Che cosa è successo nel XX secolo?

Nonfiction, Religion & Spirituality, Philosophy, History, Criticism, & Surveys
Cover of the book Che cosa è successo nel XX secolo? by Peter Sloterdijk, Bollati Boringhieri
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Author: Peter Sloterdijk ISBN: 9788833975221
Publisher: Bollati Boringhieri Publication: September 7, 2017
Imprint: Bollati Boringhieri Language: Italian
Author: Peter Sloterdijk
ISBN: 9788833975221
Publisher: Bollati Boringhieri
Publication: September 7, 2017
Imprint: Bollati Boringhieri
Language: Italian
«Né il Sole né la morte né il xx secolo si possono guardare fissamente». Equiparandolo a ciò di cui – secondo una celebre massima di La Rochefoucauld – sarebbe impossibile sostenere la vista, Peter Sloterdijk non pronuncia affatto una sentenza inappellabile sul Novecento. Piuttosto chiama in causa la debolezza di sguardo di chi continua ad applicargli, per cristallizzarne il senso sfuggente, etichette compendiarie come «età dei totalitarismi», «secolo breve», «era atomica» e infine, a celebrare l’affaccio sul nuovo millennio, «globalizzazione». Ricondurre il secolo passato all’archivio delle sue efferatezze o alla preminenza di un principio politico o economico significa abdicare alle finalità conoscitive a cui si ambiva, e cadere preda di quel riduzionismo che Sloterdijk giudica tra i più virulenti contagi novecenteschi, tutt’altro che debellati. Il «fondamentalismo della semplificazione» ha ingaggiato allora una gigantomachia con l’emergente logica della complessità. Dalla metafisica della pesantezza, e dalla sua alleanza con forze o valori che stanno in basso, alla radice, accreditati di una realtà più vera e ritenuti bisognosi di espressione, ha cercato di fuggire l’ontologia dello sgravio, alla quale Sloterdijk aderisce con passione antigravitazionale. La critica che muove alla ragione estremistica e profetica e al «radicalismo» che etimologicamente la sostiene non è soltanto la risposta filosofico-politica al quesito sull’essenza di un’epoca: è un allargamento di campo all’intera storia della civiltà occidentale, e all’altro logos, mobile e strategico, che ha in Odisseo il paradigmatico eroe cognitivo e nella sua educazione per mare la scena primaria della «svolta oceanica» da cui cinquecento anni fa prese avvio la globalizzazione.
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«Né il Sole né la morte né il xx secolo si possono guardare fissamente». Equiparandolo a ciò di cui – secondo una celebre massima di La Rochefoucauld – sarebbe impossibile sostenere la vista, Peter Sloterdijk non pronuncia affatto una sentenza inappellabile sul Novecento. Piuttosto chiama in causa la debolezza di sguardo di chi continua ad applicargli, per cristallizzarne il senso sfuggente, etichette compendiarie come «età dei totalitarismi», «secolo breve», «era atomica» e infine, a celebrare l’affaccio sul nuovo millennio, «globalizzazione». Ricondurre il secolo passato all’archivio delle sue efferatezze o alla preminenza di un principio politico o economico significa abdicare alle finalità conoscitive a cui si ambiva, e cadere preda di quel riduzionismo che Sloterdijk giudica tra i più virulenti contagi novecenteschi, tutt’altro che debellati. Il «fondamentalismo della semplificazione» ha ingaggiato allora una gigantomachia con l’emergente logica della complessità. Dalla metafisica della pesantezza, e dalla sua alleanza con forze o valori che stanno in basso, alla radice, accreditati di una realtà più vera e ritenuti bisognosi di espressione, ha cercato di fuggire l’ontologia dello sgravio, alla quale Sloterdijk aderisce con passione antigravitazionale. La critica che muove alla ragione estremistica e profetica e al «radicalismo» che etimologicamente la sostiene non è soltanto la risposta filosofico-politica al quesito sull’essenza di un’epoca: è un allargamento di campo all’intera storia della civiltà occidentale, e all’altro logos, mobile e strategico, che ha in Odisseo il paradigmatico eroe cognitivo e nella sua educazione per mare la scena primaria della «svolta oceanica» da cui cinquecento anni fa prese avvio la globalizzazione.

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