misterioso viaggio in Sicilia. Con lui, l’ex partigiano che usa i partiti «come taxi», muore la rivoluzione impossibile dell’autonomia energetica italiana. Ma quello che per anni è stato definito un incidente è stato un attentato e, per chi ha indagato per ultimo, un «complotto tutto italiano» cui si mischiano complicità istituzionali e depistaggi. Petrolio e sangue. Chi ha ucciso Enrico Mattei riprende il lavoro di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza pubblicato in Profondo nero (Chiarelettere 2009) e ripercorre gli ultimi giorni della vita di Mattei, le trame dei suoi nemici e trent’anni di indagini della magistratura. Alla luce delle motivazioni della sentenza del processo per la scomparsa del giornalista de «L’Ora» Mauro De Mauro, ucciso perché si ostinava a cercare la verità sull’attentato di Bascapè, viene svelato l’unico responsabile, indicato dai giudici, dell’attentato: il senatore democristiano Graziano Verzotto, addetto alle pubbliche relazioni dell’Eni in Sicilia, al centro di relazioni internazionali, mafiose e con i servizi segreti.
L’aereo di Enrico Mattei, padre e presidente dell’Eni, esplode nel cielo di Bascapè, in provincia di Pavia. È la sera del 27 ottobre 1962 e il «corsaro del petrolio» è di ritorno da un misterioso viaggio in Sicilia. Con lui, l’ex partigiano che usa i partiti «come taxi», muore la rivoluzione impossibile dell’autonomia energetica italiana. Ma quello che per anni è stato definito un incidente è stato un attentato e, per chi ha indagato per ultimo, un «complotto tutto italiano» cui si mischiano complicità istituzionali e depistaggi. Petrolio e sangue. Chi ha ucciso Enrico Mattei riprende il lavoro di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza pubblicato in Profondo nero (Chiarelettere 2009) e ripercorre gli ultimi giorni della vita di Mattei, le trame dei suoi nemici e trent’anni di indagini della magistratura. Alla luce delle motivazioni della sentenza del processo per la scomparsa del giornalista de «L’Ora» Mauro De Mauro, ucciso perché si ostinava a cercare la verità sull’attentato di Bascapè, viene svelato l’unico responsabile, indicato dai giudici, dell’attentato: il senatore democristiano Graziano Verzotto, addetto alle pubbliche relazioni dell’Eni in Sicilia, al centro di relazioni internazionali, mafiose e con i servizi segreti.